mercoledì 16 febbraio 2011

COOP, ETICA E POLITICA


QUARRATA. Qualche giorno fa sul blog di Mario Niccolai (Fli) era comparsa una indagine sull’impiego delle cooperative da parte del comune di Quarrata.
Nel post Il privilegio di essere una coop, il consigliere tracciava alcune considerazioni sul fatto che a Quarrata la coop L’Orizzonte – in cui lavorano anche l’assessore al turismo Martina Nannini, e, a quanto sembra, la moglie e la figlia dell’assessore Gaggioli – faceva la parte del leone, operando a ritmo continuo e, per così dire, a tempo pieno (immagine 1).
Qualche giorno dopo, su La Nazione, Giancarlo Zampini riprendeva il discorso, facendo  correttamente parlare anche il sindaco, che difendeva le posizioni dell’amministrazione stessa, riaffermando l’assoluta correttezza dell’azione amministrativa della giunta – una correttezza legale sulla quale, peraltro, Niccolai non avanzava alcuna illazione di sorta (immagine 2).
 Stamattina, 16 febbraio, sul Tirreno, è comparso un articolo (immagine 3) in cui il quotidiano locale dà ampia risonanza alla presidente della coop stessa, Anna Goretti, che si mostra stupita – se non di più – della posizione di Niccolai, ma che, come Niccolai stesso ribadisce nel suo post odierno, non coglie le valenze politiche del suo discorso di consigliere, e si limita, secondo Niccolai, con una visione molto parziale, a fare una sorta di terrorismo dando in qualche modo a credere all’opinione pubblica che il gruppo di opposizione, di cui Niccolai fa parte, sia contrario al lavoro delle cooperative e che ciò possa essere una sorta di minaccia destinata a concretizzarsi in futuro in chissà quale azione devastante e negativa nel campo dell’occupazione.
Niente di più errato, dice Niccolai; che ha perciò pubblicato un nuovo post in cui chiarisce la sostanza politica della sua posizione; e lo ha diffuso alla stampa (giornali, Tv e blog locali) con preghiera di ampia diffusione.
Lo facciamo in questa sede; ma, per chiarezza e completezza di informazione, qui rivolgiamo, alla stessa presidente della coop L’Orizzonte, una richiesta in termini formali e ufficiali:

  • gradiremmo che la signora Anna Goretti, oltre a spiegare che «Il 97% di quello che prendiamo dal Comune va per gli stipendi dei nostri 120 dipendenti, il restante 3% per imposte e spese di gestione» (come fa scrivere sul Tirreno) ci dicesse – e lo dicesse quindi a tutti i quarratini – quant’è il volume di affari che la sua coop svolge per il comune di Quarrata e quanto, invece, quello che svolge per altra committenza; e quanta sia la percentuale di incidenza del dato quarratino rispetto a tutta l’attività della cooperativa L’Orizzonte nel suo insieme.

Crediamo che questo – che fra l’altro sembra essere macroscopicamente sfuggito al Tirreno – sia quanto di meno la signora Goretti può fare per rappresentare il quadro nella sua completezza e verità.
* * *
Testo del Tirreno del 16 febbraio 2011.

«Nessun utile e diamo lavoro a 120 persone»
La cooperativa L’Orizzonte
respinge le accuse di scarsa trasparenza

QUARRATA. «Il 97% di quello che prendiamo dal Comune va per gli stipendi dei nostri 120 dipendenti, il restante 3% per imposte e spese di gestione». Dopo i dubbi sollevati dalla stampa sui soldi comunali stanziati per il gruppo quarratino, a “L’Orizzonte” fanno il punto della situazione.
«Una cooperativa che in un trimestre prende quasi 286mila euro deve essere limpida e specchiata come uno Swarovski!» scriveva solo qualche giorno fa il consigliere Fli, Mario Niccolai, nel suo blog.
«Avevamo letto l’articolo ma non pensavamo che potesse essere addirittura riportato sui giornali» spiega Emanuela Menichini, responsabile delle risorse umane. E invece la notizia è apparsa sulla stampa facendo mormorare un intero paese: dai genitori che ogni mattina portano i piccoli al nido, ai cittadini che, tramite il Comune, si affidano ai servizi de L’Orizzonte per un parente anziano da accudire o un ragazzo disabile da seguire a domicilio.
«Siamo rimasti sconvolti, mi piacerebbe che chi fa insinuazioni del genere almeno prima si informasse sulla nostra realtà» dice la storica presidente Anna Goretti.
E intanto, nel giorno del dopo tempesta, fioccano le precisazioni. La prima, la più importante, riguarda i soldi comunali: «Sono cifre adeguate ai servizi che garantiamo al territorio » dice il vicepresidente Cristina Gori. «Nel 2010 – precisa Goretti – sui servizi a domicilio ci abbiamo addirittura rimesso qualcosa». «Non abbiamo mai avuto incarichi in affidamento diretto, tutto si è sempre svolto regolarmente, attraverso gare pubbliche» aggiunge la Gori.
Su 120 dipendenti, tra cui 106 donne e un gruppo dirigenziale tutto al femminile, che è valso a L’Orizzonte il bollino rosa nel 2007, 90 sono impegnati nei servizi comunali (educativi/integrativi, asili nido, refezione, servizio scolastico e domiciliare per i ragazzi disabili, servizio domiciliare per anziani).
«Niccolai non è ben informato sulle cooperative – commenta Anna Goretti –. Qui non abbiamo volontari ma solo dipendenti, assunti con regolare contratto. L’80% di loro sono a tempo indeterminato. Molte sono donne che se non avessero trovato un lavoro da noi probabilmente sarebbero assistite dal Comune. Oltre a dare servizi diamo occupazione al territorio. Non solo, come cooperativa abbiamo l’obbligo di reinvestire gli utili in servizi sociali, utili che al momento non ci sono. Il bilancio è in perdita. La voglia di fare è molta, ma mancano le risorse».
Precisazioni anche su Martina Nannini, assessore al Turismo nella giunta Gori e impiegata de L’Orizzonte: «È qui da prima che occupasse il ruolo amministrativo e inoltre ricopre una mansione impiegatizia a tempo determinato».
Le donne della Cooperativa lanciano infine l’invito: «Un incontro con Niccolai».
B.F.
* * *
Testo del blog di Mario Niccolai del 16.2.2011.

UNA FOTO AL GIORNO…
LEVA IL MEDICO DI TORNO:
I BRAVI NIPOTINI DI DON STURZO E DI STALIN

Non ci interessa assolutamente quello che dichiara il Sindaco per giustificare il fatto che nel nostro  Comune lavorano a ritmo sostenuto cooperative che fanno capo, in una maniera o in un’altra, a consiglieri, a vicepresidenti del Consiglio Comunale, a assessori della Giunta in carica, e nelle quali lavorano familiari di assessori della Giunta in carica.
Non ci interessa sentire sproloqui sulla legalità, inviti alla raccolta di firme per il rispetto delle regole e quant’altro di quello con cui la peggio Sindaca di Quarrata ogni mattina, alzandosi, si sciacqua la bocca.
Ci interessa invece ricordare a tutti che questa Sindaca accusò Ciottoli di fare gli affari suoi col Comune e, quando vide che non era vero, non chiese neppure scusa.
Ci interessa invece ricordare a tutti che l’Assessore Gaggioli accusò Alessandro Cialdi di parlare in Consiglio solo perché spinto a difendere interessi sotterranei di chissà quali mafie locali.
Non ci interessa nemmeno che ci venga ripetuto che nessuno viola nessuna norma mentre va avanti per questa strada: perché neppure i farisei violavano le leggi, le norme e le regole stabilite dalla sacra scrittura e dal sinedrio di Gerusalemme, eppure Cristo – di cui non crediamo che la Signora Sabrina abbia da dire nulla – si rivolse a loro chiamandoli, pur nel loro assoluto rispetto delle regole, razza di sepolcri imbiancati e vipere.
Questo ci interessa dire e ribadirlo a chiare note: non siamo contrari né alle cooperative né al lavoro che esse svolgono a favore della collettività e del mondo stesso del lavoro; e perciò, con le nostre inchieste, non vogliamo assolutamente sparare su nessuno né fare i cecchini e i terroristi in alcun modo.
Una cosa però vogliamo sottolinearla e ribadirla con assoluta chiarezza – e questo deve essere ben chiaro a tutti, di centro di destra e di si sinistra: esistono norme etiche che nessuna legge può prevedere e che deve essere la coscienza a dettare; norme che, per opportunità, per correttezza, per buongusto, per umanità e per rispetto di tutti i cittadini, nessuno può trasgredire se non vuole essere giustamente accusato di tracotanza, di superbia, di scorrettezza e di affarismo senza faccia e senza scrupoli.
Per questo, cara Sabrina, cari assessori in carica, cari consiglieri del PD, cari fiancheggiatori e sostenitori di questa Giunta, lasciateci essere disgustati di questi banchetti in cui a mangiare alla tavola comune sono solo i figli, i dipendenti, i coniugi, gli amici, i consiglieri, gli assessori stessi di questa Giunta del disastro e della vergogna.
È questo l’aspetto insopportabilmente scorretto sotto il profilo morale: ciò che fa, di questa Giunta così formalmente ineccepibile, l’esempio di quello che non deve essere un’amministrazione che dice di ispirarsi a principi etici e morali laici e cristiani ad un tempo: una serie di bravi nipotini di don Sturzo e di Stalin, che sparano addosso a quanti, non essendo come loro, fanno come loro; ma che si vestono con il vestito da prima comunione, candido e verginale, quando, dinanzi al piatto, sono loro o gente dei loro a sedersi e a saziare la propria fame.
E questo, sia chiaro una volta per tutte, non glielo lasciamo fare senza gridare tutta la nostra disgustata indignazione!

P.S. – Con questo crediamo di avere risposto anche alle osservazioni di Anna Goretti, presidente dell’Orizzonte, comparse stamattina, 16 febbraio, sul Tirreno, ma che non sembrano cogliere l’aspetto squisitamente politico della questione.

Cliccare sulle immagini per ingrandirle.
[Mercoledì 16 febbraio 2011]

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