mercoledì 16 novembre 2011

BREDA. QUANDO I COMPAGNI ONOREVOLI NON SANNO PIÙ CHE DIRE





PISTOIA. Commento breve. Non ci interessano i discorsi: e lo andiamo dicendo da sempre.
Men che meno ci interessano quelli dei politici, senatori e deputati.
Meno che mai quelli dei politici di seconda e terza fascia, i cosiddetti amministratori (dalla Regione in giù – Bini, Venturi – fino al terreno locale, Fratoni, Berti e così via), tutti lì in attesa, a scodinzolare agli ordini dei loro padroni, nella speranza di poter essere scelti per diventare onorevoli e concludere al meglio la loro vita, depauperata da una concezione del mondo e degli uomini meramente utilitaristica.
Ecco. Simoncini viene a Pistoia a parlare dell’indotto Breda – tutti saranno sempre un passo indietro rispetto all’azienda, perché ce lo hanno insegnato proprio i compagni per oltre un secolo, che le decisioni le prendono i padroni – e si ritrova in mezzo ai marosi delle dichiarazioni di Orsi: è lui il padrone, è lui che deciderà. Che piaccia o no. E, come per primi abbiamo detto su questo blog, sarà la General Electric a subentrare prendendo le redini.
Ed ecco che, senza presentarsi sul palco, come dall’alto dei cieli, Chiti manda avanti il suo portavoce, «Vai, o mio nobile alfiere»:

La politica. Levata di scudi nel centrosinistra
«Un tira e molla assurdo
Intervenga il Governo»

«Il nuovo governo da subito dovrà chiedere a Finmeccanica un progetto che, prima di qualsiasi ragionamento sugli assetti societari, garantisca, oltre al risanamento, lo sviluppo ed il radicamento in Italia di un settore strategico per l’economia nazionale». La richiesta è del deputato Pd Lido Scarpetti, che commenta con «disagio e preoccupazione» le notizie relative alla vendita di AnsaldoBreda. «Siamo al limite della irresponsabilità – dice Scarpetti –. Fanno bene i lavoratori a chiedere chiarezza e garanzie sul futuro». Ma sembra essere tutto il centrosinistra a fare quadrato, fin da subito, intorno alla società dei treni. «Esprimiamo una forte preoccupazione per gli annunci che sfuggono a qualsiasi normale canale istituzionale». così Caterina Bini e Gianfranco Venturi, consiglieri regionali del Pd. «All’inizio Orsi disse di voler svendere AnsaldoBreda, poi lo riconfermò, poi andò in Senato a dire che o ci vendeva o ci chiudeva, il giorno dopo l’incontro in Regione, i giornali scrissero che aveva scongiurato la vendita, adesso invece parla di progressivo deconsolidamento», si nota dal circolo aziendale Sel mentre Paolo Bruni ed Enrico Baldi del circolo Pd chiedono un tavolo di trattativa con le parti sociali.
[Fonte: La Nazione/Pistoia, 16.11.2011]

La soluzione secondo il Pd? Quella più classica: far pensare a tutto il governo. Meglio se ci fosse stato Berlusca, ma non c’è. E allora tocca a Monti, non c’è dubbio.
Loro, i Pd, sono ancora legati alla visione del mondo del post-zarismo, e continuano imperterriti per la loro strada, perché le idee sono quelle che sono – soprattutto poche, perlopiù cieche.
Hanno riempito la Breda di loro sostenitori – perché questa è la realtà – credendo che la storia fosse infinita. E invece è ciclica.
Loro, così amanti della storia, non lo hanno capito ed è un male, una tragedia. Perché adesso si ritrovano ad essere vittime di se stessi.

Dopo avere illuso centinaia di famiglie e dopo non aver fatto assolutamente niente per i veri problemi di questa azienda: a cominciare da quello dell’amianto e del mesotelioma.

e.b. bloggaer
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[Mercoledì 16 novembre 2011 – © Quarrata/news 2011]

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