venerdì 30 marzo 2012

LAVORATORI A RISCHIO. ANCHE LA ‘STARSYSTEM’ IN BILICO


di Luigi Scardigli

Riccardo, Simona, Mirko, Ambra, Federico, Riccardo, Cristian, Riccardo, Raffaele, Elisa, Serena e Andrea.
Sono nomi comuni di battesimo, che appartengono ad altrettante persone che rischiano, nel giro di brevissimo, di perdere il posto di lavoro.

Sono tutti impiegati, da quattro anni, alla Starsystem, il servizio di domiciliazione di posta ordinaria e raccomandate appaltato da Poste Italiane; nessuno di loro è incappato in disservizi, nessuno di loro in pratica è a rischio applicazione articolo 18, quello che tanto piace alla new entry politica del Paese, ma la mole di lavoro, per questa agenzia, è calata sensibilmente e le loro vite, i loro tenori di vita, quelli assicurati da un stipendio mensile poco superiore a 1.000 euro, non sono più così importanti.
Il lavoro è calato perché Poste Italiane, giocando a un macabro risparmio, ha infatti deciso di riinternalizzare parte del lavoro appaltato, nel giugno del 2008, proprio alla Transystem che ora, se vuole continuare a vedere tutti i suoi ragazzi all’opera, è necessario che riduca loro l’orario di lavoro, una classica anteprima di un trailer già visto, un ignobile precedente che porterà, a breve, alla soppressione definitiva dell’agenzia e al conseguente licenziamento dei suoi uomini.
«La cosa incredibile – racconta uno degli impiegati, ascoltati e difesi da Gianluca Balli, della Cgil – è che il servizio stesso, da quando ci hanno sottratto una consistente percentuale delle consegne, è decisamente peggiorato: quello che non è più di nostra competenza è stato riassegnato e spalmato tra i vari portalettere, che a loro volta sono stati investiti da un aumento di lavoro senza alcun riconoscimento accessorio o straordinario».
Il contratto d’appalto di Poste Italiane con la Transystem scadrà il prossimo giugno, ma invece di attrezzarsi per permettere ai vari partnership di presentarsi nel migliore dei modi ai nastri di partenza del prossimo bando, si è già iniziato a lavorare sulla riduzione del personale, un taglio indiscriminato e dissennato che ha gettato – facile immaginare – nel panico più totale gli impiegati.
«Il problema – aggiunge Gianluca Balli, sindacalista – è che questa odiosa mannaia non riguarda e coinvolge purtroppo soltanto i destini dei lavoratori di Pistoia e quelli di Prato, assemblati a questa provincia, ma tutti quelli della Transystem, che agisce e interagisce, a macchia di leopardo su alcune province del centro-nord: i posti a rischio, pensando a tutte le agenzie satellite di Poste Italiane, sono circa tremila, un problema che cercheremo di risolvere a cominciare dall’incontro che avrà, a breve, uno dei nostri massimi esponenti, Miceli, con l’amministratore delegato di Poste Italiane, Sarmi”.
«La speranza – ci dice una delle impiegate – è che da questo stato febbricitante di cose si giunga alla più ovvia conclusione, che dovrebbe tradursi in un totale nostro assorbimento all’interno di Poste Italiane».
«C’è anche il rischio però – ribatte un collega – che si concretizzi il peggio, e cioè che ci mandino tutti a casa».
«No – sintetizza e sentenzia un altro lavoratore –, sarà una via di mezzo: part-time per tutti, con riduzione di orario e stipendio. Sotto i mille euro, però, sarà dura continuare a pagare il mutuo della casa e garantire, ai nostri figli, una dignitosa sopravvivenza».

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Foto di Luigi Scardigli.
[Venerdì 30 marzo 2012 - © Quarrata/news 2012]

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