di Luigi Scardigli
Domani sera, alle ore 23:30, orario nel quale si chiuderà approssimativamente la serata, Roberto Bartoli, il professor Roberto Bartoli, entrerà a pieno regime nell’urna del ballottaggio delle primarie del centro-sinistra.
Lo farà ufficialmente alla fine della convention che si svolgerà domani, con inizio alle 21, al Melos, gli ex Macelli, fino ad ora deputato più alla musica e alle rappresentazioni teatrali, che agli eventi politici.
Ma hanno fatto bene, Bartoli e il suo staff, a scegliere una location anomala, per l’investitura. La sua candidatura infatti esce decisamente dagli schemi dell’abitudinario e nonostante sia, a pieni effetti e meriti, pasta del centro-sinistra, è certamente più laica rispetto all’ortodossia della chiesa del Pci, e si rivolge ad una platea che non ha affatto chiare le idee non tanto per chi ubbidire di votare, ma se valga ancora la pena di andare a farlo.
Il Pd però, di cui Roberto Bartoli è attualmente consigliere comunale, fino a questo momento non sembra aver gradito questa auto convocazione all’urna: avrebbe preferito, quelli che hanno sventolato per anni la bandiera con la falce e il martello, che a contendersi il diritto di concorrere alla poltrona più prestigiosa di Palazzo di Giano, fossero solo e soltanto personaggi di casa, anche se spesso, con la falce e il martello, nessuno li abbia mai visti all’opera.
Una titubanza, quella del partito più rappresentativo del centro-sinistra tutto, non solo pistoiese, che stride fragorosamente con il vento che pare essersi alzato e che dia l’impressione di essere in grado di spazzare buona parte della vecchia nomenclatura e non solo quella filo moscovita, ma della politica tutta.
Unica, magrissima, consolazione è rappresentata dal fatto che di là dall’Ombrone – ancora una volta in festa per avere già la certezza, a sei mesi dal voto, di sedere, anche per il prossimo lustro, all’opposizione –, siano tutti in trepidante attesa di sapere se valga la pena andare al funerale dell’agonizzante Premier nazionale o se uscire dalla sua casa un attimo prima che tiri le cuoia, rivendicando, ancor sull’uscio, la non appartenenza.
L’appuntamento con l’urna comunale, come noto, è fissato per la prossima primavera: Pistoia, e le sue migliaia di cittadini aventi diritto di scegliere, dovranno, in questo blasfemo bipolarismo, stabilire chi sarà il cittadino che possa, in qualche modo, essere il più rappresentativo per il maggior numero di persone. Vere e proprie suspence, il segreto del voto, non dovrebbe riservarne; la vera adrenalina da ansia di prestazione si consumerà tutta all’interno del Pd, soprattutto per come i vertici dell’ex Pci riusciranno a gestire e metabolizzare, nel migliore dei modi, la dotta patata bollente.
La serata dell’investitura sarà gradevolmente introdotta da una performance teatrale, già sperimentata alla libreria Lo Spazio – quartier generale dell’ufficio-stampa di Bartoli –, e affidata all’inedita, ma simpatica coppia molto metropolitana, Mauro Pompei and Massimo Talone, per poi chiudersi con le note rock di jamsessionisti musicalmente ringalluzziti dall’idea che il loro futuro Sindaco possa essere uno di loro.
Il rischio infatti, con Bartoli candidato, non sarebbe quello di non avere la certezza di mettere, per l’ennesima volta, la bandierina rossa sul Campanile, ma sapere, di quei tanti che si son finora beati di averla issata, quanti ne resteranno.
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[Mercoledì 9 novembre 2011 – © Quarrata/news 2011]
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