martedì 6 marzo 2012

PD APERTO AL RINNOVAMENTO? «ROBERTO, VIÈNTENE VIA!»


di Luigi Scardigli

C’è qualcosa di terribilmente anomalo, che tracima nel patologico, tra Roberto Bartoli e il Partito Democratico: il professore dell’ateneo fiorentino, dopo essere uscito sconfitto, seppur nell’onore di un mare di inaspettabili e inaspettati consensi, dalle Primarie del centro-sinistra, rivendica ora, a pieno titolo e diritto, non un posto al sole, ma un posto affinché il sole continui a splendere, o più cautamente, perché non sopraggiunga la tempesta.
Ma il Pd, che l’ha avuto più tra le scatole che come fiore all’occhiello, negli ultimi cinque anni di Consiglio Comunale, ora non ne vuole più sapere e nonostante abbia garantito alla seconda forza del partito – i bartoliani, appunto – la debita considerazione nelle liste, ha espressamente detto al professore di levarsi di torno.

E qui si ferma l’anomalia. E inizia la patologia, biunivoca, naturalmente.
È patologico, anzi, forse delittuoso, da parte della forza più espressiva del centro-sinistra, il partito democratico, appunto, ignorare, fino a tentarne una vera e propria emarginazione, una figura tanto interessante e un programma così ben fatto e ampiamente condiviso come quello progettato da Roberto, che non ha saputo scalfire la roccaforte di Samuele Bertinelli, ma ha retrocesso quelle, energicamente difese e brillantemente sponsorizzate, di Cecilia Turco e Alberto Niccolai, la terza e quarta espressione delle Primarie.
Biunivoca perché a questo punto, l’ostinazione di Roberto Bartoli – che continua a rivendicare una sua costruttiva autonomia all’interno del partito – inizia a suscitare legittimi dubbi di ragionevolezza: il Pd non lo vuole più; anzi, non l’ha mai fortemente voluto. L’ha tollerato, fino a quando ha potuto e dovuto, l’ha profondamente temuto in occasione delle Primarie, ma ora che è stato sconfitto, preferisce privarsene, anzi, esige di farne a meno.
Carissimo Roberto, capisco profondamente l’idea romantica che ha mosso il tuo alto fattore, come la divina potestate, la somma sapienza e perché no, il primo amore.
Ma dinanzi a questo Pd, probabilmente, non fur cose create se non eterne e lui, forse, eterno dura: lascia ogni speranza, Roberto e vieni via! [l.s.]

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[Martedì 6 marzo 2012 - © Quarrata/news 2011]

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