di Luigi Scardigli
«Mandare
Bertinelli al ballottaggio? Un successo!» – «Sono sempre stato un realista e
non ho mai sofferto di presunzione» – «Ho grande stima per Bartoli e per la sua
linea politica»
Anche la squadra
del terzo polo, quello nato dall’inesorabile eclissi totale degli uomini di
Berlusconi, prova a correre per conquistare lo scranno di Palazzo di Giano.
E in politica,
si sa, De Coubertin ha sempre lasciato a desiderare: chi corre lo fa per
vincere, partecipare non basta davvero.
L’ufficialità
della nuova formazione è stata data stamani, poco dopo mezzogiorno, con il
fiore all’occhiello del team, Alessio Bartolomei, in inspiegabile ritardo. A
scaldare i motori del paddock ci sono stati però tutti i suoi uomini: il
rampante e giovanissimo Nicola Barbarito, quello che dovrà convincere le mamme
e le loro figlie; Giampaolo Pagliai, un’onda impazzita, deciso a rompere le
righe, senza toni eufemistici, a chiunque lo tenga lontano dal quadro dei
bottoni; Federico Gorbi, un uomo e un politico ufficiale, che parla a braccio,
anche al cospetto delle telecamere accese, senza voler sapere prima, dal
collega microfonato, di cosa si disquisirà; Alessandra Forsini, Udc, una donna
rassicurante, persona seria.
Alessio continua
a tardare e allora, i suoi delfini, decidono che si possa iniziare anche senza
l’uomo delle stelle.
Il tavolo e l’attenzione
se le prende lui, naturalmente, Giampaolo Pagliai, un ex socialista che mai e
poi mai si permetterebbe di rinnegare Bettino: snocciola i punti sui quali, il Terzo
Polo, cavalcherà la propria tigre, quella che dovrebbe condurli fin sotto le
logge per il ruggito trionfale.
Ripresa e
occupazione, non son più prescindibili, come la riduzione dei costi della
politica, tanto insostenibili quanto inutili e irritanti; rilancio di un centro
storico che tra gabelle e divieti sembra somigliare sempre più ad un ostello
fatiscente; sviluppo del territorio, viabilità ed infrastrutture, sicurezza,
ambiente e verde pubblico, asili nido e scuole materne, l’aspetto sociale, lo
sport, da ultimo e diciamoci la verità, per forza.
Eccolo Alessio
Bartolomei. Un po’ trafelato, ma è stato sicuramente costretto da impegni
inderogabili. Lui, la politica, la conosce benissimo, come tutti quelli che
correranno i prossimi 6 e 7 maggio.
«La politica sta
male e noi – racconta – abbiamo il dovere, e credo anche il potere, di poterla
rivitalizzare. Lo faremo usando la nostra metodologia, che è chiarezza, onestà,
serietà, abnegazione, professionalità. Lo faremo tenendo ben presente le due
punte dell’attuale panorama: quella dei delusi, quelle dei disillusi. Ci
rivolgiamo a tutto quell’elettorato che pare aver smarrito la voglia della
politica, non certo il senso civico».
Mandare il Bertinelli al ballottaggio, sarebbe già un trionfo, non credi?
«Sì, è
verissimo, ma dico e aggiungo che qualora il candidato più accreditato dovesse
non ottenere il placet al primo turno, vi assicuro che al ballottaggio,
vincere, sarebbe un problema, nonostante Samuele stia facendo incetta di liste
e consensi un po’ ovunque».
Ma non sei l’unico a contendere lo strapotere del Pd: Bertinelli, al
ballottaggio, potrebbe andarci con altri candidati…
«Certo, sono
sempre stato un realista e non ho mai sofferto di presunzione. Siamo
perfettamente consapevoli di tutte le difficoltà, ma non ci tiriamo indietro.
Se ballottaggio dovesse essere e senza di noi, valuteremo tutte le possibilità
di caldeggiare, eventualmente, altri soggetti».
E se ci fosse Roberto Bartoli, cosa faresti?
«La stima verso
il Professore è grande e anche verso la sua linea politica e programmatica.
Certo, il Terzo Polo, qualora fosse, appoggerebbe Roberto Bartoli allo sprint
finale, così come farebbero lui e i suoi elettori, voglio ben sperare, qualora
i pistoiesi premiassero la nostra linea come contraltare al Pd: non è un
ricatto, beninteso, ma condivisione».
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[Lunedì 26 marzo
2012 - © Quarrata/news 2012]
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