PISTOIA. «Il presidente del Consiglio, Mario Monti segue con
attenzione l’evolversi della situazione di Finmeccanica spa e si aspetta una
rapida e responsabile soluzione. In questo contesto, ha concordato con i
ministri competenti di verificare con la società stessa che si stiano
predisponendo le iniziative necessarie». Questo in nazionale su La Nazione
(vedi Primo Piano, pagina 7).
E in cronaca si legge:
L’annuncio. «Subito il piano di
rilancio»
Breda, la Regione a Roma
Sarà alla manifestazione «antisvendita»
di AnsaldoBreda di venerdì a Roma, il presidente della Regione Toscana Enrico
Rossi. La conferma alle richieste dei sindacati pistoiesi l’ha data, fra gli
applausi, intervenendo alla conferenza programmatica del Pd. «Mi sembra — ha
detto Rossi citando poi il Distretto ferroviario — che la situazione si trovi
attualmente in uno stallo pericoloso anche. Ci sono difficoltà perfino a
portare termine la vendita — ha continuato dopo aver fatto cenno al forte
deficit aziendale dovuto alle vecchie commesse —. Il nuovo Governo si dovrà
misurare subito su questa vicenda, facendo valere la golden share su
Finmeccanica, affinché il piano di risanamento sia fatto. Ci sarà sicuramente
un futuro produttivo per AnsaldoBreda, quando AnsaldoBreda guadagnerà». Ma è
vero che la Regione sostiene l’ipotesi di una vendita a General Electric? «Non
sponsorizziamo nessuno — risponde Rossi a margine della conferenza —. Vogliamo
solo un progetto di ristrutturazione industriale che ricapitalizzi e rilanci l’azienda
in due-tre anni».
Dei problemi di via Ciliegiole ha
parlato anche il segretario comunale Paolo Bruni, invocando un intervento del
Governo e chiedendosi perché «Finmeccanica, che in tutti questi anni ha
ripianato più volte i conti di AnsaldoBreda, non abbia anche investito in
management di qualità».
[Fonte: La Nazione/Pistoia,
23.11.2011]
Enrico Rossi può dire quello che vuole,
facendosi, ovviamente, applaudire dai sindacati e dai lavoratori.
È vero che ci sono difficoltà a portare
a termine la vendita: su questo ha ragione. Ma ciò non dipende da altro che
dall’estremo caos in cui si trova Finmeccanica con le sue zucchine e i
suoi posti di lavoro agli ‘unti del Signore’. E ciò a General Electric piace
poco – perché è questo il colosso più accreditato per l’acquisto.
Per capirlo basta anche la risposta
evasiva di Rossi circa la sponsorizzazione o meno, da parte della Regione, di General
Electric: «Non sponsorizziamo nessuno».
«Vogliamo solo un progetto di
ristrutturazione industriale che ricapitalizzi e rilanci l’azienda in due-tre
anni», sempre di Rossi, è l’altra dimostrazione, ex silentio (vale a
dire sottacendo ogni altra considerazione), dell’assoluta impotenza della
Regione Toscana dinanzi a una situazione che va ben oltre il microscopico
Ducato dei Medici: oggi non è più il tempo di Lorenzo e della sua politica
dell’equilibrio, perché il Rinascimento è già finito da un pezzo.
Verrebbe, infine, da definire ingenua
la domanda che si pone il segretario comunale Pd, Paolo Bruni, dipendente
Breda: perché «Finmeccanica, che in tutti questi anni ha ripianato più volte i
conti di AnsaldoBreda, non abbia anche investito in management di qualità».
È evidente che Finmeccanica lo ha fatto
perché la massiccia presenza dei politici – locali e no – alle spalle dell’azienda, ha spinto in quella direzione. Poi,
come abbiamo letto anche in questi giorni, l’accordo Chiti-Bassolino ha
rovesciato la tendenza, spostando il baricentro Breda da Pistoia a Napoli.
Ma, per quanto ne sappiamo, dovrebbe
essere chiara una cosa: General Electric non acquisterà la Breda per
rimetterci. Le regole del gioco sono altre e spietate.
Se lo farà – e con i tempi che riterrà opportuni –, è possibile che voglia disfarsi dei ‘pezzi a rimessa’ (si
pensi alla Danimarca) per dare impulso e sviluppo a tutt’altro che alla
produzione di treni.
Questo è, almeno, ciò che nessuno dice.
Tantomeno i politici di qui e di più in là.
e.b. blogger
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[Mercoledì 23 novembre 2011 – ©
Quarrata/news 2011]
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