PISTOIA. Sono rientrate da pochi giorni ma negli occhi, e
soprattutto nel cuore, hanno ancora i pazienti dell’ospedale di Nanoro, in
Burkina Faso, dove per quindici giorni hanno lavorato in un ambulatorio,
appositamente allestito, per effettuare gastroscopie e colonscopie. Sono
Valeria De Carli e Ilaria Tarabori, dottoressa e infermiera dell’endoscopia
digestiva dell’Ospedale di Pistoia, diretta dal dottor Mario Lombardi.
L’Ospedale, denominato CMA, dista circa
100 KM dalla capitale Ouagadougou ed è immerso nella savana, all’interno della
struttura vi sono un reparto di medicina, chirurgia e pediatria con annesso un
centro dove vengono curati i bambini malnutriti e un centro nascite.
“Nel periodo in cui siamo state là – raccontano
De Carli e Trabori – abbiamo effettuato circa una settantina di esami a persone
adulte e bambini diagnosticando ulcere gastriche, ernie, diverticolosi,
poliposi e anche tumori. Nei piccoli pazienti, molti dei quali già sofferenti
per malnutrizione e malaria, sono stati anche rimossi corpi estranei che erano
stati ingeriti da tempo e causavano dolori. La nostra missione è stata quella
di formare il personale, e nonostante gli strumenti a disposizione siano
obsoleti gli esami endoscopici sono stati utili perché da loro ora fanno solo
le radiografie e una volta a settimana è presente un ecografista. E’ stata un’esperienza
positiva sia dal punto di vista medico che umano”.
De Carli e Tarabori, come molti altri
colleghi delle aziende sanitarie delle Toscana, hanno aderito al progetto
regionale “sostegno allo sviluppo della pediatria e dell’endoscopia”. Si tratta
di un progetto che è portato avanti dall’Azienda ospedaliera universitaria
Meyer e dall’associazione Madirò – medici per lo sviluppo fin dal 2007. La
presenza nell’Ospedale dell’Africa occidentale, avviene da parte degli
operatori sanitari toscani in turni e a coppie, solitamente un medico e un
infermiere.
[Scritto da Daniela Ponticelli, mercoledì
20 febbraio 2013 ore 15:30]
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[Giovedì 21 febbraio 2013 | 16:26 - © Quarrata/news]
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