PISTOIA. Sempre sulla nostra linea di contestazione e in controtendenza, viene da commentare una notizia che Fabio Calamati ci dà sul Tirreno di oggi.
Ce la propina riportandola pari pari da Fs, senza intervenire con una – a nostro giudizio – necessaria riflessione.
Le Ferrovie si lamentano e rimandano sine die la gara per i treni regionali – e la Breda piange – con la motivazione che tutto questo dipende dai tagli del governo.
Può essere anche vero, ma vi parla un pendolare adottivo, che spesso adopera il treno: con sua somma scontentezza.
E non per i ritardi – ormai siamo tutti abituati. Né per i disguidi – ormai siamo tutti assuefatti. Molto più perché sulle tratte che non siano da Etr o Eurostar, Fs non controlla mai (o quasi) i biglietti della gente: e spesso sono più quelli che non pagano che quelli che pagano il servizio.
Fate una prova. Salite a Firenze e vedrete che – fin dopo Prato – nessuno vi chiederà niente.
Verranno a chiedervi il biglietto solo dopo che sono scesi tutti gli extracomunitari a Prato Centrale e a Porta al Serraglio: cioè quando non ci saranno più potenziali ‘problemi’.
E vanno anche capiti, i controllori, perché possono rischiare molto. Ma non diamo sempre e comunque tutte le colpe al Governo: se si deve fare un servizio gratis, non è meglio limitare le spese a questi chiari di luna? A gratis si può viaggiare anche su un carrello senza tetto, come in India.
Nel Paese della Merkel – dove ero nel marzo 2007 – ho visto salire più volte, fra Wiesbaden e Francoforte, 5 persone con basco rosso, una delle quali capo dei controllori, e chiedere il biglietto a tutti, indistintamente. Nel frattempo nessuno scende. Lo stesso è successo (3 persone) sugli autobus di linea di Wiesbaden. Anche in questo caso nessuno scende. Anche il Copit, in città, ha problemi simili.
Ma perché l’Italia è il paese del bengodi?
e.b. blogger
[Venerdì 4 novembre 2011 – © Quarrata/news 2011]
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