domenica 28 ottobre 2012

RIFIUTI ZERO, MA I POLITICI SEMPRE ASSENTI INGIUSTIFICATI

di Edi Mattioli

Una giornata di relazioni, informazioni e dibattiti contro la soluzione inceneritorista

PISTOIA. Ieri, nella sala del Dopolavoro Ferroviario, non si parlava di desideri ma di certezze: Rifiuti Zero è possibile!
C’erano tutti… tutti coloro che questo concetto lo hanno metabolizzato e applicato da tempo.
Mancavano i decisori – i politici – che, a breve, dovranno decidere sul Piano Interprovinciale dei Rifiuti. Un piano che, per quanto è noto, vedrà nell’incenerimento la principale soluzione applicata. Una soluzione che, a medio termine, comporterà ricadute negative sulla salute della popolazione: la casistica disponibile è numerosa e probante ed avrebbe sicuramente giovato conoscerla ad un uditorio di decisori, viste le responsabilità che, presto, questi si dovranno assumere.
Mancavano i fruitori ultimi – i cittadini – che, purtroppo, sono privi dell’informazione di base necessaria a comprendere le sostanziali differenze fra le soluzioni possibili.
I relatori, tutti qualificati, hanno affrontato, con lucidità, tutte le problematiche legate ai rifiuti.
Impatto sulla salute. Ne ha parlato il Dott. Gianluca Garetti del Direttivo Nazionale Medicina Democratica, incentrando la sua disamina sui risultati di qualificati studi sperimentali europei (Francia, Inghilterra ed Italia) che evidenziano una diretta correlazione fra emissioni degli inceneritori e patologie oncologiche nella popolazione che risiede nelle zone interessate dalle ricadute delle emissioni.
Il dottor Garetti ha, poi, riferito che in Francia il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Medici ed i principali sindacati medici, alla luce dei dati rilevati, hanno chiesto al Governo una moratoria sulla costruzione di nuovi inceneritori.
Aspetto Merceologico. Ne ha parlato Rossano Ercolini di Rete Nazionale Rifiuti Zero e membro del Centro di Ricerca Rifiuti Zero del Comune di Capannori, evidenziando che dal 2007, anno in cui il Comune di Capannori adottò, per primo, la strategia Rifiuti Zero, al 2012, sono oltre 100 i comuni, dal nord al sud del Paese, che hanno adottato una analoga soluzione.
Ha sostenuto, l’Ercolini, numeri alla mano, che sempre più Sindaci si stanno rendendo conto che ridurre i rifiuti, differenziare e riciclare non è solo una scelta sostenibile sotto il profilo ambientale, ma è pure conveniente sotto il profilo economico. Ha proseguito, poi, evidenziando che la raccolta differenziata porta a porta, da sola, non garantisce alcunché, se contemporaneamente non vengono previsti impianti per il recupero ed attività che impiegano le materie prime seconde recuperate in un ciclo produttivo (infatti, relativamente agli oggetti in plastica, è lo stesso presidente di Revet a rivelare che un terzo di quella da raccolta differenziata finisce all’inceneritore).
Pur disponendo di un mercato di sbocco delle materie prime seconde caratterizzato da una elevata domanda – l’Italia è al terzo posto, con 2,01 milioni di tonnellate, nella graduatoria degli acquirenti di materie prime seconde – la filiera risulta priva di aziende che provvedono alla trasformazione delle stesse. Paradossalmente, nel 2008 i rifiuti provenienti dalla Campania furono recuperati, con impianti a freddo, in Germania, e l’Italia, oltre a fornire l’immondizia, svolse anche un ruolo importante nella fase successiva del percorso di quest’ultima riacquistando le materie prime seconde.
Nel ripercorrere l’esperienza del Comune di Capannori, l’Ercolini ha evidenziato che uno dei primi passi – forse il più importante – è stato quello di ridurre i rifiuti incentivando l’offerta di prodotti alla spina: dal negozio alla spina Effecorta, ai distributori di latte alla spina, alla via della buona acqua, alle iniziative di riduzione intraprese nelle scuole comunali, etc .
Ercolini inoltre, nell’evidenziare la necessità di “chiudere il cerchio” nella gestione dei prodotti post consumo, ha rivelato che un ruolo importante nella messa a punto del protocollo applicato dal Comune di Capannori lo ha svolto il Centro di Ricerca Rifiuti Zero analizzando ed evidenziando varie criticità che caratterizzavano la frazione indifferenziata conferita con il porta a porta.
Grazie al coinvolgimento a livello progettuale dei produttori dei beni recuperati, tali criticità sono state e possono essere eliminate alla radice.
Aspetto imprenditoriale. Lo ha trattato il Dr. Claudio Tedeschi di Dismeco, Marzabotto (Bo), illustrando l’esperienza maturata da un gruppo di imprenditori emiliano-romagnoli che ha investito 10 milioni di euro in un progetto denominato Borgo Ecologico, un sito industriale nel quale le istanze della green economy si uniscono ai principi della responsabilità sociale.
In conclusione dell’interessante serata, Mauro Agostini, del Comitato di presidenza di Confartigianato di Pistoia, ha ricordato che occorre cambiare il nostro stile di vita e che prima di ogni acquisto dovremmo porci varie domande tra cui la prima in assoluto è: «Ne abbiamo veramente bisogno?».
Secondo Agostini dovremmo acquistare solamente oggetti che possono essere “accomodati”; in tal senso, secondo Agostini un vibrato appello andrebbe rivolto ai produttori perché ponessero in commercio solamente oggetti “accomodabili”.
In ultimo ha preso la parola l’Arch. Fabrizio Bertini del Coordinamento dei Comitati Ato Toscana Centro, coredattore di Alterpiano – piano alternativo e potenzialmente immediatamente operativo, basato su riduzione, massimo recupero, qualità, riciclo e produzione di beni riciclabili, illustrandone la struttura ed i contenuti. Una soluzione, quella illustrata dal Bertini, immediatamente operativa, economicamente conveniente, priva di effetti patologici per la salute dei cittadini.
A conclusione, i promotori dell’assemblea, con l’intento di raccogliere idee e proposte per definire ulteriori iniziative volte a costruire un diffuso consenso fra la popolazione sulla strategia Rifiuti Zero, hanno rivolto un appello:
1. agli amministratori locali, e in primo luogo quelli del Comune di Pistoia e dei Comuni della Piana, a copiare le altre realtà che stanno già adottando la strategia Rifiuti Zero;
2. ai cittadini a riflettere sul proprio stile di vita adottando comportamenti sostenibili, informandosi sulla pericolosità degli impianti di incenerimento dei rifiuti;
3. alle categorie produttive ed economiche (artigiani, industriali, agricoltori, commercianti ecc.), in un quadro di opportune incentivazioni, a farsi carico di azioni di riprogettazione dei beni in funzione della loro durabilità e del recupero dei materiali a fine vita.

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Foto di Alessio Bartolini.
[Domenica 28 ottobre 2012 - © Quarrata/news 2012]

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