La nostra falsa democrazia
«Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio
pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione».
È il primo comma dell’articolo 21 della
Costituzione.
Eppure, quanti ostacoli a tutto questo!
E neanche oggettivi e nemmeno giustificati e neppure apprezzabili.
Non importa non avere davvero ecceduto
i limiti della cosiddetta continenza: basta che un pm dica il contrario perché
crede di vederlo, questo eccesso, e… possono esserci dolori, con tutto il resto
degli annessi e connessi. Tanto l’Italia si sa com’è fatta; basta ricordare vicende
emblematiche come quelle di Enzo Tortora: prima si fa, poi si valuta e, forse,
da ultimo e per forza, dopo i danni, si chiede scusa e tutti pari.
Viviamo in uno Stato che si professa
democratico e libero, ma che sostanzialmente non lo è affatto.
Siamo, in più, amorevolmente accuditi
da una sinistra che tambureggia da sempre il timpano della libertà di critica,
cronaca e creatività, in nome di quella Costituzione di cui si riempie
sempre la bocca, ma alla quale non ha mai contribuito a dare piena attuazione
neppure quando è stata al potere. Ma basta poco e… sono tutti d’accordo per
imbavagliare e imbavagliarci, in nome di non si sa quale sicurezza nazionale –
come se si trattasse di proteggere i segreti dell’Area 51 e degli alieni
scesi sul nostro pianeta, per non creare allarmismo, e di tutelare la serenità
interiore dei sudditi.
Sono sempre più commosso di questa cura
da parte di chi può. Ma preferirei che i nostri tutori fossero davvero costituzionali,
democratici e libertari. E sempre. E tutti quanti. E senza distinzione.
Lasciando a tutti – e ancor più a chi è
giornalista – la libertà di dire, riflettere e far riflettere con ciò che sanno
e che dicono, piuttosto che intervenendo con goffi garantisti tentativi di imbavagliare
il libero pensiero, l’informazione e la libera circolazione delle idee.
e.b. blogger
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[Domenica 27 novembre 2011 – ©
Quarrata/news 2011]
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