PISTOIA. Sta per scadere la preiscrizione ai vari tipi di scuola e l’ufficio scuola della diocesi di Pistoia esce con un documento di cui anche i giornali danno notizia.
Sante parole, viene da dire quando leggiamo le indicazioni proposte.
Più volte anche chi scrive ha rimproverato ai suoi allievi di non saperne abbastanza e di non conoscere a sufficienza le cose della religione come cultura della religione medesima.
Sante parole, ma in fondo ignorate dalle famiglie che, per più motivi, finiscono con lo scegliere l’ora del nulla. E se lo fanno, qualche motivo ci dovrà pur essere.
E uno di questi motivi èccolo: in primo luogo, al di là delle belle dichiarazioni di principio dell’ufficio della diocesi, il fatto che i docenti di religione (anche se non tutti e se non sempre) non fanno, spesso, cultura religiosa, e non stimolano affatto il fascino del ricercare, ma si limitano a insegnare o – peggio – a imporre la morale cattolica e/o, in certi casi, anche peggio: la morale e basta o la loro morale, perfino partitopolitica.
Basterebbe questo per far riflettere.
D’altronde – e il Vescovo Mansueto perdonerà la nostra sfacciataggine – c’è troppa incertezza all’interno della chiesa stessa. E perfino di quella pistoiese: in cui il blog del Vescovo è scritto e gestito da un laico, ben schierato e perciò, per quanto ci sembra, in perfetta rotta di collisione con l’insegnamento evangelico del date a Cesare.
Dinanzi a questo, l’Eccellenza capirà, ma la gente non si fida più tanto circa la “almeno accettabile imparzialità” dell’insegnamento dei docenti di religione pur solo e meramente sotto il profilo del livello culturale.
Absit iniuria verbis…
* * *
L’ALTRA SCELTA
IL RICHIAMO DELLA CURIA
Religione, appello Diocesi
«Evitate l’ora del nulla»
«L’insegnante di religione non deve dimostrare a nessuno che bisogna essere credenti ma deve, come tutti i colleghi, aiutare a far passare il fascino del ricercare». È un passaggio contenuto in un ampio documento proposto dal’Ufficio scuola della Diocesi di Pistoia, l’ufficio che si occupa del “servizio Irc (Insegnamento della religione cattolica). Diretto da Armando Bartolini, un insegnante, l’ufficio diocesano ricorda che sabato 12 febbraio scadono i termini e che all’atto di iscrizione alle prime classi degli Istituiti di ogni ordine e grado, studenti e genitori sono chiamati ad esprimersi sulla scelta se avvalersi o meno dell’irc. Scelta — scrivono da via Puccini, sede dell’Ufficio diocesano — spesso accompagnata da approssimazioni, senza il necessario approfondimento ma che «rappresenta un importante gesto di consapevolezza da parte delle famiglie e dei giovani». Sottolineato il richiamo del Papa Benedetto sulla circostanza che «la dimensione religiosa è intrinseca al fatto culturale, concorre alla formazione globale della persona e permette di trasformare la conoscenza in sapienza di vita», l’Ufficio evidenzia 9 punti offrendoli alla riflessione. Innanzitutto l’irc a scuola «non è il catechismo ma un percorso culturale»: offerto anche a chi non è vicino alla religione cattolica «ma può essere invogliato a valutare l’opportunità di questo percorso culturale anche per il proprio figlio». In ogni caso – sottolineano dall’ufficio diocesano – chi sceglie di non frequentare l’ora di religione farebbe comunque bene a scegliere l’ora alternativa. «Ha una sua dignità didattica mentre scegliere l’ora del nulla è pedagogicamente biasimevole».
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[Mercoledì 9 febbraio 2011]
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