PISTOIA. Daniela Simionato ci prega di pubblicare il comunicato stampa qui di seguito allegato.
«Visto il silenzio caduto sulla materia – scrive – e vista la sedicente attenzione ai problemi dei disabili e della povertà da parte della nostra amministrazione, chiedo che si dia rilievo a questo tema».
La accontentiamo volentieri.
La maggioranza affossa
la mozione sugli interventi per i disabili
Il 6 dicembre scorso in Consiglio Comunale non è passato l’Ordine del giorno relativo alla richiesta di modifica dei parametri Isee e degli interventi ai disabili.
Si trattava di una mia mozione del novembre 2008, che dopo un iter lungo e travagliato (più di due anni fa !), ho trasformato in OdG su richiesta dei commissari di maggioranza, nella speranza che così sarebbe stato approvato. Finalmente giunto in Consiglio, dopo una discussione, che a me è sembrata surreale, iniziata il giorno 29 novembre e terminata appunto il 6, l’odg è stato affossato dalla maggioranza.
Purtroppo il tutto è passato sotto silenzio, nella totale indifferenza dei media.
Ammesso e non concesso, che una persona “normodotata” possa sopravvivere con il “minimo vitale”, ciò non è assolutamente possibile per chi ha una grave disabilità. I costi sono enormi e non tener conto di questo fatto, significa non conoscere la materia o peggio. L’applicazione dell’Isee quindi in relazione al minimo vitale crea una discriminazione tra disabili e normodotati, quindi viola l’art. 3 della Costituzione, oltre a contrastare con la legge 67 del 2006, perché pur con lo stesso lavoro e la stessa retribuzione, costringe i disabili ad usufruire di un reddito effettivo nettamente inferiore a quello di una persona normodotata.
In questi anni si è avuto un notevole ripensamento e una seria crescita dei servizi alla persona con l’intento di favorire l’integrazione sociale a tutti gli effetti della persona con disabilità grave e gravissima; si è capito che la categoria delle persone con handicap comprende varie tipologie di disabilità, diverse tra loro e che danno origine a condizioni di vita altrettanto diverse.
Cosa chiedevo?
Chiedevo di sollecitare la Regione e anche il Governo affinché provvedesse ad un’articolata diversificazione degli interventi e dei servizi che devono essere mirati a soddisfare i bisogni derivanti dalle peculiarità della singola persona a cui sono rivolti; a dare effettiva libertà di scelta tra assistenza diretta ed indiretta stabilendo ed erogando anche per quest’ultima un importo orario tale da permettere al disabile di assumere personale di propria fiducia attraverso regolare contratto di lavoro; a rivalutare i parametri Isee, sia in riferimento al minimo vitale sia all’entità dell’assistenza domiciliare diretta e indiretta, sia in relazione al tipo di servizio.
È stata bocciata anche la sola richiesta di sollecitazione e sensibilizzazione sull’argomento! La cosa ha dell’incredibile!
Sarebbe auspicabile giungere a considerare gli interventi istituzionalizzati come misure di emergenza e di eccezionalità e a disciplinare ed incentivare l’assistenza autogestita come già avviata in diversi paesi esteri. Si tratta di una modalità di servizio innovativa, che si differenzia notevolmente dalle forme assistenziali tradizionali ed è una concreta alternativa al ricovero in qualunque tipo di struttura residenziale, a disciplinare ed incentivare l’assistenza autogestita come già avviata in diversi paesi.
Quest’ultimo punto a mio avviso ha prodotto il risultato negativo; si è trattato di un no ideologico, nato da una concezione dirigista del servizio pubblico che non riesce a concepire forme di potere al di fuori del proprio controllo.
Daniela Simionato
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[Domenica 20 febbraio 2011]
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