di Luigi
Scardigli
PISTOIA. È preferibile, quando si ha a che fare con un personaggio non
banale, evitare di fare domande che scatenino, automaticamente, il rimpianto
del silenzio.
Sono alla libreria Lo
Spazio, in via dell’Ospizio, a Pistoia e con Alessandro Ceni, invitato a
presentare il suo ultimo libro, Parlare
chiuso, c’è Gianluigi Paganelli, «una di
quelle persone – ha detto il poeta prima di iniziare a parlare di sé – che la città, Pistoia, dovrebbe forse sfruttare meglio».
Alessandro Ceni, del resto, è uno di quei poeti che
autorizza l’altro, chiunque altro, soprattutto i colleghi, a ritenerlo tale,
perché la poesia di Ceni è veramente una forma musicale che incide, fa sanguinare
e riesce a produrre dolore.
È del resto questo il significato poetico delle poesie, lo
stesso della musica, della pittura, dell’arte nella sua forma più subdola,
infida, detestabile, violenta, distruttrice. Parole di amore profondo, solido e
solidale, una ricerca spasmodica del piacere che non si può cercare, prima che
trovare.
E dopo la lettura di qualche poesia e un attimo dopo aver
ascoltato gli incomprensibili, ma comunque musicali, intra del vecchio e dotto relatore, preferisco chiudere e
suggerirvi la lettura della raccolta.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Nella foto – di Luigi Scardigli – Ceni (in primo piano) e Gianluigi
Paganelli.
[Sabato 20 ottobre 2012 - © Quarrata/news 2012]
Nessun commento:
Posta un commento
MODERAZIONE DEI COMMENTI
Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.