mercoledì 7 agosto 2013

SECONDO VOI, AL PEGGIO PUÒ ESSERCI UN LIMITE…?


FIRENZE. Ecco cosa si legge sul sito istituzionale della Provincia di Firenze.
Domanda: siamo o no un paese di cattolici osservanti che seguono il principio del crescete e moltiplicatevi?
E la moltiplicazione delle Regioni in questi termini, non somiglia da vicino a ciò che, in oncologia, si definirebbe metàstasi?
Per il resto… fate vobis!

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RIORDINO TERRITORIALE DELLO STATO: LA SOCIETÀ GEOGRAFICA ITALIANA STUDIA CON IL MINISTERO PER GLI AFFARI REGIONALI E LE AUTONOMIE LA DIVISIONE DELL’ITALIA IN 35/40 NUOVE REGIONI

Sostituirebbe le attuali province e i confini regionali per diventare i centri propulsori della gestione amministrativa e dello sviluppo in un rinnovato “patto di cittadinanza”

L’Italia suddivisa in circa in 35/40 nuove regioni che sostituiscono le attuali province e gli  attuali confini regionali per diventare i centri propulsori della gestione amministrativa e  dello sviluppo in un rinnovato “patto di cittadinanza”. Questa la nuova ripartizione  dell’Italia secondo la proposta di riordino territoriale a cui sta lavorando la Società  Geografica Italiana in accordo con il Ministero per gli Affari Regionali e le Autonomie.  All’esame del tavolo di lavoro la riforma del titolo V della Carta Fondamentale che  prevede, come è noto, l’abolizione delle 110 Province ed un riordino istituzionale  funzionale per migliorare i servizi diminuendo la spesa pubblica. La proposta di  “Neoregionalismo” della Società Geografica parte da un importante studio del 1999 che già  prevedeva un ridisegno dei confini regionali volto a snellire la macchina burocratica e  amministrativa delle Province e delle Regioni, oltre che a rivedere il territorio secondo  criteri geografici, demografici, culturali, infrastrutturali e sociali. “Le nuove regioni  sarebbero il risultato di un’aggregazione intercomunale – spiega il Presidente della Società  Geografica Italiana, Sergio Conti –. E non di un accorpamento delle province così come  previsto dal ddl costituzionale approvato negli scorsi giorni.”.  
Si tratta di un disegno programmatico che trascende le consolidate suddivisioni  amministrative provinciali e regionali. Competitività, sostenibilità ambientale,  innovazione socio-culturale rappresentano i nuovi assets strategici su cui fondare una  possibile proposta. L’obiettivo, secondo la Società Geografica, è quello di proporre  un’organizzazione dell’Italia articolato in una molteplicità di centralità strategiche  secondo l’individuazione di una pluralità di “nuovi fattori di localizzazione” che  sostengano un ritaglio amministrativo adeguato al territorio.  Ecco i fondamenti della proposta della Società Geografica Italiana.
– Le funzioni urbane: i sistemi metropolitani caratterizzati da valori più elevati di  densità insediativa (residenziale, produttiva, terziaria, di servizio) rappresentano delle  realtà imprescindibili.
– La delimitazione fisico-funzionale: la presa in carico e la verifica dell’efficienza dei  contesti areali e urbanizzati adiacenti ma nel contempo aggregabili funzionalmente  al “cuore” in quanto sistemi di riequilibrio gravitazionale (residenziale, produttivo,  turistico, del tempo libero). In questo quadro rientrano le cosiddette aree libere che si  trasformerebbero da territori indifferenziati ad aree funzionali specifiche del sistema  di riferimento.
– Le reti di connessione ( e di gravitazione): la verifica dell’accessibilità fra queste  entità territoriali e le zone circostanti dal punto di vista delle infrastrutture.  – La presa in carico del capitale relazionale e sociale.
– La valorizzazione patrimoniale: ovvero una combinazione di vantaggi specifici  sintetizzabili in quattro attributi che potrebbero interagire e rafforzarsi  reciprocamente: il patrimonio storico-artistico, la cultura immateriale, le componenti  ricettive, la dimensione spettacolar-culturale.
– L’individuazione di quei casi in cui il sistema prevede la presenza di due o più centri  che rappresentano congiuntamente una “centralità diffusa”.
– La proposta della Società Geografica rispetterà il più possibile la sovrapposizione  con gli attuali confini amministrativi, laddove questa non metta in discussione i  fondamenti dello scenario proposto.
– Le deroghe della proposta dovranno essere presentate alla popolazione ed essere  oggetto di consultazione.
– Le nuove regioni saranno il più possibile autosufficienti potendo beneficiare al  proprio interno dell’esercizio del maggior numero possibile di funzioni. Ne  deriverebbe, dunque, un risparmio di gestione e una semplificazione del quadro  dell’erogazione di servizi.

[07/08/2013 11.46 Redazione di Met]

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[Mercoledì 7 agosto 2013 | 17:43 - © Quarrata/news]

1 commento:

  1. Magari con nuovi presidenti di regione, vicepresidenti, assessori, consiglieri, dirigenti, impiegati, passacarte, tutti insieme allegramente a foraggiarsi alla greppia di stato che, ahimè, è quasi vuota.

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