martedì 21 gennaio 2014

TRAGICA RAPINA DI BURIANO: NON SAREBBE L’ORA DI UN GESTO DI RICONOSCENZA?


di ALESSANDRO ROMITI

La persona che dette l’allarme e prestò il primo soccorso vive da vent’anni in Italia, ma è ancora in attesa della cittadinanza

QUARRATA. È passato un anno dalla tragica rapina sulle colline di Buriano che ha costretto Gian Michele Gangale su una sedia a rotelle.
Il processo ha visto assegnate le prime condanne, ma nessuna forma di riconoscenza è stata adottata nei confronti di chi ha permesso il rapido intervento delle forze di Polizia, mettendo a rischio la propria incolumità e consentendo l’arresto dei criminali.

Il coraggioso signor N. al momento dell’aggressione, si trovava nei pressi dell’abitato, impegnato a lavori agricoli alle dipendenze del Conte Spalletti ed è intervenuto sulla scena dell’aggressione senza indugi.
Lo abbiamo incontrato fuori dall’aula del tribunale dove si stava celebrando il processo e abbiamo scoperto che il singor N. è un extra-comunitario (ma con un soggiorno ventennale in Italia, dove ha lavorato come vigilante notturno) che vive all’insegna della precarietà, ma in grande onestà, con la sua famiglia, nella Piana Pistoiese.
Si è sfogato con noi: perché tutti i giorni può toccare con mano come la nazionalità sia ingiustamente usata per stigmatizzare comportamenti delittuosi, creando categorie accusatorie di gente equivoca, discriminata solo per la sua provenienza.
Approfittando delle quattro chiacchiere che fa con noi, il signor N. vuole rivolgere un appello alla società civile per un possibile riconoscimento, vista il senso di responsabilità mostrato nel sostegno dato alla polizia e alla giustizia.
Spera in un’occupazione nuova, senza pretese ma dignitosa, soprattutto per poter dare un po’ di sicurezza alla sua adorata bambina, affetta da una sindrome che richiede cure costanti.
Il processo ha visto tornare in primo piano la determinante figura di chi ha prestato i primi soccorsi agli aggrediti: un soccorritore che, ad oggi, non ha ricevuto alcuna menzione o ringraziamento, mentre, in altre occasioni, episodi di cronaca nera hanno visto consegnare dei riconoscimenti cittadinanza anche a persone irregolari e per ciò costrette ai margini della socialità.
Questo nostro appello è pubblicamente diretto al Prefetto Mauro Lubatti.
Potrà verificare – non gli sarà difficile – la regolarità dei requisiti per una cittadinanza anche per meriti civili al signor N. in nome della comunità.
Oltre che un atto di giustizia per il gesto di coraggio, sarebbe un riconoscimento quasi dovuto per chi ha dato immediatamente buona prova di sé.

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Martedì 21 gennaio 2014 | 10:58 - © Quarrata/news]

Nessun commento:

Posta un commento

MODERAZIONE DEI COMMENTI

Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.