di Luigi Scardigli
All’appuntamento in un bar del centro, per bere una birra e mangiarsi qualche spuntino da aperitivo, è arrivato con qualche minuto di ritardo. Ma con quella faccia di chi non ha alcuna intenzione di scusarsi, perché cosa saranno mai, in fondo, dieci minuti?
È un po’ stanco, Roberto Bartoli, alle prese con la titanica auto candidatura alle primarie del centro-sinistra in vista del prossimo ballottaggio comunale di primavera; gli si legge nel viso, nonostante si muova a destra e manca come un giovanissimo stambecco per stringere la mano a tutti quelli che non gli assicurano il voto (magari si fosse già a quel punto), ma gli dicono di non mollare.
Perché, Roberto?
«Credo che sia giunto il momento – mi risponde, guardandomi diritto negli occhi e non per non tradire emozioni, ma per tradirle tutte –, al di là di ogni considerazione generazionale, che un gruppo di persone libere, oneste e di enorme volontà inizi ad occuparsi della città e prenda possesso delle sue istituzioni per guidarle. Abbiamo iniziato questa campagna di informazione poco tempo fa, ma lo abbiamo fatto prendendo di petto il problema, affidandoci alle sue regole: ogni giorno dico e scrivo, sul mio blog, particolarmente seguito e con particolare attenzione, cosa farò, qualora dovessi essere io il prossimo sindaco della città. Lascio nero su bianco, in memoria: quello che penso è esattamente quello che scrivo e sarà letteralmente quello che farò. A tutti quelli che mi ruotano attorno non ho fatto alcuna promessa: quelli che stanno sulla mia barca sono tutte persone che hanno voglia di sfidare il mare grande con una piccola imbarcazione, dotata di tutte le tecnologie, però: non ci spaventano i marosi, le mareggiate e le burrasche; abbiamo puntato la prua a terra, ci arriveremo».
D’accordo. Ma non mi hai risposto: perché, Roberto?
«Perché la politica è la cosa più bella che ci sia. Te lo dico dal profondo del cuore e in virtù della mia esperienza universitaria: mi entusiasma occuparmi di un nugolo di studenti, innamorati della vita e delle proprie velleità; pensa cosa vorrebbe dire tradurre, simultaneamente, le aspettative di una comunità grande come Pistoia. È una sfida entusiasmante».
Ha ragione, il professor Bartoli, perché la scorsa settimana, al Melos, per la sua ufficializzazione alle primarie, a popolare lo spazio cittadino abitualmente impegnato in teatro e musica, c’erano moltissime persone che con la politica hanno sempre preferito non avere molto a che fare, soprattutto in prima persona. L’impressione, osservando le smorfie delle eleganti signore accorse alla convention delle Casermette, è che la politica, improvvisamente, abbia cambiato maschera, o meglio, che la maschera l’abbia buttata via.
Anche i tuoi dettagli propagandistici sono entusiasmanti: solo 5 assessori, riduzioni percentuali dei compensi e un accesso virtuale alle direttive aperto a tutta la popolazione: una rivolta democratica!
«Arriva un momento, nella vita di ognuno di noi, che è perfettamente incastrato nel suo contesto storico, che non si ha più la possibilità di rimandare: bene, questo è il mio, il nostro momento, dobbiamo attrezzarci e ripartire con l’entusiasmo di sapere che sarà tanto difficile, quanto bello».
E tua moglie che dice?
«Non ho ancora smesso di innamorarmi di lei e non credo che riuscirò mai a farlo per quello che lei merita: è la complice unica e ideale della mia vita, è la guida suprema dei nostri figli, è il coraggio di vivere e di scegliere. Tutta questa energia è anche opera e merito suo, della sua sublime intelligenza. Spero davvero di invecchiarle accanto, guardando i nostri figli crescere e diventare cittadini e di morire con lei. Il più tardi possibile…».
Cliccare sulle immagini per ingrandirle.
[Martedì 15 novembre 2011 – © Quarrata/news 2011]
Intervista esclusiva di Luigi Scardigli.
L’uso delle foto del Melos ci è stato concesso dal Prof. Bartoli.
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