martedì 20 marzo 2012

MARIA ASSUNTA IN CIELO. L’AIAS DI PRINCIPATO CHIEDE LA RESTITUZIONE DI UN MILIONE DI EURO


di Edoardo Bianchini

Un fax di preavviso è stato spedito nel pomeriggio alla Fondazione di don Pancaldo – Informato anche il Vescovo Mansueto Bianchi – L’intransigenza del patron dell’Apr/Tvl alla base della richiesta – 7 giorni per la restituzione delle cifre date da Luigi Egidio Bardelli a titolo di ‘prestiti’ e ricevute dalla Fondazione a titolo di ‘donazioni’ Nuova causa all’orizzonte


PISTOIA. Et vocavit illum et ait illi quid hoc audio de te redde rationem vilicationis tuae iam enim non poteris vilicare, «Lo chiamò e gli disse: “Che è questo che sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non puoi più essere amministratore”».
A parlare è il Vangelo di Luca (16, 2). È il passo famoso in cui siamo al redde rationem, al rendere conto della propria amministrazione.
Il 6 marzo scorso, come ricorderete, sul Tirreno, don Diego Pancaldo dichiarava: «Per quanto riguarda tutte le insinuazioni riferite alla gestione toccherà prima o poi alla magistratura chiarire se e quante siano state le eventuali “distrazioni” di fondi» (vedi).

Ora – per l’esattezza da oggi pomeriggio – l’Aias dell’architetto Principato ha bussato alla porta della Fondazione Maria Assunta in cielo e ha cominciato a porre insistentemente questa domanda: rendimi conto.
E sta dicendo, l’Aias ortodossa, anche che, se entro sette giorni non ci sarà la restituzione delle somme passate dalla vecchia Aias-Bardelli alla Maria Assunta in cielo di don Gargini-don Pancaldo, sarà proprio la magistratura a doversi occupare di determinare esattamente le cifre transitate dall’una all’altra cassa, perché esse tornino esattamente al punto dal quale sono partite: cioè all’Aias, la legittima proprietaria delle somme stesse, oggi rappresentata non più da Luigi Egidio (che si è trasformato in Apr), ma da Principato e dai suoi iscritti.
Ma, per chiarezza, riepiloghiamo brevemente la questione.
Negli anni scorsi – e ce ne sono le prove certe e documentali – l’Aias di Bardelli, quando ancora il patron di Tvl non si era ‘dissociato’, ha versato alla Fondazione Maria Assunta in cielo, presieduta da don Renato Gargini e di cui è segretario don Diego Pancaldo, somme incontestate per un ammontare di circa un milione di euro. E non è piccola cosa.
Il problema è che la vecchia Aias di Bardelli avrebbe fatto uscire queste cifre dalle proprie casse «a titolo di prestito»; il problema è che, dall’altra parte, le somme sarebbero state fatte entrare nelle casse della Maria Assunta in cielo «a titolo di donazioni».
Qui, dinanzi all’entrata di somme «a titolo di donazioni», nascerebbe un primo inghippo sostanziale: il nostro ordinamento tanto poco crede alle donazioni, che non prevede un passaggio (a titolo, appunto, di donazione) che sia di rilevante valore, se non attraverso il bollo di un notaio e la presenza di due testimoni.
Dunque: come può avere ricevuto, la Fondazione Maria Assunta in cielo, somme così rilevanti «a titolo di donazione», se a garantire questa voce non ci sono – a quanto sembra – atti notarili e firme di testimoni? La cosa non sta in piedi.
Ma, d’altra parte, se le uscite volute da Luigi Egidio Bardelli, nella veste di Presidente della vecchia Aias, sono state trasferite alla Fondazione «a titolo di prestito», questi prestiti sono stati restituiti oppure no? E se non sono stati restituiti, qual è il motivo per cui non sono tornati a chi li aveva concessi, cioè alla vecchia Aias del Presidente Bardelli? La cosa non sta in piedi.
La mano che Principato, presidente dell’Aias ortodossa di oggi, ha teso qualche tempo fa a Bardelli; quella mano che da Bardelli non è stata presa proprio mentre veniva tesa in una simbologia di ‘segno di pace’, in altre parole l’intransigenza bardelliana nel chiudere le porte in faccia a tutto e tutti, ha determinato il legittimo risentimento dell’Aias ortodossa di Principato, associazione che, in quanto proprietaria delle cifre di cui stiamo parlando, da oggi pomeriggio concede 7 giorni – come i sette giorni della creazione – alla Fondazione di don Pancaldo per restituire un milione di euro, ovviamente con gli interessi maturati nel frattempo.
È vero, dunque, quello che diceva don Diego Pancaldo: che la magistratura dovrà occuparsi della cosa perché, in difetto della restituzione di quanto percepito, l’Aias-Principato inizierà il recupero delle somme di sua proprietà attraverso una nuova causa.
La richiesta – abbiamo detto – è stata anticipata per fax a don Pancaldo direttamente in Fondazione. Da domani dovrebbe partire la raccomandata che, fra l’altro, sarebbe indirizzata, per quanto ne sappiamo, anche al Vescovo Mansueto Bianchi.
Un aspetto curioso, ma niente affatto secondario, di tutta la questione, è rappresentato anche dal fatto che la vecchia Aias-Bardelli di Pistoia non ha mai avuto personalità giuridica, per cui il recupero delle somme percepite dalla Fondazione Maria Assunta in cielo potrebbe anche essere richiesto a chi, agendo in piena rappresentanza dell’associazione di allora, lo ha fatto con tutti i poteri, ma anche con tutte le responsabilità: e questi sarebbe lo stesso Luigi Egidio Bardelli, che potrebbe essere chiamato a pagare di tasca propria quel fiume di danaro uscito come prestito e incassato come donazione.
Dura lex, sed lex – è proprio il caso di dire.

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[Martedì 20 marzo 2012 - © Quarrata/news 2012]

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