venerdì 30 marzo 2012

BERTINELLI’S LIST. E PISTOIA FU SALVA


PISTOIA. Il dado è tratto e ora tutti potranno dormire sonni tranquilli: il nuovo è alle porte e i problemi saranno spinti lontano mille miglia.
Leggo dalla Nazione: «Parità assoluta di genere: 16 uomini e 16 donne. Nove non iscritti al partito. Quattro consiglieri comunali uscenti. Sette segretari di circoli territoriali. Tre sostenitori di Cecilia Turco alle primarie. Nessuno di area Roberto Bartoli. Trova la quadratura del cerchio la lista Pd per il Consiglio comunale, che si presenta alla città in conferenza stampa con il segretario comunale Paolo Bruni, il provinciale Marco Niccolai, e Giovanni Sarteschi, attuale capogruppo in Provincia e candidato capolista. Come nel 2007 con Renzo Berti, anche stavolta per il partito che esprime il candidato sindaco del centrosinistra vale la regola: “chi è in lista non potrà essere nominato assessore”».

Fate quattro conti con il lapis come una volta: 16 a 16 sarà la garanzia di base della buona politica. Già: perché un Consiglio Comunale è una ricetta dell’Artusi e di sale ce ne vuole q.b. (quanto basta). Ma poi come sono dosati tutti bene gli ingredienti! Nove non iscritti al partito: garanzia di indipendenza; quattro uscenti: moderata continuità; tre turchiani: certezza del rispetto del 16% della Cecilia; sette segretari di circoli: quattro virtù cardinali (prudenza, fortezza, giustizia e temperanza) e tre virtù teologali (fede, speranza e carità). Ma meglio di qualsiasi altra cosa: nessuno di area di Roberto Bartoli. E questo è ciò che più conta, perché chi destabilizza o anèla alla diversità rinnovata, va decisamente messo alla porta e cacciato a dovere fuori, dove c’è tenebra e stridore dei denti.
Eppure… eppure (e qui sono perfettamente d’accordo con le osservazioni di Umberto Semplici in Il volo della gallina, http://umbertosemplici.blogspot.it/2012/03/il-volo-della-gallina.html), la verità sui bartoliani la dice proprio quel Paolo Bruni che ha preso, sin da sùbito, la situazione per la collottola e non l’ha mollata fino a portarla alle estreme conseguenze: ovviamente nel nome della democrazia.
Dice Bruni, sempre sulla Nazione: «Malgrado l’assenza dalla lista, nel Pd non si dispera di poter contare anche sul voto dei bartoliani. “Non è stato possibile avere nessuno in lista perché dopo aver discusso al loro interno hanno deciso così — afferma Bruni. Tuttavia, all’abbandono di Bartoli non sono seguite dimissioni di massa dal partito. Certo, non è stato un passaggio indolore, ma adesso che c’è da scegliere fra centrodestra e centrosinistra siamo certi che chi votava Pd continuerà a farlo”. Il segretario provinciale sottolinea che la “formazione non è stata fatta con il bilancino degli ex. È una lista autenticamente democratica e l’entusiasmo della campagna elettorale permetterà di lasciare alle spalle le polemiche delle ultime settimane”».
Sì. Quella di Bertinelli è davvero una lista autenticamente ‘demo(stratamente)cratica’, cioè palesemente impostata sul braccio di ferro di chi conta, alla faccia delle minoranze. Ma è anche vero – ne sono certo – che «adesso che c’è da scegliere fra centrodestra e centrosinistra siamo certi che chi votava Pd continuerà a farlo». È sempre stato così e, in fondo, sono solo fatti loro.
Come osservatore, però, vorrei solo sapere una cosa – alla quale i Pd non risponderanno mai, ne sono certo: «Tirando la volata come capolista al candidato sindaco Samuele Bertinelli, Giovanni Sarteschi è destinato a prendere il posto di Luciano Mazzieri alla guida del gruppo Pd a Palazzo di Giano. “Non ho chiesto questo impegno — tiene a specificare l’avvocato —. Avverto anzi un senso di disagio verso gli elettori e il mio gruppo in Consiglio provinciale. Ma — dice — è stato ritenuto che la mia candidatura fosse non solo utile ma necessaria».
Ecco: mi piacerebbe sapere, da Sarteschi, in cosa e perché la sua candidatura sia stata ritenuta «non solo utile ma necessaria», perché, detta così, la cosa rimane del tutto gratuita e immotivata. È chiedere troppo?
Calma, però. Tanto ora a Pistoia arrivano Debora Serracchiani, Massimo D’Alema e Pierluigi Bersani.
La città è salva.
Edoardo Bianchini
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Venerdì 30 marzo 2012 - © Quarrata/news 2012]

1 commento:

  1. i nomi in lista sono un autentico "premio fedeltà alla corrente" - senza entrare nel merito della qualità e competenza delle persone, ché non è bello.

    RispondiElimina

MODERAZIONE DEI COMMENTI

Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.