martedì 15 febbraio 2011

AIAS, “FERRI CORTI” E “PORTE COI SASSI”

PISTOIA. Altre due mail che riguardano il transito di denaro dall’Aias a Tvl. E la minaccia di don Pancaldo di passare alle vie legali per questioni di possesso improprio di documenti originali.
Si va verso la conclusione. Ma a questo punto ci chiediamo se si abbia o no diritto, come opinione pubblica, di sapere «qual è la giustificazione di centinaia di milioni di lire disinvoltamente trasferiti (da una società, la Pax et Iustitia S.r.l., che faceva capo alla nostra Fondazione [Santa Maria Assunta in cielo, n.d.r.]) alla società di capitali Tvl, allora come oggi controllata da una singola persona fisica».
Come date siamo alla fine di ottobre dell’anno scorso: il 25, per l’esattezza.
E a tal proposito, bene o male, dobbiamo chiederci perché nessuno degli organi di stampa cosiddetti strutturati di questa provincia – quotidiani e Tvl –  si sia mai posto o si stia ponendo queste stesse domande con la dovuta attenzione. E ciò a prescindere da qualsiasi altra considerazione.
O anche perché la curia stessa e forse lo stesso Mauro Banchini nel suo libro aperto – che è la voce ufficiale del vescovo – non affrontino, con il dovuto zelo e per amor di chiarezza e giustizia, questi aspetti che investono non solo l’intera comunità dei credenti di questa diocesi, ma tutti i pistoiesi della provincia nel loro insieme.
L’auspicio è che anche Berti e Fratoni se ne rendano pienamente conto in vista del loro impegno del 22 febbraio prossimo.
e.b. blogger
* * *
1.
Il giorno 25 ottobre 2010 16:23
Avv. Edo Biagini <edobiaginilex@***.com>
ha scritto:


Caro Don Diego,
ho atteso invano, dal 5 settembre, una tua risposta alla mia ultima mail ed alle molte, reiterate domande in essa contenute (domande, ricordo, non più soltanto mie, ma anche di altri due Consiglieri in carica della Fondazione Maria Assunta in Cielo Onlus).
Mi sarei a questo punto anche rassegnato al tuo sconcertante silenzio.
Senonché, mi si riferisce che anche nel corso dell’ultimo Consiglio della Fondazione – al quale, come ti ho scritto, non potevo partecipare (e che comunque non aveva all’ordine del giorno quanto da me richiesto) – sono state rivolte considerazioni non proprio benevole nei miei riguardi, tanto da evocare anche le “fiamme gialle”.
Immagino che il riferimento fosse alle fiamme dell’inferno ed accetto di buon grado l’ammonimento: tutti dovremmo temerle, pur nella speranza della misericordia infinita di Nostro Signore. A meno di non ritenersi già salvati.
Al contempo, però, posto che tu per primo continui ad agitare l’argomento del rispetto delle regole – quelle stesse regole che ti hanno reso in questi ultimi anni così zelante nel licenziare, espellere, sospendere dallo stipendio anche amici che sono stati di esempio per entrambi – mi sento spinto a tornare a chiedere, ancora una volta, risposte alle domande che sono state poste (e di cui è precisa testimonianza la corrispondenza qui allegata, oltre che le mie precedenti mail sotto riportate).
Dunque, torno a chiedere: qual è la giustificazione di centinaia di milioni di lire disinvoltamente trasferiti (da una società, la Pax et Iustitia S.r.l., che faceva capo alla nostra Fondazione) alla società di capitali Tvl, allora come oggi controllata da una singola persona fisica?
Quali sono le ragioni che dovrebbero rendere perfino encomiabili (“parlano le pietre”) i comportamenti di cui stiamo parlando?
Debbo forse dedurre dalla tua reticenza che una reiterazione di tali comportamenti avrebbe, anche oggi, la tua approvazione di Amministratore e Segretario di questa Fondazione ? E chi sono gli “amici e consiglieri che condividevano tutto”? Anche tu sei fra questi?
Estendo questa mia comunicazione alle persone ed agli uffici in indirizzo, trattandosi di vicende che riguardano una Fondazione cui la Diocesi di Pistoia partecipa fin dalla relativa costituzione (e di cui la stessa Diocesi dovrebbe ricevere il patrimonio in caso di liquidazione: art. 11 dello Statuto vigente).
Edo
* * *
2.
Il giorno 25 ottobre 2010 21:37
pan.diego@***.it
ha scritto:


Caro Edo, a parte il fatto che la tua mail del 5 settembre non mi è mai giunta perché hai sbagliato l’indirizzo, non intendo aggiungere altro a quanto già ti ho scritto. Fai quello che ritieni di dover fare. A me interessa soltanto che tu restituisca i documenti che ti ho richiesti e che il dottor Lumi mi conferma per scritto di averti consegnato in data 8 aprile 2005. La Fondazione intende affidarsi altrimenti alle vie legali,
d. Diego
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[Martedì 15 febbraio 2011]

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