Mentre sono tutti a Roma per l’incontro
da cui si attende di tutto e di più, un’occhiata ai giornali ci (s)conforta
sempre più riguardo alle nostre opinioni.
Bersani (in nazionale su La Nazione)
si lancia, su Finmeccanica e il suo disastro, in un triplo salto mortale dei
suoi, in una delle sue dichiarazioni epocali: «Occorre
intervenire al più presto per dare certezze. È una grandissima azienda che dà
problemi».
Passera preferisce non rilasciare dichiarazioni
sul caso: ha la sua opinione ma non commenta. Bravo!
Luigi De Magistris – nomen omen,
ognuno ha il nome che ha e che dice cos’è: lui è un maestro – commenta: «I lavoratori non devono pagare cose che non hanno nulla a
che vedere con lavoro e sviluppo».
De Magistris ha ragione: ma a
condizione che raddrizzi il tiro. Deve chiarire che gli altri lavoratori d’Italia
non possono continuare a pagare per gli errori – madornali, tremendi,
catastrofici – della Breda, e per le zucchine marce di Finmeccanica.
Certo è che abbiamo proprio un governo
di professori. Gente che ha tutte le idee chiare, ma che non parla e non dice:
abituata a non manifestare mai il proprio pensiero. Universitas docet,
per lo più il loro lavoro gli insegna a fare così, a non sbilanciarsi mai.
Supermario – Vendola dixit – non
ha fatto cenno né all’ambiente né ai disastri di questi ultimi giorni. Ecco la
riprova del silenzio degli (in)nocenti.
Saremo cucinati a dovere da chirurghi
efficientissimi e di alto stile: in giacca e cravatta e non in càmice da sala
operatoria o da ospedale da campo. E cattedratici con le onorificenze appuntate
sul petto proprio in sala operatoria, quando si apprestano ad aprirci la pancia
e a toglierci le viscere e il superfluo.
Una cosa è certa: se restiamo ancora
con uno Stato che sorregge il pubblico ad ogni costo, se la Breda resterà a
Pistoia a dispetto dei disastri di cui è vittima, quali santi dovremo ringraziare
per gli accanimenti terapeutici che ci toccheranno oltre a Ici-Imu, pensioni
mozze, patrimoniali e aumenti Iva, salvo se altro ancora?
Signori politici, sindacati, lavoratori:
è questa l’equità sociale? E se è questa, non sarebbe meglio tornare al muro di
Berlino prima della caduta, all’onesto e dichiarato statualismo sovietico, al
tutto pubblico, magari uscendo anche da questo fantoccio vuoto che è l’Europa
dei banchieri e di Merkozy?
e.b. blogger
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[Venerdì 25 novembre 2011 – ©
Quarrata/news 2011]
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