domenica 28 ottobre 2012

LE FUSIONI E I VESCOVATI SON DAL CIELO DESTINATI?

di Edoardo Bianchini

Una specie di lettera aperta ai ‘padri fondatori’ dell’idea della fusione dei Comuni montani pistoiesi

SAN MARCELLO-MONTAGNA. Qualcuno, forse, si chiede perché Quarrata/news si interessi tanto dei problemi della Montagna. La risposta è la più semplice di questa terra: perché Quarrata/news fa informazione.
Ma allora – Qualcuno insiste – perché quel nome?
E anche qui la risposta è di una scontatezza banale da destare stupore: se Il Messaggero di Roma iniziasse a scrivere ogni giorno dell’ammanco in Comunità Montana (e io credo che dovrebbe davvero farlo, se i milioni rubati non sono una balla del dottor Eller) qualcuno potrebbe meravigliarsene?
È il nome che fa la persona o è la persona che fa e onora il nome che porta? Uno che oggi si chiamasse Dante Alighieri, sarebbe il padre della lingua italiana o un semplice pòero omonimo? E poi: perché un ex-Sindaco di Quarrata diventa Assessore al bilancio a San Marcello…? Ve lo siete mai chiesto o lo avete mai chiesto alla Cormio?
Fine della prima battuta – che ritengo chiarita una volta per tutte: capito, Comitato per la fusione dei Comuni?
Seconda battuta.
Da quando siamo entrati sul territorio montano – e vi garantisco che ci siamo entrati davvero: basta guardare le letture del blog; ma voi lo sapete bene – Qualcuno è rimasto male. Abituato, forse, a far tutto senza opposizione e voci discordanti, s’è trovato – come dire? – con una catena al collo come il cane che voleva scappare dalla Russia.
Allora le reazioni di chi conta in Montagna, sono state di due fenotipi:
1° fenotipo: io non ti conosco, io non so chi sei della famosa canzone; e ti ignoro alla grande – e qui metto certi Sindaci: Gaggini, Cormio, Ceccarelli, che fanno finta di non vedere nemmeno le mail in formato Pec, forse perché loro qualcuno li ha eletti e fanno come gli pare, come del resto è stato detto al Rondò Priscilla durante il Consiglio Provinciale di ieri, iniziato con la pompa magna di una promessa di lunga ‘luna di miele’ – doveva durare ore e ore – e si è invece concluso in una misera sveltina
2° fenotipo: io ti minimizzo e ti rèlego nel limbo delle lavandaie da gora, e ti chiamo internet invece di Quarrata/news, come hanno fatto, durante l’assemblea alla Baccarini per illustrare il progetto fusione-Comuni, il 54enne geometra Roberto Orlandini e/o altri, che hanno parlato di noi come di gente che ama le polemichette (vedi).
Opinione, la sua/la loro. Rispettabile, la sua/la loro. Ma anche discutibile e – come l’ambasciatore in Manzoni, durante il pranzo in casa di don Rodrigo – bastonabile, bastonabilissima.
Ed ecco le legnate, signor Geometra e/o altri.
Copio e incollo da http://www.altopistoiese.it/, il suo/il vostro sito, nato appositamente per – mi si lasci scherzare un po’ – la fonduta dei Comuni: «In data 20 luglio 2012, alle ore 18.00, presso la sede del Dynamo Camp, in Limestre via Ximenes n. 662 si sono riuniti i sigg.ri: Arcangeli Claudio c.f. omissis, Buonomini Marco c.f. omissis, Ceccarelli Carluccio c.f. omissis, Corsini Luigi c.f. omissis, Galli Rolando c.f. omissis, Marmo Luca c.f. omissis, Merciai Giampaolo c.f. omissis, Nesti Fabio c.f. omissis, Orlandini Roberto c.f. omissis, Pieracci Lorenzo c.f. omissis, Pistolozzi Paolo c.f. omissis, Sichi Valerio c.f. omissis, Strufaldi Carla c.f. omissis, Tanganelli Luca c.f. omissis, Tonarelli Andrea c.f. omissis, Tonarelli Giuliano c.f. omissis, Vivarelli Paolo c.f. omissis ed hanno deliberato, ai sensi della legislazione vigente, di costituire un comitato di volontariato denominato “Comitato per la fusione dei comuni di Abetone, Cutigliano, Piteglio e San Marcello Pistoiese” che si prefigge di promuovere e sostenere sia nei confronti della popolazione che delle amministrazioni comunali, ogni iniziativa tesa a favorire la fusione dei comuni di Abetone, Cutigliano, Piteglio e San Marcello P.se. …».
Bravissimi, non c’è che dire. Eroici. Delle vere e proprie punte di diamante-apristrada-RobinHood. Ma dopo più di tre mesi di attività – leggo e cito sempre dal suo/vostro sito – oggi, 28 ottobre, siete ad appena 2.030 (duemilatrenta) visite: come dire? Appena 20 cliccate al giorno in più o meno 100 giorni di vita. Di entusiasmo, da parte della gente, mi pare che ce ne sia proprio poco. Ma avete messo su una palestra-fitness oppure un centro di imbalsamazione e cura dei defunti per fare concorrenza alla Misericordia del Cav. Aligi Bruni?
Poi fate un’assemblea alla Baccarini il 25 ottobre per – come dite voi – addottorare il popolo sull’utilità irrimandabile della fusion; ma, a contar dalla foto più affollata che avete pubblicato e fatto circolare con orgoglio (e qui ve la ripubblichiamo noi, le lavandaie delle polemichette da gora – vedi), non sembra di vedere in sala più di 50 persone o giù di lì: un quarto delle quali, almeno, sono politici o para-politici. Un po’ pochi rispetto alle 1.500 firme raccolte da Graziella Cimeli e dai suoi incazzatissimi compagni di sventura contro la bestialità delle rapine in Comunità Montana: fatte anche ai tempi in cui qualcuno dei ‘padri fondatori’ del Comitato-Dynamone-Fusione erano, in metafora, in sella al cavallo (ma per i risultati ottenuti, sarebbe meglio dire, forse, intorno alla puppa della vacca grassa da latte, anche se loro, quei padri là, non si accorgevano assolutamente di chi la mungeva, quella muccona, e/o di chi ciucciava al capezzolo, che ad Arezzo si chiama mecèllo – il compagno Scarpetti lo può confermare, perché credo che sia proprio di là, di Val di Chio, se non erro).
Poi – mannaggia! – qualcuno mi manda anche una mail che riproduce un pezzo del facebook di Valerio Sichi, uno dei vostri ‘padri fondatori’ (del Comitato-Fusion, ma anche della fu Comunità Montana defunta) e qui – mi permetta, gentile Geometra Orlandini, mi cadono proprio le braccia.
Mentre il caro amico e collega Mauro Banchini, sanmarcellino doc, chiede al Sichi o altri come mai «l’iniziativa (della fusione – n.d.r.) non è stata presa direttamente, come previsto dalle leggi, dai Comuni», il suddetto Sichi chiarisce e ammette «Diciamo che al momento non c’è convinzione adeguata in tutte le sedi ed allora si muove chi ha maturato la convinzione a prescindere»: cioè 20 persone, mi scusi; 16 fondatori e 4 sindaci, più o meno.
E qui casca il donkey. Bastano soltanto questi due passaggi (Banchini-Sichi), egregio Geometra, per tirare le somme, e per tirarle in diverse direzioni: alto-basso, destra-sinistra e aree intermedie, come nella rosa dei venti (non 20: vènti, quelli che soffiano).
Ne spunta un quadro di «pochi ma buoni e ben motivati», che si giuntano al Dynamo per dar vita a un Dynamone.
Motivati da cosa? Dal senso – come direbbe la ormai vostra Assessora Sabrina Sergio Gori – dello spirito del sacrificio e del piacere del donarsi, dell’oblazione e del martirio a gratis per salvare il popolo delle montagne?
Eppure – e torno un passo indietro – alcuni dei più motivati hanno anche amministrato, molto motivatamente, la Comunità Montana e – credo di capire – anche in maniera brillantissima, come Valerio Sichi, vicepresidente e presidente e assessore al bilancio della Comunità stessa negli anni dell’allegra bolgia di Eller: all’anima della motivazione e della promozione della presa di coscienza nella gente meno motivata e dei comuni cittadini truffati mentre i politici stavano lì a grattarsi i cabbasisi – come dice il dottore del commissario Montalbano!
E allora, gentile geometra Orlandini, cosa rappresenta veramente questa cordata trasversale, questa processione di personaggi che si presentano sulla scena come “salvatori della patria che affonda” e che si riuniscono, per giunta, in un luogo ben determinato e perfettamente targato?
Quali sono, in sintesi e fuori dei denti, gli interessi che possono legare tutti quanti al di là del nudo e crudo amor di patria? E dov’era quel sacro e ardente amor di patria, allorquando certi “padri fondatori” amministravano (?) la Comunità Montana senza avvedersi che c’era chi se ne stava attaccato al capezzolo/mecèllo della vacca grassa da latte? E che a nessuno scappi la voglia di minacciar querele, perché a dire questo non è la lavandaia-Bianchini, è l’esimio ed egregio e – come mi dice sempre una mia bella e intelligentissima allieva serba dell’Università – stimatissimo dottor Luca Eller, consulente, at the same time, sia della fu Comunità di Carluccio che dell’Eccellentissima Procura della Repubblica di Pistoia! Se volete citare qualcuno, signori, citate il dottor Luca Eller Vainicher, perdìo!
O, lei, stimatissimo Geometra e/o altri, giudicate anche tutte queste domande – che sono molto sfacciate e dirette, sì, ma senz’altro all’altezza di un giornalismo che vuole davvero informare, sia pure mettendo in imbarazzo – delle chiacchiere e delle polemichette (vedi) da lavandaie da gora (nome fonicamente ben attinente, dato che, fra l’altro, nelle lingue slave – russo, ucraino, polacco – significa appunto montagna)?
In buona sostanza, signori “padri della patria” e “promotori dell’educazione del popolo”, se vi conto, alla fine siete solo una cinquantina contro i 1.500 di Graziella Cimeli. E siete legati anche – in qualche modo, ma in alcuni casi in maniera fin troppo stretta – al disastro della Comunità Montana, al suo ammanco, alla sua mala gestione con responsabilità che non io, ma Eller Vainicher, sottolinea in decine e decine di passi, annotazioni, allusioni (e leggétevela la sua relazione negata!).
Non sarebbe, allora, assai meglio che, seguendo le direttive dell’innovazione bersaniana (cara ai bolscevichi tradizionalisti della cordata di Marco Niccolai) e della rottamazione renziana (cara ai gorbacioviani-perestroici, fra i quali – sicuramente per sbaglio – è finita anche la vostra Assessora al bilancio, che non si rende conto che più che aiutare la rottamazione, forse finalmente finirà rottamata lei, e una volta per tutte!); non sarebbe meglio, dicevo, che vi faceste da parte e lasciaste fare le cose a chi deve farle e non vuole assolutamente farle, visto anche che i Comuni che avevano votato l’unione, alla fine abiurarono o – in metafora – portarono (come noi pettegoli abbiamo scritto) la sposa all’altare dinanzi al Prete-Regione, per poi, al momento di pronunciare il fatidico sì, finire scappando a gambe levate di chiesa e rifiutando la sacra unione?
È proprio dinanzi a questa fuga dall’unione (sovietica?) – come ha scritto di recente il nostro bravo e acuto Marco Ferrari in uno dei suoi post-polemichetta (vedi) – che la vostra infervorata insistenza per la fonduta di SanPitAbeGliano dà l’idea di una volontà di gesuitica conversione imposta sullo stile del film Mission (vedi): insomma qualcosa che non convince proprio per niente.
Ci pensi bene, Geometra. E poi mi sappia dire.

P.S. – Si tenga presente che c’è voluta differenza fra Qualcuno e qualcuno. Casomai non si capisse bene…

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Domenica 28 ottobre 2012 - © Quarrata/news 2012]

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