giovedì 8 agosto 2013

COMUNITÀ MONTANA: GUALTIEROTTI, MA INSOMMA BASTA CON TUTTI QUESTI SILENZI!


di FELICE DE MATTEIS

La provincia non può essere tenuta sempre e comunque con la testa in apnea

SAN MARCELLO-MONTAGNA. Forse non tutti sanno che la questione Giandonati/Gualtierotti nasce da un acceso dibattito in Consiglio della Comunità Montana dove un consigliere contestò le spese di rappresentanza e/o di servizio ritenendole fuori misura e richiedendo la documentazione dinnanzi ad una ulteriore previsione di spesa portata a bilancio.
Il tutto davanti alla stampa che rese pubblica la questione ed attivò quella “notitia criminis” dalla quale poi hanno preso le iniziali indagini della Magistratura, Corte dei Conti e relativo finale che la cronaca locale del Tirreno pubblica oggi.

Prima considerazione. La Magistratura legge i giornali e anche i siti di maggiore interesse ed attualità, come questo blog. Ci attendiamo conseguentemente che anche per i disservizi o addirittura la non osservanza di ordinanze emesse da un Tribunale della Repubblica – vedi Apr/Bardelli, che non esiste, ma macina oltre mezzo milione di euro di tutti noi ogni mese – prima o poi qualcuno si debba muovere come forse sarebbe suo dovere.
Seconda analisi. Ci attendiamo che la Magistratura, anche quella contabile e non solo, richieda tutta la documentazione che favorisca una pulizia etnica (in senso politico) di quanti, soggiornando in Comunità Montana per anni ed anni, ricoprendo nella medesima ruoli di vertice, quali Presidente o Assessore al bilancio, continuano a “menarcela” con la loro impudica verginità, addirittura facendosi levatrici di futuri assetti sul territorio: vedi Comunone/Dynamone o difesa dell’Ospedale Pacini. Solo adesso, però: non prima quando erano in grado di potersi attivare e non lo hanno fatto per il semplice motivo che erano e sono degli incompetenti e dei furbastri di borgata – pardon, di frazione.
A questo punto. Due espressioni di solidarietà per il Cav. Comm. Gueltierotti si impongono: scommettiamo sulla sua buona fede nel poco professionale esercizio delle sue funzioni di Presidente della Comunità Montana.
Non è sua la colpa ma di coloro che hanno preso un sindacalista e lo hanno riciclato Presidente per “tappare” una casella nel manuale Cencelli dell’occupazione del potere in Montagna.
Adesso che il “patto Gualtierotti”, quello del silenzio per intenderci, ha fatto la sua vittima, non sarebbe l’ora che il Cav., non Silvio, Mauro, si decidesse a raccontarci come un Ente dalle enormi capacità gestionali e con un patrimonio della Montagna e per la Montagna, sia stato così barbaramente e scientemente scarnificato e svenduto?
Se non lo farà, ci autorizza a pensare che questa è solo la punta dell’iceberg.
Il Villone o Villa Vittoria, i cannoni da neve “regalati” ai poveretti dell’Abetone, ed altro ed altro ancora “fanno ancora tappo”?
Chi sa, Cav. Mauro, parli! Come ha detto un supremo giudice della Suprema Corte di Cassazione – in Italia tutto, nel bene e nel male è Supremo – che il capo non può non sapere, lei che è stato capo ci racconti che “bengodi” era la Comunità Montana e quali valenti collaboratori Assessori, vergini o sterilizzati, le hanno fatto da compagni o da sodali, per anni ed anni e non per saltuari e brevi periodi. Roba, metodi e persone sedimentate nella sua Comunità Montana continuativamente per anni che “suonavano” evidentemente una ben diversa musica da quella della sua istituzionalizzata Banda con in comodato gli strumenti della Fondazione Caripit.
Ma il Papa/Papà/Io Lui, Paci, è mai venuto a suonare come trombone?
Una cosa è certa. La Comunità Montana, madre di tutte le vigliaccate a seguire della nostra Montagna, nasconde ancora in grembo un percorso storico di politica criminogena che la soppressione dell’Ospedale Pacini, al momento, indegnamente rappresenta: questo blog è aperto alle sue riflessioni, Cav-Comm. Gualtierotti. Lo usi. Lei è già da parecchio tempo politicamente morto.
Le avevo consigliato in un vecchio post di restituire le onorificenze ricevute: sarebbe stato meglio, no? Se non ritiene opportuno interloquire con noi e quindi con la Montagna, che ci onora quotidianamente nel seguirci, se le tenga. Ma non faccia finta di niente.
E soprattutto: chi sa, parli!

[Questo intervento è pubblicato come espressione di libera critica ex art. 21 Cost.]

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[Giovedì 8 agosto 2013 | 17:07 - © Quarrata/news]

2 commenti:

  1. Bella sopratutto la seconda analisi! Quella sul Presidente (sette anni aggiungo io),poi divenuto Assessore al Bilancio in quella Comunità Montana (sei anni, aggiungo ancora io) e che adesso pretende ancora di menarcela con la sua impudica "verginità"; ed ancora, che si sappia, nessun magistrato che ritenga di dovergli chiedere qualcosa; mentre si pensa, in maniera furbesca, ipocrita e pilatesca, di chiudere la questione facendo pagare pegno solo ai miei ex colleghi Rosella Apolito e Roberto Fedeli. Ma, tanto per non fare nomi, Valerio Sichi non deve pagare niente? A nessun titolo?
    Chi è che lo ha reso intoccabile neanche fosse, nel suo piccolissimo, un pallido emulo di Silvio Berlusconi? Non c'è verso di trovare neppure un Matteo Renzi di periferia che riesca a "rottamarlo" davvero ed una volta per tutte?
    Oppure ce lo ritroveremo ancora in qualche lista elettorale alla prossima occasione, magari in nome del "rinnovamento" del P.D?
    Piero Giovannelli.

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  2. Illustrisssima MAGISTRATURA PISTOIESE, ora vorremmo sapere anche qualcosa sui pesci grossi! I broccioli e le lasche si conoscono.
    Speriamo nel miracolo di papa Francesco.

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