AGLIANA. Dopo il nostro post dallo stesso titolo di questo (vedi),
abbiamo ricevuto, dal Sindaco Eleanna Ciampolini, la precisazione che segue:
Si dice sia prima regola di buon giornalismo
assicurarsi di aver valutato l’esattezza della notizia che si pubblica anziché basarsi
esclusivamente su ‘ci dicono’.
Quando ho deciso di utilizzare la
civetta in questione mi sono preventivamente informata su quali fossero le corrette
modalità della sua esposizione e ciò a maggior ragione in rispetto del ruolo amministrativo
che ricopro; come indicato è stato fatto negli ultimi 20 giorni.
Si badi bene che detta civetta è stata
esposta su area privata e non su marciapiede o area pubblica.
Qualsiasi cittadino può notare che
altri esercizi, sul proprio spazio privato, utilizzano segnalazioni analoghe relative
alla propria attività (es. un ristorante che indica i propri piatti) e non incorrono
in nessuna sanzione.
Ovviamente diverso è l’utilizzo di
uno spazio pubblico.
La diversa colorazione della pavimentazione,
che delimita il marciapiede pubblico dallo spazio privato, avrebbe dovuto insospettire
il solerte giornalista prima di ergersi a paladino unico della Legalità e della
Democrazia sul territorio aglianese.
L’impressione è che, ancora una volta,
si utilizzano false informazioni al solo fine di screditare la mia figura di Sindaco
con l’aggravante di coinvolgere una legittima attività commerciale che svolgo con
altre persone.
Eleanna Ciampolini
TUTTI I CITTADINI HANNO PARI DIGNITÀ SOCIALE E SONO EGUALI DAVANTI ALLA
LEGGE: ANCHE I SINDACI
Ma evidentemente la Signora Ciampolini questo non lo sa né riesce a
immaginarlo.
Tant’è che ieri, per ben due volte (prima con una mail delle 9:21 e poi
con una seconda mail delle 12:48), ha insistito perché pubblicassimo la sua
‘rettifica’ a tamburo battente con considerazioni e motivazioni che, nel
mentre non tenevano presente le norme, erano evidentemente suggerite da un
palese desiderio di trattamento ‘personalizzato’.
Ebbene: non riporteremo le sue ragioni arbitrarie perché, oltre che
destituite di qualsiasi fondamento giuridico, non sembrano per niente
onorevoli per un primo cittadino.
Insistiamo, però, a dirle e a ricordarle che non tenti mai più di
ottenere privilegi.
Davvero questo blog ritiene la legge sovrana e, all’interno di essa e nel
pieno rispetto delle norme, si comporta e si comporterà sempre con la Signora
Eleanna come con qualsiasi altro cittadino di questo Paese.
Q/n
|
Il Sindaco di Agliana, quello stesso
che rappresenta tutti i cittadini e la Legalità; quel Sindaco che non ha aperto
bocca dinanzi all’arresto assai discutibile di un cittadino (un suo collega commerciante)
che teneva semplicemente un cartello in mano, non ama evidentemente essere al centro
dell’attenzione: forse perché, con la presunzione del potere che esercita secondo
il dispotismo del suo compagno Bassanini, sente di dover essere stimata di natura
divina e non – com’era e fu un tempo la politica – come una “servitrice del popolo
e della collettività” con prerogative esplicite di cui, peraltro, il suo democratico
partito la ammanta.
E mentre non sa esprimersi su un episodio
che sembra da regime balcanico se non peggio, si irrigidisce sùbito se qualcuno
poggia l’occhio e ragiona di cose che anche semplicemente la sfiorano: eppure la legge
è chiara quando dice che i primi della fila non solo sono giustamente più sotto
il mirino dell’osservazione, ma su di loro è anche giusto e legittimo che i confini
della continenza possano innalzarsi molto al di sopra del normale: o altrimenti
devono starsene a casa senza entrare nelle stanze dei bottoni. Insomma, il diritto
di critica è più ampio, quanto più ampia è la funzione pubblica, la figura pubblica,
la visibilità pubblica.
È dunque molto sconcertante che lei,
che non sa dire parola per l’arresto di un suo collega commerciante, reo solo dell’esposizione
di un cartello lecitissimo, abbia l’improprio ardire – per non dire la faccia tosta – di insegnarci a fare il “buon giornalismo”.
Si può rispondere solo che lei pensi
a fare il buon Sindaco, che al buon giornalismo ci pensiamo noi, avvertendola che
quel “ci dicono” non è una invenzione, ma un concreta registrazione audio di una decina
di minuti su cui manterremo, ovviamente, il più stretto riserbo per volontà di chi
ha parlato e per tutela e riservatezza delle fonti – una virtù, questo silenzio,
che non sembra molto caratteristica di gran parte della pubblica amministrazione,
perfino di quella che lei stessa presiede.
Ma più che buoni giornalisti, la signora
Eleanna vorrebbe che noi fossimo dei veri e propri indovini con la palla di cristallo
in mano: indovini pronti a desumere, da una diversa (e quasi impercettibile) colorazione
sul marciapiede, dov’è che finisce il pubblico e dov’è che inizia il privato.
Ora è pacifico – crediamo – che non esiste nessuna norma, nel nostro ordinamento,
che chiarisca presuntivamente, di diritto e quindi di fatto, che un colore diverso
significhi proprietà privata anziché pubblica.
Ma vorremmo dire di più e di meglio,
perché la Signora Eleanna capisse più a fondo e definitivamente.
Di solito (e non è il nostro caso) per preservare
una proprietà privata, occorrono termini (= pilastri, confini…), indicazioni e cartelli.
Non di rado accade che, su piazzali e parti di essi, coloro che intendono affermare
e mantenere il diritto di proprietà, inseriscono piastre metalliche su cui si legge
«Proprietà Privata»: cosa che, sull’area in questione, non ci risulta ci sia
né che ci sia stata nei vent’anni e passa precedenti, da quando, cioè, quella superficie
veniva pubblicamente transitata da tutti, tantoché si può parlare – nella
fattispecie – perfino di un uso costante e pacifico da parte di qualsiasi cittadino
italiano fino alla costituzione di una vera e propria servitù pubblica.
Con più – e per di più – se il Sindaco
avesse la bontà di riguardare bene le foto che qui pubblichiamo, si renderà conto
che perfino la sua pubblica amministrazione usa ed abusa dello spazio (che lei definisce
privato) per lasciarvi sopra il cartello-transenna del Comune, che serve
a chiudere la strada della discordia e degli arresti.
Ma questo – in aggiunta – non avviene
solo ora che la signora Eleanna ha in affitto l’immobile in cui gestisce con altri
la libreria: ciò avveniva anche lo scorso anno, come si potrà notare da altra foto
che pubblichiamo e che ci mostra il famoso cartello-transenna su suolo ‘privato’
e non solo.
È dunque da tempo immemorabile che
quello spazio ‘privato’ è, nell’immaginario e nella coscienza collettiva degli aglianesi,
uno spazio di tutti, datoché nessuno lo ha mai espressamente indicato come privato
e che, come tale, per rimanerlo dinanzi al transito pedonale, andrebbe – forse –
chiuso per un certo periodo di giorni all’anno.
Non si irriti troppo, dunque. E non
supponga troppo con le sue impressioni o le sue ipotesi o errate idee-opinioni baconiane:
non è perseguitata né altro.
Accetti, invece, di buon grado, di
poter e dover essere, 24 ore su 24, sotto osservazione: e ogni volta fornisca, com’è
suo preciso dovere, e senza tanti discorsi moraleggianti, le giustificazioni che
la renderanno “libera dal peccato e sicura da ogni turbamento”. Perché, in fondo,
la democrazia è proprio questo: saper accettare, anche da parte di chi ha il potere
in mano, che il “primo” sia il più soggetto al giudizio degli altri tutti.
La ringraziamo di averci risposto
e, soprattutto, confidiamo che, in futuro, lo faccia ancora dinanzi a nostre petulanti,
quanto legittime e doverose osservazioni – che le piacciano o no.
E a proposito… Siamo in regola con
il pagamento dei diritti della pubblicità?
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[Domenica 24 febbraio 2013 | 16:22 - © Quarrata/news]
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