domenica 18 marzo 2012

«NENTE VIDI E NULLA SACCIO». L’APPARENTEMENTE IMBARAZZANTE STORIA DEL VIGILE DI PISTOIA


PISTOIA. Non ci credo. Non credo a niente di quello che ci dicono, da mattina a sera, le Sante Patrie Istituzioni.
La legge, in questo Paese di costante illegalità – e non lo dico io: lo dicono tutti, dal Presidente Napolitano in giù, senza saltare la Corte dei Conti e Ernico Rossi –, è riservata, come scrivevo ieri mattina, ai lavoratori dipendenti e ai pensionati: in pratica a tutti quelli che lavorano al di fuori della Pubblica Amministrazione o delle logge del potere.

All’interno della Pubblica Amministrazione e delle logge del potere, poi, ci sono due grandi categorie di uomini:
a) quelli che possono tutto
b) quelli che – chissà come piovuti dentro alle sacre file delle falangi amministrative/potenti – non sono nell’occhio destro del Dio, ma in quello sinistro.
Questa seconda categoria può solo sperare di sopravvivere se – come facevano i bambini nel campo di Auschwitz – si nascondo nelle fosse delle latrine e cercano di non farsi mai vedere, o, meglio, si rendono assolutamente invisibili.
A coloro che sono inseriti nella categoria a) tutto è concesso.
Di fatto loro sono, per natura e per posizione, “gli invisibili”, quelli che – pur combinandone di ogni tipo e colore – non saranno mai visti e passeranno una vita senza troppi scossoni, ma soprattutto ben garantiti.
Stamattina cadono tutti dalle nuvole. Ieri mattina dalle nuvole c’era caduto il comandante dei Vigili Napolitano – anche se era stato lui a smuovere il putiferio; anche se Pagliai gli aveva chiesto cosa ne sapesse del vigile; anche se Pagliai ci aveva assicurato che lui, in qualche modo, doveva pur essere a conoscenza di tutto.
Stamattina a stupirsi – l’Italia è un Paese di stuponi e, per attrazione necessaria e conseguente, anche Pistoia – sono il direttore genarle del Comune, Renzo Ferri, dalla parte della Nazione, e il dirigente della Protezione Civile, Arnoldo Billwiller, dalla parte del Tirreno.
Viene in mente un particolare, per caso: che il dottor Ferri percepisce un compenso di 108.800 euro annui per sorvegliare l’ambaradan; che Arnoldo Billwiller un po’ meno: solo 85.557 (vedi).
Né l’uno né l’altro, pur allertati da Giampaolo Pagliai, hanno ritenuto loro dovere fare indagini oltre il puro aspetto dell’epidermide. Forse era troppa fatica.
Eppure non credo che per loro, così ben retribuiti, non valga il dovere non del semplice bonus pater familias di sorvegliare sulla correttezza dei dipendenti, ma addirittura – in quanto dirigenti – dell’optimus pater familias.
Non mi importa niente – e tantomeno non importa ai cittadini di Pistoia come di Canicattì – che chiunque di loro possa rispondere come ha risposto al Tirreno Billwiller: «Penso che in caso di patteggiamento l’autorità giudiziaria non abbia l’obbligo di comunicare agli enti il provvedimento, come avviene per le condanna. Ma non mi addentro in una materia che non è la mia». Secondo i princìpi generali del nostro sistema – almeno come ce li insegnavano una volta –, non esiste il mio e il non mio in capo a un pubblico ufficiale: se dalla Procura, dal dottor Luigi Boccia o da chi per loro, niente era venuto, ciò non esimeva (credo) da un accertamento che non si fermasse ‘al fondo tinta’ e al mascara. Altrettanto – credo – avrebbero dovuto pensare a fare anche i sindacati: per tutti i lavoratori ineccepibili.
Il vero problema è che l’Italia è rappresentata da questa Amministrazione e da questo modus operandi dell’Amministrazione stessa.
Pagano sempre i soliti: mai i responsabili e i tutori delle leggi e delle istituzioni. Provate a dire di no.
E come sono inflessibili e giustizialisti, i custodi, quando scoprono che un cittadino qualunque non è – suo malgrado e, forse, anche in perfetta buonafede – in assoluta regola con tutte le decine di migliaia di norme, usi e costumi del nostro perfetto e complessissimo cosmo-ordinamento!
Il Tirreno parla di ‘bufera’? Forse sì, sarà una bufera: ma in un bicchiere c’acqua. Una bufera che – come tutte le altre – finirà in un nulla di fatto.
Buona domenica a tutti – ma mi viene da piangere.
e.b. blogger
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[Domenica 18 marzo 2012 - © Quarrata/news 2012]

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