di Luigi
Scardigli
Riccardo, Simona, Mirko, Ambra, Federico, Riccardo, Cristian,
Riccardo, Raffaele, Elisa, Serena e Andrea.
Sono nomi comuni di battesimo, che appartengono ad
altrettante persone che rischiano, nel giro di brevissimo, di perdere il posto
di lavoro.
Sono tutti impiegati, da quattro anni, alla Starsystem,
il servizio di domiciliazione di posta ordinaria e raccomandate appaltato da
Poste Italiane; nessuno di loro è incappato in disservizi, nessuno di loro in
pratica è a rischio applicazione articolo 18, quello che tanto piace alla new
entry politica del Paese, ma la mole di lavoro, per questa agenzia, è
calata sensibilmente e le loro vite, i loro tenori di vita, quelli assicurati
da un stipendio mensile poco superiore a 1.000 euro, non sono più così
importanti.
Il lavoro è calato perché Poste Italiane, giocando a un macabro
risparmio, ha infatti deciso di riinternalizzare parte del lavoro appaltato,
nel giugno del 2008, proprio alla Transystem che ora, se vuole
continuare a vedere tutti i suoi ragazzi all’opera, è necessario che riduca
loro l’orario di lavoro, una classica anteprima di un trailer già visto,
un ignobile precedente che porterà, a breve, alla soppressione definitiva dell’agenzia
e al conseguente licenziamento dei suoi uomini.
«La cosa incredibile – racconta uno degli impiegati,
ascoltati e difesi da Gianluca Balli, della Cgil – è che il servizio stesso, da
quando ci hanno sottratto una consistente percentuale delle consegne, è decisamente
peggiorato: quello che non è più di nostra competenza è stato riassegnato e
spalmato tra i vari portalettere, che a loro volta sono stati investiti da un
aumento di lavoro senza alcun riconoscimento accessorio o straordinario».
Il contratto d’appalto di Poste Italiane con la Transystem
scadrà il prossimo giugno, ma invece di attrezzarsi per permettere ai vari partnership
di presentarsi nel migliore dei modi ai nastri di partenza del prossimo bando,
si è già iniziato a lavorare sulla riduzione del personale, un taglio
indiscriminato e dissennato che ha gettato – facile immaginare – nel panico più
totale gli impiegati.
«Il problema – aggiunge Gianluca Balli, sindacalista – è che
questa odiosa mannaia non riguarda e coinvolge purtroppo soltanto i destini dei
lavoratori di Pistoia e quelli di Prato, assemblati a questa provincia, ma
tutti quelli della Transystem, che agisce e interagisce, a macchia di
leopardo su alcune province del centro-nord: i posti a rischio, pensando a
tutte le agenzie satellite di Poste Italiane, sono circa tremila, un problema
che cercheremo di risolvere a cominciare dall’incontro che avrà, a breve, uno
dei nostri massimi esponenti, Miceli, con l’amministratore delegato di Poste
Italiane, Sarmi”.
«La speranza – ci dice una delle impiegate – è che da questo
stato febbricitante di cose si giunga alla più ovvia conclusione, che dovrebbe
tradursi in un totale nostro assorbimento all’interno di Poste Italiane».
«C’è anche il rischio però – ribatte un collega – che si
concretizzi il peggio, e cioè che ci mandino tutti a casa».
«No – sintetizza e sentenzia un altro lavoratore –, sarà una
via di mezzo: part-time per tutti, con riduzione di orario e stipendio. Sotto i
mille euro, però, sarà dura continuare a pagare il mutuo della casa e
garantire, ai nostri figli, una dignitosa sopravvivenza».
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Foto di Luigi Scardigli.
[Venerdì 30 marzo 2012 - © Quarrata/news 2012]
Nessun commento:
Posta un commento
MODERAZIONE DEI COMMENTI
Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.