PISTOIA. Non ci credo. Non credo a niente di quello che
ci dicono, da mattina a sera, le Sante Patrie Istituzioni.
La
legge, in questo Paese di costante illegalità – e non lo dico io: lo dicono
tutti, dal Presidente Napolitano in giù, senza saltare la Corte dei Conti e Ernico
Rossi –, è riservata, come scrivevo ieri mattina, ai lavoratori dipendenti e ai
pensionati: in pratica a tutti quelli che lavorano al di fuori della Pubblica
Amministrazione o delle logge del potere.
All’interno
della Pubblica Amministrazione e delle logge del potere, poi, ci sono due
grandi categorie di uomini:
a)
quelli che possono tutto
b)
quelli che – chissà come piovuti dentro alle sacre file delle falangi
amministrative/potenti – non sono nell’occhio destro del Dio, ma in quello
sinistro.
Questa
seconda categoria può solo sperare di sopravvivere se – come facevano i bambini
nel campo di Auschwitz – si nascondo nelle fosse delle latrine e cercano di non
farsi mai vedere, o, meglio, si rendono assolutamente invisibili.
A
coloro che sono inseriti nella categoria a) tutto è concesso.
Di
fatto loro sono, per natura e per posizione, “gli invisibili”, quelli che – pur
combinandone di ogni tipo e colore – non saranno mai visti e passeranno una
vita senza troppi scossoni, ma soprattutto ben garantiti.
Stamattina
cadono tutti dalle nuvole. Ieri mattina dalle nuvole c’era caduto il comandante
dei Vigili Napolitano – anche se era stato lui a smuovere il putiferio; anche
se Pagliai gli aveva chiesto cosa ne sapesse del vigile; anche se Pagliai ci aveva
assicurato che lui, in qualche modo, doveva pur essere a conoscenza di tutto.
Stamattina
a stupirsi – l’Italia è un Paese di stuponi e, per attrazione necessaria
e conseguente, anche Pistoia – sono il direttore genarle del Comune, Renzo
Ferri, dalla parte della Nazione, e il dirigente della Protezione Civile,
Arnoldo Billwiller, dalla parte del Tirreno.
Viene
in mente un particolare, per caso: che il dottor Ferri percepisce un compenso
di 108.800 euro annui per sorvegliare l’ambaradan; che Arnoldo Billwiller un po’
meno: solo 85.557 (vedi).
Né l’uno
né l’altro, pur allertati da Giampaolo Pagliai, hanno ritenuto loro dovere fare
indagini oltre il puro aspetto dell’epidermide. Forse era troppa fatica.
Eppure
non credo che per loro, così ben retribuiti, non valga il dovere non del
semplice bonus pater familias di sorvegliare sulla correttezza dei
dipendenti, ma addirittura – in quanto dirigenti – dell’optimus pater familias.
Non mi
importa niente – e tantomeno non importa ai cittadini di Pistoia come di
Canicattì – che chiunque di loro possa rispondere come ha risposto al Tirreno
Billwiller: «Penso che in caso di patteggiamento l’autorità giudiziaria non abbia l’obbligo
di comunicare agli enti il provvedimento, come avviene per le condanna. Ma non
mi addentro in una materia che non è la mia». Secondo i princìpi
generali del nostro sistema – almeno come ce li
insegnavano una volta –, non esiste il mio e il non mio in
capo a un pubblico ufficiale: se dalla Procura, dal dottor Luigi Boccia o da
chi per loro, niente era venuto, ciò non esimeva (credo) da un accertamento che
non si fermasse ‘al fondo tinta’ e al mascara. Altrettanto – credo – avrebbero
dovuto pensare a fare anche i sindacati: per tutti i lavoratori ineccepibili.
Il vero
problema è che l’Italia è rappresentata da questa Amministrazione e da questo modus
operandi dell’Amministrazione stessa.
Pagano
sempre i soliti: mai i responsabili e i tutori delle leggi e delle istituzioni.
Provate a dire di no.
E come
sono inflessibili e giustizialisti, i custodi, quando scoprono che un
cittadino qualunque non è – suo malgrado e, forse, anche in perfetta buonafede
– in assoluta regola con tutte le decine di migliaia di norme, usi e costumi
del nostro perfetto e complessissimo cosmo-ordinamento!
Il
Tirreno parla
di ‘bufera’? Forse sì, sarà una bufera: ma in un bicchiere c’acqua. Una bufera
che – come tutte le altre – finirà in un nulla di fatto.
Buona
domenica a tutti – ma mi viene da piangere.
e.b. blogger
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[Domenica 18
marzo 2012 - © Quarrata/news 2012]
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