giovedì 4 ottobre 2012

TIA E IVA ILLEGITTIMA. UN NUOVO ESEMPIO DI STUPIDITÀ AMMINISTRATIVA


 di Alessandro Romiti

AGLIANA-PIANA. Con un recente sentenza della cassazione è stato ri-stabilito (incredibilmente, c’è stato bisogno della Suprema Corte per affermarlo!) che la Tia – esosissima tariffa di igiene – è un “tributo” e che quindi, non potrà essere assoggettata all’Iva.
La lettera con cui Giorgio Tibo – presidente del Cis, già sindaco di Montale – accompagnava l’introduzione della nuova Tia (era il 2005) in sostituzione della Tarsu (Tariffa Rifiuti Solidi Urbani) è stata recuperata per farne un’esegèsi accurata, apparendo un documento illuminante per come dimostrativo della tracotanza di certi amministratori, anche diventata uno stile proprio e diffuso caratterizzante gli inceneritoristi tutti.

Il comportamento tenuto da Tibo è stato peraltro dimostrato, nei fatti, dalla condanna nella funzione di responsabile dell’inceneritore di Montale e per il danno ambientale causato alla cittadinanza, concluso nel processo Tibo-Cappocci, con sentenza del Tribunale di Pistoia del 29 febbraio scorso.
Tutti gli amministratori inceneritoristi, sono soliti “esporre” e non “confrontarsi democraticamente”: sia che si parli di ambiente, ovvero di salute, sia che si parli di aspetti economici del trattamento dei rifiuti, ovvero di Tia, e questo, è finalmente il momento del caso di interesse.
Tibo è categorico e determinato nel testo-Tia (vedi prima foto) ai cittadini: dopo una serie di formali considerazioni istituzionalizzanti, giunge la più determinata proposizione, intrisa di un periodo presupponente e autoreferenziale che oggi viene ricacciato al mittente in toto dallo stesso Ministero dell’Economia: “Nella fattura è indicato il meccanismo di determinazione dell’importo da pagare”.
Peccato che l’indicazione di modo, non prevedesse la corretta interpretazione della legge e/o dei suoi errati effetti, che hanno inficiato la qualità dell’imposizione oggi dimostrata e dichiarata illegittima.
Ancora arriva la nèmesi che – tardivamente, quanto inesorabilmente – s’abbatte sulla canna fumaria, pardon, sui responsabili di un’iniziativa amministrativa spregiudicata che, per i suoi effetti moltiplicatori – indotti dal coinvolgimento della cittadinanza sugli effetti di un incasso “indebito” – sembrano causare una frana di dimensioni economiche incontrollabili.
Il fiscalista Rag. Baroncelli di Agliana, interpellato sull’argomento di una ventilata “rivalsa” del Cis srl sull’Amministrazione centrale del fisco, ha ben spiegato che tale intenzione, come sempre richiamata dalle società emittenti delle bollette del servizio rifiuti nei confronti del Ministero dell’Economia (il Cis diceva che “nulla deve”, perché loro hanno versato l’Iva all’erario e quindi non intendono restituirla!) non è praticabile. Il Ministero ha infatti statuito che le azioni giudiziarie di restituzione della quota di “maltolto” vanno rivolte al gestore (nel nostro caso, il Cis srl) e non all’amministrazione finanziaria. Ancora una volta “Dura lex, sed lex”.
Ma quando saranno chiamati gli amministratori “irresponsabili” a fare ammenda, riversando le somme indebitamente tolte dalle tasche dei cittadini? Questi signori sanno che la “responsabilità” non potrà essere una mera enunciazione di princìpi, ma deve far seguire il tintinnìo delle monete?
La vicenda appare grottesca quanto illuminante per la sua facile comprensione. Essa richiede una lettura davvero superficiale e non professionalizzata, per capire che un tributo (Tia) non potrà essere gravato da un’altra tassa (Iva).
Il buon senso, avrebbe certamente suggerito che le società di gestione, all’epoca investite da pesanti critiche e contestazioni, aspettassero l’esito di opportuni quesiti di chiarimenti da proporre (responsabilmente e prudentemente) alle massime sedi istituzionali competenti e, solo dopo, procedere nell’applicazione della – davvero anomala – tassa, se autorizzata.
Purtroppo in questa Italia che si avvia alla Terza Repubblica, il potere pubblico si arroga sempre il diritto di fare come crede: salvo prendere botte sonore e bastonate di santa ragione.
Propongo dunque all’attenzione di cittadini vessati e tartassati anche un modello-tipo per l’inoltro della richiesta-diffida di rimborso.

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Giovedì 4 ottobre 2012 - © Quarrata/news 2012]

Nessun commento:

Posta un commento

MODERAZIONE DEI COMMENTI

Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.