domenica 20 febbraio 2011

INCENERITORE: ALTRO CHE RAPE INQUINATE ALLA FRATONI!


PISTOIA. Le rape alla diossina non convincono la presidente della provincia, Federica Fratoni.
È chiaro che lei crede di poterle acquistare più in là, dove l’inquinamento non esiste. Come pure potrà bere acqua meno tossica di quella della centrale dei Boschetti a Quarrata.
Nella confusione che investe Pistoia e la sua provincia in questi giorni, Fratoni sta decisamente dalla parte delle tecnologie problematiche: avalla, per esempio, la scelta della Regione di abbattere drasticamente il numero delle corse sulla Porrettana e predilige il trasporto su gomma; minimizza sui risultati delle analisi circa le ricadute dell’inceneritore di Montale.
Poi, a sorpresa ma non troppo, ecco che il suo assessore all’ambiente, Fragai, parlando in relazione alle proposte riguardanti la nuova pista di Peretola, dice qualcosa di più, come si può vedere da questa notizia battuta dalla Provincia di Firenze:

FIRENZE-PRATO-PISTOIA. La realizzazione delle scelte riguardanti lo smaltimento dei rifiuti nell’Ato Toscana Centro rappresentano una priorità.
Gli Assessori all’Ambiente delle Province di Firenze, Prato e Pistoia, Renzo Crescioli, Stefano Arrighini e Rino Fragai, in relazione al dibattito apertosi in seguito alla proposta della Regione Toscana di inserire nel Pit la possibilità di modificare l’orientamento della pista dell’aeroporto di Peretola, hanno precisato quanto segue: «Ribadiamo che la realizzazione delle scelte riguardanti lo smaltimento dei rifiuti nell’Ato Toscana Centro, comprese quelle impiantistiche, rappresentano una priorità per il nostro territorio».
«Esse sono il frutto di una pianificazione ormai decennale – affermano – che verrà riconfermata nel Piano interprovinciale dei rifiuti il cui iter è stato fatto partire da alcuni mesi da parte delle tre Province e che verrà presentato ai rispettivi Consigli provinciali entro la primavera».
«Come più volte ricordato anche dalla stessa Regione – specificano Crescioli, Arrighini e Fragai – l’obiettivo dell’autosufficienza dell’Ato Toscana Centro nello smaltimento dei rifiuti non è rinviabile, pena il rischio di ritrovarsi tra pochi anni in una situazione di emergenza o di continuare ad esportare rifiuti in altri territori, con un aggravio economico sulle spalle di cittadini ed imprese. Deve essere chiaro a tutti che portare altrove i propri rifiuti è una scelta dannosa per il nostro territorio e contraria a qualsiasi principio di buona politica in materia, sia dal punto di vista ambientale che da quello economico per il prezzo richiesto da chi accoglie i rifiuti. In questo quadro, ricordiamo che l’iter di gara per la realizzazione e la gestione dell’impianto di Case Passerini è stato avviato, ed auspichiamo che si concluda rapidamente. Peraltro esso poggia, tra le altre cose, su una Valutazione di Impatto Sanitario che riteniamo tutt’ora valida».
«Spetta eventualmente a chi propone scelte aggiuntive, come la modifica dell’orientamento della pista aeroportuale, l’onere di mettere in campo strumenti di valutazione del loro impatto sul territorio della Piana» concludono gli Assessori all’ambiente delle tre Province.
[Fonte: Provincia di Firenze]

Ed ecco che cosa scrivono gli antinceneritoristi:

LA LETTERA
Non si possono ignorare
i dati scientifici

Purtroppo non sorprende che siano proprio gli assessori all’ambiente delle Province di Firenze, Prato e Pistoia a ribadire a gran voce che “Il termovalorizzatore è una priorità, frutto di una pianificazione ormai decennale” e che quindi non è più una scelta rinviabile e costi quel che costi, l’inceneritore deve essere fatto.
Sicuramente ci vuole molto coraggio a difendere la fallimentare scelta inceneritorista in un territorio così pesantemente asfissiato, inquinato e contaminato come dimostrano i numerosi superamenti dei limiti di polveri sottili nell’aria che respiriamo, che hanno indotto la stessa Asl di Pistoia a chiedere che l’inceneritore di Montale interrompa la sua attività nei periodi di massima concentrazione delle polveri sottili; e come dimostra anche la pesante contaminazione dei prodotti alimentari registrata dall’Istituto zooprofilattico sperimentale della Regione Lazio e Toscana in area di ricaduta dell’inceneritore di Montale.
È assolutamente incomprensibile come, persone che si dichiarano di buonsenso e che vogliono amministrare la cosa pubblica, possano ignorare i dati scientifici che vengono forniti dagli organi tecnici preposti e che invece di tutelare il bene comune, preferiscano assecondare gli interessi particolari di chi trarrà enormi vantaggi economici dalla costruzione di un megainceneritore che, oltre a provocare danni alla salute dei cittadini della piana, impedirà il decollo di efficaci raccolte differenziate volte al recupero di materia e farà inesorabilmente lievitare i costi di smaltimento dei rifiuti che poi ricadranno inesorabilmente sulle tasche dei cittadini e delle imprese.
L’aspetto più inquietante della vicenda è la lotta che si sta sviluppando nella piana fra “comitati d’affari” che cercano di accaparrarsi gli ultimi brandelli del nostro territorio e che non si soffermano neppure un istante a pensare alle disastrose conseguenze che i loro “sporchi interessi” avranno sulla salute nostra e su quella delle future generazioni.
Coordinamento
comitati della Piana
“No inceneritori”
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Domenica 20 febbraio 2011]

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