sabato 26 novembre 2011

VIOLENZA SULLE DONNE. LA RAGIONE MORTIFICATA


di Luigi Scardigli

La violenza gode di vari gradi di abbrutimento: l’ultimo è quello sui bambini, il penultimo, sulle donne.
Oggi, nel tardo pomeriggio, nella nuova struttura del Fornacione, si è svolto un dibattito, Voci sulla violenza, con relazione di Giovanna Sottosanti, responsabile dell’associazione Liberetutte, Federica Taddei, responsabile servizio Aiuto donne, Vittoria Franco, parlamentare del Pd, e Cecilia Turco, l’avvocato Cecilia Turco.

Parlarne è sicuramente importante della violenza sulle donne: spesso cruenta e dolorosa, altre subdola e per questo sorda, muta, mortificante. Intervenire, forse, sarebbe ancor meglio, doveroso, oserei dire, visto che la statistica rincuora veramente poco. I dati infatti parlano di un’impressionante escalation, con un incremento omicida semplicemente sconfortante.
Nel 2010, in Italia, sono state uccise 127 donne, dato numerico che negli ultimi tre anni è salito del 20%, un oltraggio alla civiltà, una mortificazione della ragione umana, un indice tristemente esaustivo del baratro verso il quale stiamo scivolando.
Pistoia, per fortuna – ma sono coincidenze, anche se nel caso specifico sin troppo gradite –, sembra essere un’isola particolarmente poco tribolata, sotto questo aspetto, anche se è sempre meglio, anzi, indispensabile, non abbassare la guardia.
«Sì, meglio non accontentarsi – racconta Maria, una delle organizzatrici della manifestazione –, anche se è vero che la realtà della provincia pistoiese è decisamente meno drammatica che altrove. Siamo ancora lontane però da dove dovremmo già essere da molto tempo: se ne parla ancora troppo poco e la platee dei nostri incontri sono ancora decisamente troppo femminili».
«Siamo contente della scelta di una giornata (25 novembre, ndr) per ricordare la sistematica e inaudita violenza sofferta quotidianamente dalle donne – sostiene Vittoria Franco, parlamentare del Partito Democratico, da sempre in prima fila in difesa delle donne –, ma non vorremmo che, con l’aver individuato un giorno dell’anno per la sensibilizzazione di questo oltraggio, la questione diventasse commemorativa, sterile, inutile, come se la violenza delle donne fosse un sacrificio ormai riconosciuto anche dal calendario. Oltre all’attività giudiziaria di denuncia e condanna, occorre infatti rafforzare la prevenzione: solo con un’opera massicciamente preventiva, forse, il veicolo della violenza cesserà di essere un mezzo di comunicazione. Sarei felice se i prossimi 25 novembre ci si potesse riunire per parlare dei nuovi traguardi raggiunti e non contare le nuove vittime».

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[Sabato 26 novembre 2011 – © Quarrata/news 2011]

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