Conferenza stampa Bartolomei-Pagliai ai
Gruppi Consiliari – Si profila un’estate da Sahara
PISTOIA. E se quest’estate resteremo – com’è più che probabile –
senz’acqua? Come potremo cavarcela? E cosa sta facendo quest’amministrazione,
anche solo per iniziare timidamente a indurre la cittadinanza a comportamenti
virtuosi?
Sono state queste le domande che stamattina Alessio
Bartolomei, nel rivolgersi alla stampa cittadina, si è posto, dopo avere
sottolineato che la Giunta Berti non ha nemmeno pensato di far cenno al
problema.
E su questo aspetto Bartolomei è entrato nel tema del
bacino di Gello, un vero problema viste le difficoltà che caratterizzano l’opera,
attualmente bloccata sia per motivi tecnici che per motivi economici.
Quest’anno, fra l’altro, c’è anche un altro non
secondario aspetto che crea forti perplessità e preoccupazioni: il cantiere del
nuovo ospedale, al campo di volo, sta venendo su proprio in una zona di pozzi
che attingono al subalveo dell’Ombrone e alla relativa falda. Ma la movimentazione
delle grandi masse di terra dell’area, contribuiscono a intorbidare l’acqua
sottostante, imponendo una captazione e un sollevamento molto ridotti rispetto
ai reali fabbisogni cittadini. Oltretutto in quell’area è situato anche il
pozzo Quota 136, il più profondo e il più produttivo, ma, volendo, anche
il più critico, proprio per la sua portata, se dovesse verificarsi una siccità
come, purtroppo, ci stiamo aspettando.
«Il bacino di Gello – ha concluso
Bartolomei – sarà dunque una priorità assoluta del mio programma».
Alla conferenza stampa, presso i Gruppi Consiliari,
erano presenti anche Nicola Barbarito e Giampaolo Pagliai.
E “l’uomo con il cilindro del prestigiatore” che tira
fuori conigli bianchi, il più anziano consigliere comunale della città – come ama
dire lui stesso –, il vicesindaco quasi istituzionale ha tracciato le coordinate
della situazione idrica di Pistoia e del suo territorio ricordando, con una affermazione
che quasi non sembra vera, che questa città è poverissima di risorse idriche:
non ha fiumi, non ha ghiacciai, non ha laghi naturali e gran parte delle
precipitazioni si scaricano a displuvio verso l’Emilia e l’Adriatico ben più
che verso la Toscana e il Tirreno.
Gello, realizzazione pensata nel 68 e messa in
funzione due anni dopo, fu – per qualche tempo – la salvezza della città,
finché, nel 90, entrò in crisi per l’eccessivo attingimento che ne determinò,
con un effetto-deserto, il cedimento dell’argine di tenuta.
Quel che è accaduto dopo – e che sarebbe troppo lungo
raccontare – meriterebbe un vero e proprio libro-inchiesta sulle attività e le vicende
politico-amministrative di Pistoia: anche se non è detto che, prima della fine,
questo libro possa essere scritto.
Pagliai ha toccato anche il tema dell’Acar e del
Consorzio dell’Alto Reno: quel grande progetto che – voluto da Gestri,
Franconi, Nardi e dal Pci – avrebbe dovuto invasare tutta la valle del
Reno, dalle Piastre a Pontepetri, per dare acqua buona a Pistoia e Bologna, ma
anche a Prato e a Firenze: un progetto che prevedeva una programmazione di
acquedotti da quell’epoca fino al 2015; incredibile, ma vero.
Di tutto questo – furono perfino spesi 300 milioni
della Comunità Europea per il tracciolino, la piccola strada di destra
che i carotaggi del terreno necessari a evitare l’effetto-Vajont – non è
rimasto nulla, se non il ricordo.
Oggi Pistoia, invece, rischia di restare a secco e di
passare una vera estate da Sahara.
e.b. blogger
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Venerdì 30 marzo 2012 - © Quarrata/news 2012]
Nessun commento:
Posta un commento
MODERAZIONE DEI COMMENTI
Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.