Gli hanno chiesto di ritirarsi
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Riceviamo e pubblichiamo immediatamente
questa nota di Roberto Bartoli.
«Ciò che noi siamo». Bartoli ‘sotto
pressione’
In questi giorni mi sono state fatte
richieste pressanti finalizzate a far ritirare la mia candidatura. L’argomento
sostanziale era uno e uno solo: la mia candidatura sarebbe debole. Il consiglio
era di appoggiare un’altra candidatura senza dubbio – a loro dire – più forte.
Io ovviamente ho detto che non mi sarei ritirato, perché quello che sta
nascendo è un progetto politico fortissimo, libero, fuori da tutti gli schemi e
le vecchie logiche di accordini e accordicchi, senza padri, né padrini, né
padroni, ferratissimo sui contenuti, pieno di proposte per risolvere i problemi
e immerso nella città.
È incredibile come ancora non si sia
riusciti a comprendere cosa stia succedendo qui a Pistoia. Qui a Pistoia si
stanno creando i presupposti per una vera e propria rivoluzione:
1) da un lato noi ci stiamo presentando
alla città come energie nuove che senza avere radici nei vecchi partiti
costituiamo la reale espressione di ciò che dovrebbe essere il Partito
democratico; dall’altro lato, si stanno per concentrare tutti coloro che da
anni si muovono nella perfetta continuazione del passato;
2) da un lato, noi stiamo giocando una
partita fuori da tutti gli schemi, una partita di libertà e di merito, volta a
realizzare vere riforme per una città che merita di stare al passo coi tempi;
dall’altro lato, si gioca una partita secondo le logiche vecchie dell’accordo
preventivo, dell’ottenimento di spazi per affermare più se stessi che le
proprie idee;
3) da un lato, noi ci stiamo aprendo
alla città, perché noi siamo nella città, la frequentiamo, la incontriamo, la
viviamo; dall’altro lato, permane quell’atteggiamento di chiusura ed
esclusione, quella autoreferenzialità che presto si esprimerà nella creazione
di regole (che ancora non si conoscono) forgiate nelle segrete stanze al solo
fine di impedire che ci si candidi;
4) da un lato, noi ci mostriamo,
prendiamo posizione, assumiamo impegni; dall’altro lato si tace, si latita, si
opera invisibilmente, si cerca di camuffarsi per apparire espressione della società
civile, come se i cittadini non si accorgessero dell’inganno;
5) da un lato, noi stiamo portando
avanti un progetto di città moderna e al passo coi tempi, che significa riforma
reale dei servizi ispirata alla sussidiarietà e che valorizza la società e la
comunità, significa coesione tra le diverse realtà sociali ed imprenditoriali,
ridisegno di una città nelle sue articolazioni che si ispiri ad una
riconversione ambientale; dall’altro lato, tutto tace, nulla si conosce, le
idee non vengono rivelate, e se qualcuno tenta di proporre si tratta di
espressioni consumate o vaghe.
In questi giorni molti mi dicono che
non saremo in grado di candidarci. Io rispondo che nulla mi fa paura, che
qualsiasi cosa venga richiesta noi riusciremo a soddisfarla perché quello che
noi abbiamo è una energia fresca, schiettezza e autenticità, credibilità e
coerenza mostrata negli anni coi fatti: noi siamo una realtà che ormai nessuno
può fermare e negare. I cittadini sanno e vedono. E se altre volte non potevano
vedere perché il tutto era grigio e ambiguo, questa volta le cose sono
evidenti, chiarissime … e pensare che volevano farmi ritirare.
Io ho bisogno di te
Se questo progetto andrà in porto, è
perché saremo in molti a voler vincere, a manifestare la volontà di
cambiamento. Io ho bisogno di te, delle tue idee, delle tue proposte. È per
questo che ti chiedo di scrivere, parlare, farmi conoscere il tuo mondo, i tuoi
desideri, i tuoi progetti. Non per far numero, non per avere consensi: il
consenso fine a se stesso non mi interessa. Ma perché so che le cose possono
cambiare soltanto se persone che in questo momento tendono a stare ai margini
della politica decidono di stare dentro, di partecipare, di condividere quello
che stiamo facendo, di farmi condividere quello che stanno facendo. Una città
può cambiare se è la città, la sua società, le sue forze ed energie che si
impegnano a cambiarla. Penso a un grande noi, coeso, compatto, deciso a
prendere il governo della città e a cambiare le cose senza troppe esitazioni.
Roberto Bartoli
Credo che sia comunque necessario
spendere due parole sul comunicato del Professore, perché esso conferma
pienamente tutte le mie riserve su questa città conservatrice, chiusa e senza
prospettive di futuro, che crea e lancia in pista personaggi – anche giovani – conservatori,
chiusi e senza prospettive di futuro.
Il Pd di Pistoia, che altro non è che
un metaplasma del vecchio, decrepito Pci, sa creare solo consenso intorno a sé:
ma il consenso che significa servitù e servilismo. Perché l’organigramma, anche
se formato da tredicenni ancora non penalmente responsabili, è stato costruito,
giorno per giorno, sulla capacità degli accòliti di sapere dire di sì come quei
bei cagnolini che, negli anni 70, venivano sistemati sui lunotti posteriori
delle auto e, mentre esse viaggiavano, loro, quei fantoccini, muovevano il capo
dicendo sì. Ambiziosi, assetati di potere, senza idee proprie.
Ha ragione Bartoli, cari elettori.
Ha ragione quando dice di essersi ‘rotto’
di questi schemi.
Ha ragione quando sostiene che bisogna
cancellare da Pistoia l’afrore di muffa e di vecchiume che spira ovunque.
Ed è qui che le mummie della politica
pistoiese arricciano il naso, già fin troppo grinzoso, che hanno: temono che il
Professore – sfondasse mai: anche se questo sarà molto difficile e loro faranno
di tutto perché non accada… – porterà un’ondata di ossigeno così concentrata,
che brucerà letteralmente i polmoni degli ultimi mammut.
Sì, Bartoli è un minoritario, un
controcorrente, un irriducibile molestatore, un elemento scomodo, un casinista,
un rivoluzionario, un ribelle e uno che non dice necessariamente di sì.
È per questo che, pur non essendo un Pd
– ma solo perché non credo in questo Pd e in questa pseudo-sinistra –, io mi
trovo ancora una volta dalla parte dei meno che rivendicano il diritto di
esistere e di avanzare le loro proposte, di chiedere il loro diritto di
cittadinanza.
È, credo, questa, la funzione e lo
scopo dell’informazione e degli uomini liberi.
Di quelli che si sputerebbero in faccia
al solo pensiero di andare a dire a Bartoli: «Compagno, ritìrati! Sei debole e non ce la farai mai!».
Che vergogna, Pd di Pistoia! E… «Forza,
Bartoli!»,
i veri liberi sono con te.
e.b. blogger
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[Mercoledì 30 novembre 2011 – ©
Quarrata/news 2011]
Non conosco personalmente Bartoli ma le sue intuizioni per il cambiamento mi sembrano molto interessanti. Vorrei avere una simile opportunità nel centro destra per nuovi protagonismi di libertà.
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