venerdì 16 marzo 2012

19 MARZO AL CIRCOLO GARIBALDI. BARTOLIANI VERSO UNA LISTA CIVICA?


di Luigi Scardigli

Un ‘quasi inevitabile’ dopo l’assurda chiusura del Pd pistoiese – Stanchezza per chiacchiere, false promesse, vuoti proclami, nepotismi percentualistici, quote rosa strategiche e tutto ciò che appartiene al passato

Il naturale, inevitabile tracollo ideologico ha prodotto, tra i vari effetti collaterali, anche quello di un senso di appartenenza partitica decisamente diverso rispetto al passato; molto meno ingombrante, più easy, parecchio labile perché sempre discutibile, e, se non rinnegabile, rescindibile, in un qualsiasi momento.
Anche il Pd pistoiese soffre e gode questa nuova identità. Sì, certo, c’è ancora uno zoccolo duro, durissimo, oserei dire granitico, inattaccabile, forse incorreggibile, fatto di vecchi militanti, ancestralmente legati alla colorazione e alla simbologia dei loro esordi politici, alcuni di loro così vecchi da sembrar sordi e storditi; ce ne sono anche altri, però, i nuovi, che sono giovani, ma già vecchi e alcuni vecchi mai stati giovani, fluttuanti, solo interessati a viaggiare quanto più possibile sulla cresta dell’onda e attenti a capire quando scocchi il point break, per mollare in tempo la tavola e cercare altre scie.

Ma non è degli opportunisti che voglio occuparmi; è una fascia sociale detestabile e detestata, purtroppo in continua espansione, come gli sciocchi, che hanno mamme vogliose e parecchio fertili. Mi premono tutti gli altri, quelli che hanno ancora un forte senso civico e credono fermamente nella sua intramontabilità. Che sono la maggior parte dell’elettorato, quello che ha sempre pensato di avere il pieno diritto di sopravvivere con il massimo della dignità e dell’onestà, occupati e preoccupati di risolvere le microproblematiche quotidiane: famiglia, salute, lavoro, costo della vita, tempo libero ragionevolmente impegnabile, il magma della retorica, con la quale facciamo in molti quotidianamente i conti e che sovente, purtroppo, dobbiamo constatare che non sian tornati.
Questa fascia sociale, con il crollo ideologico, si è ulteriormente dilatata; no, non son diminuiti i furbi e aumentati gli onesti, si è solo allargata la forbice di quelli che non ne possono più. Soprattutto di chiacchiere, false promesse, vuoti proclami, nepotismi percentualistici, quote rosa strategiche, tutto quello che appartiene alla politica che è sul punto di morire, senza alcun cordoglio. Qui si colloca il nuovo, che può godere e soffrire nobili o approssimative mittenze eterogenee, ma che necessita di chiarezza, professionalità, onestà e trasparenza per poter superare il quorum, presentarsi all’elettorato e immaginare di poter essere eletto.
Lunedì prossimo, per la festa del papà, Roberto Bartoli e il suo nutrito stuolo di fedelissimi si ritroveranno, al Circolo Garibaldi, per la quarta volta da quando è nata l’idea del Professore, per decidere cosa fare nei prossimi 45 giorni, quelli che precedono l’appuntamento elettorale. All’ordine del giorno, anzi, della sera, visto che l’appuntamento è alle 21, la lista civica, che verrà salutata, con molta probabilità, all’unanimità, con un solo voto contrario, forse, proprio quello del diretto interessato, che non si vorrebbe arrendere all’evidenza.
Ma si può tirare una volata elettorale con ragionevoli possibilità di avere successo in poco più di un mese e mezzo?
Con il crollo rovinoso delle ideologie, sì. Non ci sono più bandiere da sventolare, ma uomini capaci dai quali farsi rappresentare; e le garanzie politiche, poi, sono diventate altre e lui, il Professore, può dispensarne molte, anzi, con la sua ridottissima squadra, praticamente tutte.

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[Venerdì 16 marzo 2012 - © Quarrata/news 2012]

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