di Edoardo Bianchini
Un fax di preavviso è stato spedito nel
pomeriggio alla Fondazione di don Pancaldo – Informato anche il Vescovo
Mansueto Bianchi – L’intransigenza del patron dell’Apr/Tvl alla base della
richiesta – 7 giorni per la restituzione delle cifre date da Luigi Egidio
Bardelli a titolo di ‘prestiti’ e ricevute dalla Fondazione a titolo di ‘donazioni’
– Nuova causa all’orizzonte
PISTOIA. Et vocavit illum et ait illi quid hoc audio de te redde
rationem vilicationis tuae iam enim non poteris vilicare, «Lo chiamò e gli disse: “Che è questo che sento dire di te?
Rendi conto della tua amministrazione, perché non puoi più essere
amministratore”».
A parlare è il Vangelo di Luca
(16, 2). È il passo famoso in cui siamo al redde rationem, al rendere
conto della propria amministrazione.
Il 6 marzo scorso, come ricorderete, sul
Tirreno, don Diego Pancaldo dichiarava: «Per quanto riguarda tutte le
insinuazioni riferite alla gestione toccherà prima o poi alla magistratura
chiarire se e quante siano state le eventuali “distrazioni” di fondi» (vedi).
Ora – per l’esattezza da oggi pomeriggio
– l’Aias dell’architetto Principato ha bussato alla porta della Fondazione
Maria Assunta in cielo e ha cominciato a porre insistentemente questa
domanda: rendimi conto.
E sta dicendo, l’Aias ortodossa, anche
che, se entro sette giorni non ci sarà la restituzione delle somme passate dalla
vecchia Aias-Bardelli alla Maria Assunta in cielo di don Gargini-don
Pancaldo, sarà proprio la magistratura a doversi occupare di determinare
esattamente le cifre transitate dall’una all’altra cassa, perché esse tornino
esattamente al punto dal quale sono partite: cioè all’Aias, la legittima
proprietaria delle somme stesse, oggi rappresentata non più da Luigi Egidio
(che si è trasformato in Apr), ma da Principato e dai suoi iscritti.
Ma, per chiarezza, riepiloghiamo
brevemente la questione.
Negli anni scorsi – e ce ne sono le
prove certe e documentali – l’Aias di Bardelli, quando ancora il patron di Tvl
non si era ‘dissociato’, ha versato alla Fondazione Maria Assunta in cielo,
presieduta da don Renato Gargini e di cui è segretario don Diego Pancaldo,
somme incontestate per un ammontare di circa un milione di euro. E non è
piccola cosa.
Il problema è che la vecchia Aias di
Bardelli avrebbe fatto uscire queste cifre dalle proprie casse «a titolo di prestito»; il
problema è che, dall’altra parte, le somme sarebbero state fatte entrare nelle
casse della Maria Assunta in cielo «a titolo
di donazioni».
Qui, dinanzi all’entrata di somme «a titolo di donazioni»,
nascerebbe un primo inghippo sostanziale: il nostro ordinamento tanto poco
crede alle donazioni, che non prevede un passaggio (a titolo, appunto, di
donazione) che sia di rilevante valore, se non attraverso il bollo di un notaio
e la presenza di due testimoni.
Dunque: come può avere ricevuto, la Fondazione
Maria Assunta in cielo, somme così rilevanti «a
titolo di donazione», se a garantire questa voce non ci sono – a quanto sembra –
atti notarili e firme di testimoni? La cosa non sta in piedi.
Ma, d’altra parte, se le uscite volute
da Luigi Egidio Bardelli, nella veste di Presidente della vecchia Aias, sono
state trasferite alla Fondazione «a titolo
di prestito», questi prestiti sono stati restituiti oppure no? E se non
sono stati restituiti, qual è il motivo per cui non sono tornati a chi li aveva
concessi, cioè alla vecchia Aias del Presidente Bardelli? La cosa non sta in
piedi.
La mano che Principato, presidente dell’Aias
ortodossa di oggi, ha teso qualche tempo fa a Bardelli; quella mano che da
Bardelli non è stata presa proprio mentre veniva tesa in una simbologia di ‘segno
di pace’, in altre parole l’intransigenza bardelliana nel chiudere le porte in
faccia a tutto e tutti, ha determinato il legittimo risentimento dell’Aias
ortodossa di Principato, associazione che, in quanto proprietaria delle cifre
di cui stiamo parlando, da oggi pomeriggio concede 7 giorni – come i sette
giorni della creazione – alla Fondazione di don Pancaldo per restituire un
milione di euro, ovviamente con gli interessi maturati nel frattempo.
È vero, dunque, quello che diceva don
Diego Pancaldo: che la magistratura dovrà occuparsi della cosa perché, in
difetto della restituzione di quanto percepito, l’Aias-Principato inizierà il
recupero delle somme di sua proprietà attraverso una nuova causa.
La richiesta – abbiamo detto – è stata anticipata
per fax a don Pancaldo direttamente in Fondazione. Da domani dovrebbe partire
la raccomandata che, fra l’altro, sarebbe indirizzata, per quanto ne sappiamo,
anche al Vescovo Mansueto Bianchi.
Un aspetto curioso, ma niente affatto
secondario, di tutta la questione, è rappresentato anche dal fatto che la
vecchia Aias-Bardelli di Pistoia non ha mai avuto personalità giuridica, per
cui il recupero delle somme percepite dalla Fondazione Maria Assunta in
cielo potrebbe anche essere richiesto a chi, agendo in piena rappresentanza
dell’associazione di allora, lo ha fatto con tutti i poteri, ma anche con tutte
le responsabilità: e questi sarebbe lo stesso Luigi Egidio Bardelli, che potrebbe
essere chiamato a pagare di tasca propria quel fiume di danaro uscito come prestito
e incassato come donazione.
Dura lex, sed lex – è proprio il caso di dire.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Martedì 20 marzo 2012 - ©
Quarrata/news 2012]
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