Le ‘zucchine’ di Finmeccanica pesano sull’immagine
PISTOIA. Commento breve. Le dichiarazioni di Manfellotto su Rai 3
sono lo specchio della confusione e del depistaggio. E bene – anzi ottimamente –
fa La Nazione quando scrive «Le parole di Manfellotto segnalano in
realtà che c’è ancora molta confusione e incertezza sul futuro di AnsaldoBreda,
dal momento che l’ad di Finmeccanica Orsi aveva esplicitamente parlato di
cessione nelle settimane scorse».
Dimostrazione di tutto questo è la
frase che inizia con «Non credo che ci sia nella mente di Finmeccanica di
dismettere AnsaldoBreda», dato che il verbo credere è il verbo dell’opinione
e non della certezza.
Un altro passaggio chiave, che La
Nazione sembra avere colto con finezza, è questo: «La realtà pistoiese è
stata citata solo di sfuggita dal sindaco» di Napoli De Magistris, che,
ovviamente, parlava per sé e non per gli operai di qua e per questa
microprovincia toscana. Del resto – come è stato più volte sottolineato anche
da certi sindacati pistoiesi, l’accordo Chiti-Bassolino, a suo tempo, svendette
Pistoia all’allora uomo di punta della sinistra napoletana, ovviamente a danno della
fabbrica di via Ciliegiole e dei suoi lavoratori.
«Questa – ha aggiunto Manfellotto – è
la mia opinione. Poi Finmeccanica è il mio azionista e decide». E sarà
purtroppo così, non illudiamoci.
Del resto non fa buona pubblicità, nel
mondo, quel grosso pasticcio in cui Finmeccanica si è andata a ficcare a suon
di zucchine e tangenti pagate ai politici e alla nostra nobile politica
italiana, oggi affidata alle amorevoli cure di Supermario. Altri lati oscuri
riguardano anche la Breda di Pistoia, se si pensa alla storia dell’amianto-mesotelioma
e se si vuole riflettere attentamente fino in fondo e senza bende sugli occhi.
Il Tirreno, dal canto suo, scrive: «Nell’attesa che l’incontro con l’amministratore
delegato serva a scoprire le carte in tavola, chi segue da vicino le vicende di
AnsaldoBreda in questi giorni guarda con particolare interesse alle Hawaii. Qui
in ballo c’è un contratto da 207 milioni di euro per la realizzazione di 43
veicoli per la nuova metropolitana di Honolulu, capitale dello stato americano.
AnsaldoBreda ha presentato la sua offerta in accordo con Ansaldo Sts, visto che
la gara era per la realizzazione ex novo della linea. L’accoppiata tricolore ha
vinto la preselezione e di fatto è in pole position per la firma del contratto.
Ma il 17 novembre il “City Council” di Honolulu ha sollevato dei dubbi sul
conto dell’accoppiata di aziende italiane, entrambe di proprietà di
Finmeccanica, holding sul cui conto circolano notizie poco edificanti sia dal
punto di vista finanziario che giudiziario. Venerdì lo stesso presidente di
Ansaldo Sts Sergio De Luca è volato fino alle Hawaii per rassicurare le
autorità locali. E la missione ha avuto successo, visto che le ultime voci
danno in arrivo la firma del contratto entro la settimana».
Speriamo in bene, ma l’America di Obama
ha l’opinione che ha dell’Italia e dei suoi corrotti e corruttori di Stato.
Certo 207 milioni di euro sono tanti,
ma erano tanti anche i 700 milioni (se non erriamo) delle ferrovie danesi: tutti
finiti in contenzioso.
La conclusione del dire negando la
traccia proprio Manfellotto quando dichiara: «Non
credo assolutamente che ci sia un rapporto fra le vicende di corruzione che
vedono al centro Finmeccanica ed i risultati “in rosso” del Gruppo. La realtà
Finmeccanica è conosciuta nel mondo per la sua alta tecnologia».
Per chi sa leggere il politichese,
parole di questo genere non possono che suonare così: «Speriamo che i nostri scandali non si trasformino in una
frana di proporzioni incalcolabili».
e.b. blogger
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Lunedì 28 novembre 2011 – ©
Quarrata/news 2011]
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