venerdì 26 ottobre 2012

BERTONI, POESIA COME CHIAREZZA E MESSAGGIO


di Luigi Scardigli

Presentato da Giuseppe Grattacaso a ‘Lo Spazio’ in via dell’Ospizio

PISTOIA. Il tempo, fuori, non conta. Ha senso quello che sta dentro, tra le mura, amiche perché appassionate, della libreria Lo Spazio, in via dell’Ospizio, dove nell’odierno tardo pomeriggio Giuseppe Grattacaso, l’ex Presidente del teatro Manzoni, ha avuto l’onore, l’onere – perché non è semplice introdurre un talento, autentico – e l’eleganza di presentare Il letto vuoto e La poesia contemporanea, una raccolta poetica, la prima, e un saggio critico, il secondo, scritti da Alberto Bertoni, docente universitario di Letteratura italiana moderna e contemporanea all’ateneo di Bologna.
Prima che si facesse quella cosa straordinaria che nei crocchi intellettuali si chiama salotto, ho chiesto, al poeta, a cosa serva la poesia.
«Aiuta a vivere, a stare meglio». Verissimo. Ma non basta comporre versi per avere il merito di generare piacere, riflessione, benessere.
«Sono profondamente d’accordo. La poesia è figlia di una lingua, che ha mille rivoli penetrativi e se questa, che soggiace su codici comprensivi indiscutibili, non passa dal mittente al destinatario, beh, c’è poco da dire, la poesia non ha svolto la sua funzione, lo scrittore di quei versi che non sono arrivati a destinazione non può essere considerato un poeta. Nel nostro paese, tanto per essere tassonomici, non credo che la classe dei poeti sia superiore al 2% della intasata moltitudine di chi compone versi».
Finalmente, Bertoni.

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Nella foto, di Luigi Scardigli, Bertoni e Grattacaso.
[Venerdì 26 ottobre 2012 - © Quarrata/news 2012]

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