lunedì 4 febbraio 2013

LA CHIESA PISTOIESE VUOLE RINNOVARSI


Il Vescovo annuncia la riforma dei Vicariati e una nuova evangelizzazione contro il rischio di costruire una comunità fatta solo di carta

PISTOIA. Non è poca cosa l’impegno che il Vescovo Mansueto Bianchi si è preso di ridare un ordine alla sua diocesi.
Lo ha spiegato qualche giorno fa nel tradizionale incontro con i giornalisti per festeggiare il loro patrono San Francesco di Sales.
Il Vescovo ha parlato di necessità di rendere più efficace e incisiva l’azione della chiesa nella società e ha pure spiegato che solo partendo da un riordino dei vicariati (struttura intermedia fra parrocchie e curia) si può pensare di ridare vita a ciò che vita ha perso con il passare del tempo e dei tempi.

Pistoia ha 160 parrocchie e 10 vicariati (aree territorialmente e culturalmente omogenee): il progetto è quello di snellire la struttura intermedia, riducendo i vicariati a 7-8 al massimo.
Ma ciò che è parso più interessante è il punto di vista secondo il quale, oggi, la chiesa non si fa se non si può contare anche sull’apporto costruttivo e fattivo dell’area laica, della gente da ammettere e immettere nello stretto e pressante lavoro dei vari consigli pastorali.
E questo rappresenta il punto più critico, anche perché – come ha ben focalizzato monsignor Frosini – manca oggi alla chiesa quella preparazione dei laici che, al contrario, era una risorsa straordinariamente fattiva ed efficace allorquando la fase di preparazione e di rodaggio dei fedeli all’opera avveniva nella palestra dell’Azione Cattolica.
Resta apprezzabile comunque il tentativo – certo non facile – del Vescovo Bianchi di ‘rifondare’ ciò che, nella frammentazione della nostra realtà attuale, ha perso la sua coscienza identitaria; fatto ancor più accentuato – ha detto il Vescovo – dalla cancellazione dei confini sia parrocchiali che vicariali: oggi è, infatti, impossibile credere che una parrocchia possa essere quello che, di solito, è sempre stata in passato, e cioè una realtà più o meno chiusa e conclusa, territorialmente e spiritualmente. Lo impediscono i mezzi di comunicazione e i modi di rapportarsi gli uni con gli altri: ma anche, oltre a questo, l’estrema compositività della nostra realtà umano-sociale, con la massiccia presenza di individui di etnie e culture diverse e di parroci e religiosi anch’essi di etnie e culture distanti e, per certi aspetti, perfino contrastanti.
Il Vescovo ha parlato anche dell’impegno sociale della chiesa e si è soffermato sullo sforzo che, attraverso il Progetto Policoro, mira ad aiutare – sia pure indirettamente – i giovani ad inserirsi nel mondo del lavoro favorendo l’incontro tra chi inizia la propria vita lavorativa e chi, giunto a sera, stacca dalle fatiche quotidiane: «Fare incontrare questi due elementi della società, aiuta a mantenere anche l’occupazione, favorendo il rilievo delle piccole aziende da parte di chi ha intenzione e desiderio di costruire il proprio futuro pur in mezzo a infinite difficoltà».
L’incontro, al di là dell’ufficialità, si è concluso con una amichevole chiacchierata del Vescovo con i giornalisti presenti.
e.b. blogger

Per una cronaca più dettagliata, si veda il blog di Andrea Balli al post dedicato all’argomento.

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[Lunedì 4 febbraio 2013 | 19:10 - © Quarrata/news]

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