mercoledì 23 novembre 2011

CECILIA. MA CON IL PD O CON IL SEL?


di Luigi Scardigli

E Bartoli diventerebbe il candidato ideale e scomodo

 
 Sembrava fatta, per il Pd, alla ricerca del candidato perduto. Da giorni infatti, dopo un’affannosa ricerca del personaggio che potesse contrapporsi – internamente e dunque alle primarie che non riservassero eclatanti e ingestibili colpi di scena – al fiume in piena Roberto Bartoli, circolava, insistentemente, il nome di Cecilia Turco, dell’avvocato, Cecilia Turco, da sempre in possesso del passaporto del Pci.
Donna coraggiosa, professionista stimata, moglie attenta, madre esemplare e militante orgogliosa e indefessa della causa rossa, da Berlinguer ad oggi, Cecilia Turco veste, alla perfezione, gli abiti di colei che avrebbe rassicurato e contemporaneamente rafforzato la famigghia.
Uso apparentemente in modo inappropriato il condizionale perché sembra invece che anche lady Turco abbia in mente una mossa inaspettata ed è quella che farebbe saltare, del tutto, gli equilibri: sì, è vero, Cecilia Turco potrebbe essere una delle aspiranti alla poltrona più comoda di Palazzo di Giano, ma non come ariete ufficiale del Pd pigliatutto, ma a capo, si mormora, di una lista civica o ancor più preoccupantemente (per il Pd, beninteso) come candidata di una lista Sel, partito, quello dei seguaci di Vendola, che da tempo ha fatto sapere, al Pd pistoiese, di non gradire molto i movimenti, solo apparentemente tellurici, in corso di assestamento tra i nonni, figli e nipoti che guidano la nostra città.
L’avvocato Cecilia Turco, dunque, si candiderebbe – e per la prima volta – alla poltrona di Sindaco di Pistoia, ma lo farebbe senza il supporto del Partito Democratico, che l’ha battezzata e cresciuta, in parole povere, anche se, all’epoca dell’adolescenza del futuro avvocato, la mamma aveva un altro nome e, aggiungo io, un’altra identità.
Stride insomma un po’, devo essere onesto, il nome di Cecilia (la chiamo confidenzialmente così perché me lo posso permettere, naturalmente, in nome di una vecchia, sana e disinteressata amicizia) fuori dalla bacheca dell’ex Pci, perché da quando la conosco e da quando mi confronto, civilmente, appassionatamente e democraticamente con lei, anche alle casse dei supermercati, dove spesso ci incontriamo, non ho mai scorto, nelle sue parole e nei suoi atteggiamenti, veli di dissenso: chissà, forse li covava da tempo ed è dipeso dalla mia miopia non riuscire a scorgerli e a scriverne, come faccio molto volentieri!
O la sua inaspettata e repentina, virtualmente, beninteso – non è detto che succeda – mossa ancor più a sinistra è figlia del raid, notturno e cruento, del professor Bartoli, che da quando si è messo a fare politica pubblicamente (dalla cattedra dell’Università inanella comizi da anni), improvvisamente, l’asticella del consenso e della percezione si è considerevolmente alzata, tanto che la sinistra, che non avrà comunque rivali, già al primo turno primaverile, non sa come gestire questo exploit civile e democratico che spiazza la sua notoria sonnolenza.
Ma non c’era Samuele Bertinelli a tranquillizzar tutto e tutti? Sì, è vero, ma da qualche giorno, il giovane antico onesto funzionario di cellula, si è nuovamente sentito usato, come già successe un lustro fa (e per questo andò via accostando la porta), e ha seriamente pensato di rimandare alla prossima legislatura la sua candidatura, preferendo, al momento, restare nella trincea della Edison che presto dovrà fronteggiare la devastante avanzata dell’armata Feltrinelli.
Cosa potrebbe succedere, dunque?
Che Roberto Bartoli, il professor Roberto Bartoli, improvvisamente, diventi, con i galloni conquistati sul campo negli ultimi trenta giorni, il candidato ideale del Pd, partito del quale ne è orgoglioso e legittimo consigliere comunale e dal quale non vuole in alcun modo affrancarsi (lo ha sottolineato con ardore alla convention del Melos) per arrivare, da primo cittadino, in piazza del Duomo.
Certo, se diventasse Bartoli la ciliegina sulla torta del Pd, qualcuno dei due soggetti dovrebbe necessariamente fare qualche passo indietro; e conoscendo l’integrità e l’indipendenza del Professore, facile immaginare a chi toccherebbe alzare le braccia e arrendersi.
All’evidenza, che è ormai indispensabile.

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[Mercoledì 23 novembre 2011 – © Quarrata/news 2011]

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