lunedì 25 febbraio 2013

LA TELA DEL RAGNO, UN VERO SUCCESSO


di LUIGI SCARDIGLI

MONSUMMANO. Hanno fatto benissimo, alcune professoresse, a convincere alcuni loro studenti ad assistere a La tela del ragno, lo spettacolo diretto da Stefano Messina e ispirato ad uno dei tanti gialli di Agatha Christie andato ieri sera in scena al Montand di Monsummano Terme.
Hanno fatto proprio bene perché nonostante si sia trattato di un classicone a pieni effetto e meriti, ne valeva davvero la pena: scorrevolissimo, dai ritmi quasi televisivi, gradevole, con un cast eccellente, ognuno perfettamente adatto e adattato al proprio ruolo, senza cadute, né risalite.
Un giallo parecchio giallo, che svela l’assassino solo all’epilogo, ma dai risvolti comici, quelli inglesi, insomma, dove si sorride con gusto e con piacere, ma non ci si sganascia.
Eccellente – e con una schiena davvero maestosa – Claudia Crisafio, moglie, nipote, preda di corteggiamenti, eccellente sbadata, matrigna che si immola sull’altare della figliastra, perfetto anello di congiunzione tra il passato burrascoso della villa immersa nella campagna britannica e i misteri di quel che custodisce, così come tutti gli altri del cast, assortiti, anche fisicamente, nelle dinamiche, velocissime, ma per nulla ansiogene, della commedia, un tributo all’estro della grande e indimenticabile Agatha Christie e un plauso alla rielaborazione di Stefano Messina.
È la storia, tragicomica, di un omicidio nel quale si innescano una serie di contrattempi a catena e che danno, alla rappresentazione, quel fluido magico degli imprevisti nei quali ognuno cerca, più o meno abilmente, di tirarne fuori le gambe, in un andirivieni di sensazioni che si affidano ad una scena unica, ma abilmente poliedrica, del salotto della villa, che possiede due grandi segreti: un tavolino con un cassetto doppio, che nasconde un francobollo a 14.000 sterline e una libreria roteante dove, per un po’, sarà goffamente nascosto il corpo della vittima-carnefice.
Bravi, bravi davvero, tutti, cane compreso, che sembra davvero essere il cane della governante, del giardiniere, buono ad entrare in scena e fare la sua onorevolissima parte così come a raccogliere, al termine, gli applausi del pubblico.
E ancora un bravo a quel corpo di professori che hanno deciso di portare i loro ragazzi a teatro: questo teatro, che non è nulla di nuovo, nulla di avveniristico, nulla di originale, è davvero un modo sottile e delicato per come avvicinare i più giovani alle straordinarie fatiche del palcoscenico e allontanarli, almeno per un paio d’ore, dall’artrosi dell’on-off.

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Foto di Luigi Scardigli.
[Lunedì 25 febbraio 2013 | 06:28 - © Quarrata/news]

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