mercoledì 28 marzo 2012

FRANCESCA NEROZZI. «A PORTE CHIUSE»


di Luigi Scardigli

Un dramma di Jean Paul Sartre che l’armena Marine Galstyan
ha voluto portare in scena

Francesca Nerozzi
Meglio tardi, siamo onesti, che mai.
Anche se il profeta, nel caso specifico, Francesca Nerozzi, e la patria, Pistoia, celebreranno l’evento nunziale A porte chiuse, un dramma scritto da Jean Paul Sartre e che l’armena Marine Galstyan ha ostinatamente voluto portare in scena affidando la traghettata al dimonio Francesca, l’ex bambina prodigio della danza pistoiese che all’età di 29 anni, 24 dei quali trascorsi a danzare e gli ultimi undici a Roma, a trovare il giusto pertugio, si esibisce, finalmente, nella città dove è nata.
L’appuntamento è fissato sabato sera (ore 21), 31 marzo, al teatro Manzoni, in prima nazionale.

Con il giunco adrenalinico Nerozzi al centro della scena, sul palco ci saranno la regista, Marine Galstlyan, suo marito Sargis Galstlyan, che è anche coreografo, e William Pagano, uno che la sua, dicono, la sappia tutta. Completano lo staff i costumi di Naira Abgaryan, le luci di Emiliano Pona, l’audio di Power Rent, la fotografia di Alessandro Moggi e il video di Guido Baroncelli.
«Mi sono immersa anima e corpo in un’esperienza che è un mix, straordinario, di prosa e danza», racconta Francesca Nerozzi, seguita a distanza nel tempo durante la sue innumerevoli performance artistiche: da quando bambina iniziò a prendere lezioni nel corpo di danza di Loris Gai, fino alle sue ultime imprese cinematografiche.
«Nel 2001, quando mi sono trasferita a Roma provando a rinnegare la danza, ho iniziato a confrontarmi con tutta una serie di altre motivazioni artistiche, ma sembra che il ballo abbia deciso di perseguitarmi e stavolta, ad essere onesta, il supplizio è stato sin troppo piacevole».
La trasposizione in scena di un’opera tanto cervellotica e assurda ritmata da una prosa danzante e da una danza contemplativa, a ritmo di tango, tra l’altro, ha già riscosso, in Europa, parecchi attestati di stima. Ora, la regista armena, ha deciso di provare a sfondare il muro italiano, come noto, mai molto incline a solidarizzare con le novità, specialmente artistiche.
«È una scommessa elettrizzante, un’ora e mezzo di piani che si intrecciano, una danza scrupolosissima che arriva fin dove ha ossigeno per poi ricaricarsi con dialoghi che altro non fanno che introdurre i movimenti successivi».
Lo spettacolo, che fa parte della produzione Incontro Verso, promosso da Universo Artedanza Festival (diretta da Claudio Mura, allievo prediletto di Loris Gai), in collaborazione con l’Associazione Teatrale Pistoiese, partirà proprio da Pistoia per il proprio viaggio immaginifico.
Faremo meglio a stare tutti molto attenti, sabato sera, in platea: potremmo essere i primi, ignari e fortunatissimi, spettatori di un evento.

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Foto di proprietà di Francesca Nerozzi.
[Mercoledì 28 marzo 2012 - © Quarrata/news 2012]

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