FIRENZE. Ecco cosa si legge sul sito istituzionale della Provincia
di Firenze.
Domanda: siamo o no un paese di
cattolici osservanti che seguono il principio del crescete e moltiplicatevi?
E la moltiplicazione delle Regioni in
questi termini, non somiglia da vicino a ciò che, in oncologia, si definirebbe metàstasi?
Per il resto… fate vobis!
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RIORDINO TERRITORIALE DELLO STATO: LA
SOCIETÀ GEOGRAFICA ITALIANA STUDIA CON IL MINISTERO PER GLI AFFARI REGIONALI E
LE AUTONOMIE LA DIVISIONE DELL’ITALIA IN 35/40 NUOVE REGIONI
Sostituirebbe le attuali province e i
confini regionali per diventare i centri propulsori della gestione
amministrativa e dello sviluppo in un rinnovato “patto di cittadinanza”
L’Italia suddivisa in circa in 35/40
nuove regioni che sostituiscono le attuali province e gli attuali confini regionali per diventare i
centri propulsori della gestione amministrativa e dello sviluppo in un rinnovato “patto di
cittadinanza”. Questa la nuova ripartizione dell’Italia secondo la proposta di riordino
territoriale a cui sta lavorando la Società Geografica Italiana in accordo con il
Ministero per gli Affari Regionali e le Autonomie. All’esame del tavolo di lavoro la riforma del
titolo V della Carta Fondamentale che prevede,
come è noto, l’abolizione delle 110 Province ed un riordino istituzionale funzionale per migliorare i servizi diminuendo
la spesa pubblica. La proposta di “Neoregionalismo”
della Società Geografica parte da un importante studio del 1999 che già prevedeva un ridisegno dei confini regionali
volto a snellire la macchina burocratica e amministrativa delle Province e delle Regioni,
oltre che a rivedere il territorio secondo criteri geografici, demografici, culturali,
infrastrutturali e sociali. “Le nuove regioni sarebbero il risultato di un’aggregazione
intercomunale – spiega il Presidente della Società Geografica Italiana, Sergio Conti –. E non di
un accorpamento delle province così come previsto dal ddl costituzionale approvato
negli scorsi giorni.”.
Si tratta di un disegno programmatico
che trascende le consolidate suddivisioni amministrative provinciali e regionali.
Competitività, sostenibilità ambientale, innovazione socio-culturale rappresentano i
nuovi assets strategici su cui fondare una possibile proposta. L’obiettivo, secondo la
Società Geografica, è quello di proporre un’organizzazione dell’Italia articolato in
una molteplicità di centralità strategiche secondo l’individuazione di una pluralità di “nuovi
fattori di localizzazione” che sostengano
un ritaglio amministrativo adeguato al territorio. Ecco i fondamenti della proposta della Società
Geografica Italiana.
– Le funzioni urbane: i sistemi
metropolitani caratterizzati da valori più elevati di densità insediativa (residenziale, produttiva,
terziaria, di servizio) rappresentano delle realtà imprescindibili.
– La delimitazione fisico-funzionale:
la presa in carico e la verifica dell’efficienza dei contesti areali e urbanizzati adiacenti ma nel
contempo aggregabili funzionalmente al “cuore”
in quanto sistemi di riequilibrio gravitazionale (residenziale, produttivo, turistico, del tempo libero). In questo quadro
rientrano le cosiddette aree libere che si trasformerebbero da territori indifferenziati
ad aree funzionali specifiche del sistema di riferimento.
– Le reti di connessione ( e di
gravitazione): la verifica dell’accessibilità fra queste entità territoriali e le zone circostanti dal
punto di vista delle infrastrutture. –
La presa in carico del capitale relazionale e sociale.
– La valorizzazione patrimoniale:
ovvero una combinazione di vantaggi specifici sintetizzabili in quattro attributi che
potrebbero interagire e rafforzarsi reciprocamente:
il patrimonio storico-artistico, la cultura immateriale, le componenti ricettive, la dimensione
spettacolar-culturale.
– L’individuazione di quei casi in cui
il sistema prevede la presenza di due o più centri che rappresentano congiuntamente una “centralità
diffusa”.
– La proposta della Società Geografica
rispetterà il più possibile la sovrapposizione con gli attuali confini amministrativi,
laddove questa non metta in discussione i fondamenti dello scenario proposto.
– Le deroghe della proposta dovranno
essere presentate alla popolazione ed essere oggetto di consultazione.
– Le nuove regioni saranno il più
possibile autosufficienti potendo beneficiare al proprio interno dell’esercizio del maggior
numero possibile di funzioni. Ne deriverebbe,
dunque, un risparmio di gestione e una semplificazione del quadro dell’erogazione di servizi.
La proposta si può leggere in formato
di e-book alla pagina http://www.societageografica.it/images/stories/Pubblicazioni/e-book_il_riordino_territoriale_dello_stato.pdf
[07/08/2013 11.46 – Redazione
di Met]
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Mercoledì 7 agosto 2013 | 17:43 - © Quarrata/news]
Magari con nuovi presidenti di regione, vicepresidenti, assessori, consiglieri, dirigenti, impiegati, passacarte, tutti insieme allegramente a foraggiarsi alla greppia di stato che, ahimè, è quasi vuota.
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