sabato 3 agosto 2013

DIVENTERÀ FAMOSO?


di LUIGI SCARDIGLI
              
Quattro chiacchiere con Simone Vaccaro, giovane cantautore pistoiese, all’indomani del suo secondo posto al Festival di Petriano       

PISTOIA. Il secondo gradino del podio ottenuto al Festival di Petriano (Pesaro-Urbino) con la canzone Corri corri gli è valso la naturale ammissione a quello che si consumerà sulle rive del Garda.
Simone Vaccaro, 33 anni, pistoiese, affermato web marketing, alla sua musica, o meglio, alle sue parole, ci crede. Da sempre. E moltissimo.

«Suono e canto dai tempi del Liceo – mi ha raccontato nella tarda mattinata Simone, pistoiese, classe 1980 –. Ero la chitarra e la voce del gruppo String Beans. Ma non ho mai smesso, anche se ho contemporaneamente curato gli aspetti della vita dai quali, ahimè, non ci si può esentare: lavoro, soldi, progetti per la vecchiaia. Alla mia età credo di avere ancora tutto il diritto e il tempo per vedere di riuscire a sopravvivere facendo quello che mi piace: scrivere testi da affidare alle voci di altri. Sì, vorrei diventare un autore e fino ad ora, gli incoraggiamenti ricevuti da fonti più che autorevoli mi autorizzano a sognare: a svegliarsi e a sciacquarsi il viso, c’è sempre tempo, no?».
La canzone con la quale Simone Vaccaro si è presentato al Festival di Petriano in realtà è una composizione a quattro mani.
«L’ho scritta con Matteo Gaggioli – aggiunge –. Anzi, in verità il testo, impegnato e gradevole (è la storia di un cecchino in tempo di guerra), è soprattutto farina del sacco di Matteo, una collaborazione, questa, che al momento sta dando i suoi frutti. Al Festival di Riva del Garda, al quale parteciperò prossimamente, la mia esibizione non si avvarrà di una base musicale registrata, ma avrò alle spalle un gruppo, una band vera e propria ed è la cosa che preferisco».
A Pistoia, in qualità di allievo di Nick Becattini, Simone Vaccaro ha già avuto modo di esibirsi: spesso in duetto con Sergio Montaleni, altre volte come membro di formazioni composte da sessionisti disparati del circondario.
«Sono nato sotto il segno della musica di autore degli anni ’60 e ’70: Mogol su tutti. Poi, oltre alla stuolo di tutti gli altri che hanno caratterizzato la mia infanzia, è arrivato il rock and roll, battezzato dai Beatles».
È un ragazzo serio, Simone Vaccaro; posato, con la testa sulle spalle. Non so se il mondo della musica e dell’arte si accorgerà di lui e del suo vocabolario, ritagliandoli, casomai, una nicchia nella quale deporre i suoi sogni: i genitori, però, al momento, possono sentirsi salvi e ritenersi soddisfatti, in questi tempi da carne da macello!

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Foto di Luigi Scardigli.
[Sabato 3 agosto 2013 | 17:42 - © Quarrata/news]

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