PISTOIA. Commento breve. Non reggono più i titoli populisti come Giù
le mani dalla Breda perché il tempo del populismo è finito, perché sono
finite le vacche grasse, perché non è più l’ora che la politica tenga in vita
una supervacca con il solo intento di mungerla a suon di zucchine di
Finmeccanica.
È questa la nuova prospettiva, il vero
scenario del 21° secolo; e non già l’idea – cara a anche a Chiti, che oggi ricompare
in giro sul Tirreno con un suo intervento fatto di parole – che, in
questo momento di smobilitazione del pubblico, si faccia un’eccezione alla
regola e la Breda resti: a Pistoia e sulle spalle dei contribuenti italiani già
pronti per essere super-tartassati.
Ci vuole fegato a sostenere questo
populismo politichese di Berti, Rossi, Fratoni, De Magistris e altri ancora.
E mi spiace davvero dirlo ai lavoratori
che rischiano: lavoratori dei quali anche io ho fatto e faccio parte e – con i
miei licenziamenti passati – forse più parte di loro.
Una cosa dovrebbero tenerla presente,
però: che nessuno dei politici che era al loro fianco a Roma rischia niente, ci
rimette niente e perde niente a stare in corteo.
I lavoratori potranno essere
licenziati, messi in mobilità, resettati o quant’altro: i politici no.
Avranno sempre mille maniglie a cui aggrapparsi.
In nome del populismo che predicano.
e.b. blogger
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Sabato 26 novembre 2011 – ©
Quarrata/news 2011]
Caro Professor Bianchini,
RispondiEliminase fossero intellettualmente onesti, i vari Chiti, Berti, Rossi, Fratoni e compagnia bella, dovrebbero dare un tangibile segnale di solidarietà destinando a quei lavoratori parte dei loro sontuosi stipendi e rinunciare al tempo stesso a qualsiasi privilegio per far sì che ne potesse usufruire chi ne ha veramente necessità e bisogno. Così potrebbero legittimamente fregiarsi del titolo di veri 'compagni'. Erro, professore?
Cordialmente
Sandro A.