di LOPPA [*]
Un
giorno di “ordinaria speranza” a Roma con il Movimento 5 Stelle
ROMA. Per un cinquantottenne che Roma
l’ha frequentata per le sue amicizie, per tanti provini cinematografici andati
male e, per fortuna, qualche particina in qualche film, ritrovarsi, con dei
panini e qualche coca cola in uno zaino prestato da sua figlia, mi ha riportato
indietro nel tempo.
Perché
dopo tanti anni che non trovavo più un ideale, e soprattutto una convinzione,
in un partito politico, per le parole di Beppe Grillo, seguite non facilmente sul
suo blog da me, che niente ho a che fare con la tecnologia, non potevo certo
mancare in piazza S. Giovanni a Roma, ieri 22 febbraio 2013, per condividere
con gli amici del Movimento 5 Stelle di Pistoia, l’ultimo comizio del comico e
del suo tsunami tour.
Partiti
verso le 11:30 da piazza Cellini di Pistoia e dopo aver riempito un bel pullman
con tante fasce di età, ho avuto il piacere di conoscere il consigliere
comunale del movimento Giacomo Del Bino: ci eravamo parlati solo tramite
computer e poi, con mio piacere e curiosa sorpresa, ho notato un volto noto
della politica Pistoiese, seduto dietro di me, Giampaolo Pagliai.
Sinceramente,
per i suoi trascorsi politici, non ho capito se Pagliai si è avvicinato al Movimento
5 Stelle per curiosità oppure per un ideale ritrovato, ma dalle sue parole e
dalla sua cultura ed esperienza politica, il mio pensiero è che i nostri
giovani consiglieri ascoltino e traggano dei benefici dalle sue passate esperienze.
Verso le
16, dopo una fermata per ristoro in Autogrill, siamo arrivati a Roma, scesi al
parcheggio bus dell’Anagnina, alle porte della città per l’impossibilità di
entrare nel centro storico. Ho subito capito che stava succedendo qualcosa di
grande e di clamoroso nella capitale d’Italia.
Giubbotti
gialli del Movimento 5 Stelle ad attenderci, un’organizzazione impeccabile,
bandiere, striscioni, cartelloni e tanti dialetti e sorrisi.
Tutti in
metrò, ma visto che la stazione di S. Giovanni era bloccata per le migliaia di
affluenze, siamo scesi a quella prima, Re di Roma, e con gli amici di viaggio e
sconosciuti amici, siamo andati a piedi verso la famosa piazza.
Tante
persone già presenti per ritagliarsi quel piccolo spazio per concedersi una
visuale per l’inizio del comizio: abbiamo dovuto rinunciare ai posti sotto il palco,
riservati da ore. Con la mia altezza notevole, mi sono piazzato da una parte e
mi sono sgranato i panini che avevo nello zaino.
Che
meraviglia! Mi sembrava di essere tornato di colpo indietro nel tempo, la
meraviglia di tanti giovani, delle loro risate, delle speranze, della voglia di
vivere…
In pochi
istanti fra la folla ho perso tutti i miei compagni di viaggio, ma ho trovato
altri compagni amici: avevo perso la mia identità di padre con una famiglia ad
attendermi a casa e cantavo, urlavo, saltavo, «bravo
Grillo!». Non ero in un partito, ma facevo parte di una comunità.
Non potevano
mancare il contestatore Paolini e le sue popolari corna, per le tante
televisioni in procinto di riprendere l’evento; non potevano mancare i tanti
punti vendita dei gadget del movimento, per una maglietta ed una spilla per mio
figlio e per dare un contributo con il cuore a quella meravigliosa macchina
messa in moto da tanti volontari pieni di voglia di cambiare questa vecchia
politica cialtrona. E naturalmente non poteva mancare una passata di pioggia,
che non ha fatto danni, ma ha solamente rinfrescato le speranze di tutti noi.
Dell’intervento
dei giovani militanti del partito e del grande Grillo, non parlo perché
arriverei ultimo fra tutti gli altri: veri cronisti e giornalisti di tutto il mondo.
Posso dire solo che ho passato 6 ore in piedi, non muovendo i piedi di un
centimetro, con 3 compresse di antinfiammatori ingollate sul posto per un
dolore alla schiena. Ma quando mi sono girato alla fine del comizio e ho visto
un Tevere di persone dietro di me, credetemi: non avevo mai visto niente del
genere in vita mia. Così mi è passato il mal di schiena e di colpo ho capito
che in quella piazza ci dovevo essere ed ero felice di esserci, ero felice di
condividere un’utopia con tante persone, un sogno che poteva tramutarsi in
realtà.
Cosa dire
per chiudere queste parole scritte da un umile autista? Che l’amico Edoardo
Bianchini, sul suo famoso blog, concede sempre uno spazio immeritato; che siamo
tornati sul pullman per tornare a Pistoia, stanchi ma felici e che un giovane
del nostro movimento, aveva lasciato il portafoglio su una panchina nel
parcheggio dell’Anagnina. Il pullman, appena partito, ha fatto retromarcia ed
il giovane è tornato sul luogo alla ricerca: conoscendo Roma nessuno di noi
credeva sinceramente che potesse ritrovare il suo portafoglio; ma vedendolo
ritornare dopo pochi minuti con un sorriso titanico, abbiamo capito che si era
avverato anche questo miracolo.
Ma noi
siamo toscani e dal fondo del pullman non poteva mancare una geniale battuta: «Se eri ad un comizio del Pd o del Pdl, col cazzo lo
ritrovavi!».
[*] –
Massimo Bianchi
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[Sabato 23 febbraio 2013 | 18:51 - © Quarrata/news]
Si,però,Loppa,dica ai grillini pistoiesi di darsi una mossa. Hanno promesso ma per ora,ciccia! Speriamo bene.....
RispondiEliminaCronaca efficace e simpatica, mitico Loppa, compresa la sua totale ingenuità.
RispondiEliminaNoi due siamo nati, all'incirca, nello stesso anno e dunque ne abbiamo viste di cotte e di crude. In politica e altrove.
Compresi venditori di fumo scesi in politica (uno si chiamava Umberto, l'altro Silvio) in base a populismi, demagogie e, nel caso del Berlusconi, per pure questioni di interesse privato.
Ma ricordo anche altri personaggetti. Parevano enormi e poi si sono rivelati sòle, poco più o poco meno (Antonio Di Pietro, Leoluca Orlando, Antonio Segni, Francesco Rutelli ...).
Adesso è il turno di uno che a me ha sempre
fatto molto ridere. Ma solo come comico perchè come politico mi inquieta e non poco: per quello che dice, per come lo dice, ma anche per quello che fa (il padrone, il demagogo, l'arrogante, il cacciatore di assessori comunali donne solo perchè aspettano un bambino ...).
Sono convinto che un po' di grillini in Parlamento non faranno male, anzi per i primi tempi (in attesa di guastarsi come puntualmente accadrà) siano pure utilissimi per costringere una classe politica così debole a cambiare davvero.
Ma il tuo entusiasmo acritico, Loppa, non mi è proprio. Quasi quasi ti invidio. Ma a me, onestamente, un massiccio voto di pancia per Beppe Grillo (facendo oltretutto andare in Parlamento gente totalmente sconosciuta, selezionata da pochissime altre persone dello stesso giro), mi spaventa non poco. Compreso il Grillo che caccia chi non la pensa come lui. Compreso il Grillo che teme le domande dei giornalisti.
Compreso il guru (inquietante) di un Grillo che se dovesse davvero vincere sarebbe, credimi, il primo a disperarsi chiedendosi affranto "E ora?".