di FELICE DE MATTEIS
La provincia non può essere tenuta
sempre e comunque con la testa in apnea
SAN MARCELLO-MONTAGNA. Forse non tutti sanno che la questione
Giandonati/Gualtierotti nasce da un acceso dibattito in Consiglio della
Comunità Montana dove un consigliere contestò le spese di rappresentanza e/o di
servizio ritenendole fuori misura e richiedendo la documentazione dinnanzi ad
una ulteriore previsione di spesa portata a bilancio.
Il tutto davanti alla stampa che rese
pubblica la questione ed attivò quella “notitia criminis” dalla quale poi hanno
preso le iniziali indagini della Magistratura, Corte dei Conti e relativo
finale che la cronaca locale del Tirreno pubblica oggi.
Prima considerazione. La Magistratura legge i giornali e anche i siti di maggiore
interesse ed attualità, come questo blog. Ci attendiamo conseguentemente che
anche per i disservizi o addirittura la non osservanza di ordinanze emesse da
un Tribunale della Repubblica – vedi Apr/Bardelli, che non esiste, ma macina
oltre mezzo milione di euro di tutti noi ogni mese – prima o poi qualcuno si
debba muovere come forse sarebbe suo dovere.
Seconda analisi. Ci attendiamo che la Magistratura, anche quella contabile e
non solo, richieda tutta la documentazione che favorisca una pulizia etnica (in
senso politico) di quanti, soggiornando in Comunità Montana per anni ed anni,
ricoprendo nella medesima ruoli di vertice, quali Presidente o Assessore al
bilancio, continuano a “menarcela” con la loro impudica verginità, addirittura
facendosi levatrici di futuri assetti sul territorio: vedi Comunone/Dynamone
o difesa dell’Ospedale Pacini. Solo adesso, però: non prima quando erano in
grado di potersi attivare e non lo hanno fatto per il semplice motivo che erano
e sono degli incompetenti e dei furbastri di borgata – pardon, di frazione.
A questo punto. Due espressioni di solidarietà per il Cav. Comm. Gueltierotti
si impongono: scommettiamo sulla sua buona fede nel poco professionale
esercizio delle sue funzioni di Presidente della Comunità Montana.
Non è sua la colpa ma di coloro che
hanno preso un sindacalista e lo hanno riciclato Presidente per “tappare” una
casella nel manuale Cencelli dell’occupazione del potere in Montagna.
Adesso che il “patto Gualtierotti”,
quello del silenzio per intenderci, ha fatto la sua vittima, non sarebbe l’ora
che il Cav., non Silvio, Mauro, si decidesse a raccontarci come un Ente dalle
enormi capacità gestionali e con un patrimonio della Montagna e per la
Montagna, sia stato così barbaramente e scientemente scarnificato e svenduto?
Se non lo farà, ci autorizza a pensare
che questa è solo la punta dell’iceberg.
Il Villone o Villa Vittoria, i cannoni
da neve “regalati” ai poveretti dell’Abetone, ed altro ed altro ancora “fanno
ancora tappo”?
Chi sa, Cav. Mauro, parli! Come ha
detto un supremo giudice della Suprema Corte di Cassazione – in Italia tutto, nel bene e nel male è Supremo – che il
capo non può non sapere, lei che è stato capo ci racconti che “bengodi” era la
Comunità Montana e quali valenti collaboratori Assessori, vergini o
sterilizzati, le hanno fatto da compagni o da sodali, per anni ed anni e non
per saltuari e brevi periodi. Roba, metodi e persone sedimentate nella sua
Comunità Montana continuativamente per anni che “suonavano” evidentemente una
ben diversa musica da quella della sua istituzionalizzata Banda con in comodato
gli strumenti della Fondazione Caripit.
Ma il Papa/Papà/Io Lui, Paci, è mai
venuto a suonare come trombone?
Una cosa è certa. La Comunità Montana, madre di tutte le vigliaccate a
seguire della nostra Montagna, nasconde ancora in grembo un percorso storico di
politica criminogena che la soppressione dell’Ospedale Pacini, al momento,
indegnamente rappresenta: questo blog è aperto alle sue riflessioni, Cav-Comm.
Gualtierotti. Lo usi. Lei è già da parecchio tempo politicamente morto.
Le avevo consigliato in un vecchio post
di restituire le onorificenze ricevute: sarebbe stato meglio, no? Se non
ritiene opportuno interloquire con noi e quindi con la Montagna, che ci onora
quotidianamente nel seguirci, se le tenga. Ma non faccia finta di niente.
E soprattutto: chi sa, parli!
[Questo intervento è pubblicato come
espressione di libera critica ex art. 21 Cost.]
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[Giovedì 8 agosto 2013 | 17:07 - © Quarrata/news]
Bella sopratutto la seconda analisi! Quella sul Presidente (sette anni aggiungo io),poi divenuto Assessore al Bilancio in quella Comunità Montana (sei anni, aggiungo ancora io) e che adesso pretende ancora di menarcela con la sua impudica "verginità"; ed ancora, che si sappia, nessun magistrato che ritenga di dovergli chiedere qualcosa; mentre si pensa, in maniera furbesca, ipocrita e pilatesca, di chiudere la questione facendo pagare pegno solo ai miei ex colleghi Rosella Apolito e Roberto Fedeli. Ma, tanto per non fare nomi, Valerio Sichi non deve pagare niente? A nessun titolo?
RispondiEliminaChi è che lo ha reso intoccabile neanche fosse, nel suo piccolissimo, un pallido emulo di Silvio Berlusconi? Non c'è verso di trovare neppure un Matteo Renzi di periferia che riesca a "rottamarlo" davvero ed una volta per tutte?
Oppure ce lo ritroveremo ancora in qualche lista elettorale alla prossima occasione, magari in nome del "rinnovamento" del P.D?
Piero Giovannelli.
Illustrisssima MAGISTRATURA PISTOIESE, ora vorremmo sapere anche qualcosa sui pesci grossi! I broccioli e le lasche si conoscono.
RispondiEliminaSperiamo nel miracolo di papa Francesco.