mercoledì 9 novembre 2011

VIVAISMO. COME FARE A DARGLI TORTO?




Riceviamo da un lettore e pubblichiamo:

È pur vero che non si può generalizzare, ma questi vivaisti pistoiesi tanto considerati e apprezzati dai politici e dalle istituzioni locali, che non perdono occasione per mettersi in bella evidenza e reclamizzarsi con apprezzabili e lodevoli iniziative, che godono di notevoli agevolazioni e contributi da parte dello Stato, danno veramente un bell’esempio. Sono davvero bravi: complimenti!
Certo che farsi belli sulle spalle degli altri spendendo i soldi sottratti alla collettività è fin troppo facile.
Cordialità,
Sandro A.
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[Mercoledì 9 novembre 2011 – © Quarrata/news 2011]

1 commento:

  1. L'intelligenza di un giornale si misura dalla qualità delle informazioni. Che tipo d'informazione ha dato nella pagina in oggetto? Che da una parte il vivaismo cerca di sopravvivere attraverso l'impegno, la ricerca di opportunità che derivano dall'innovazione, circondato non proprio dalle agevolazioni o dai contributi dello Stato (mi piacerebbe sapere a quali si riferisce il sig. Sandro). Siccome cita i soldi della collettività è forse opportuno fare una distinzione che possa far comprendere l'inutilità di quell'articolo che fomenta il non facile rapporto di buon vicinato fra cittadini e vivaisti, forse basandosi sull'intramontabile concetto "dividi ed impera". L'articolo parla del 40% delle aziende vivaistiche non in regola ma se ci si va ad informare tutto parte da Prato, da un controllo sull'attività delle piccole imprese, anche artigianali. Qui non stiamo parlando di vivaisti che sono presenti sul territorio da decenni, sul quale hanno investito senza necessità di andare all'estero come hanno fatto tanti industriali, che hanno offerto occupazione e ricadute economiche, stiamo parlando di piccole imprese a conduzione familiare che spesso rappresentano una seconda attività messa su per "arrotondare" magari facendo piante nell'orto di casa. Le aziende vivaistiche pistoiesi offrono lavoro a circa cinquemila persone, persone che si vestono, mangiano, utilizzano servizi. Considerando l'indotto si arriva a circa diecimila persone che vivono grazie al vivasimo. Quanti abitanti ha Pistoia? Novantamila? Stiamo parlando dell'11% della popolazione. Quanta percentuale di pistoiesi occupa la Breda?
    Esistono molti, forse troppi luoghi comuni sul vivaismo: non pagano le tasse (falso), ci rubano l'acqua (falso), inquinano l'aria ed i corsi d'acqua (falso). L'aspetto tragicomico è dato dall'analisi sulla salute dei vivaisti pistoiesi fatta dalla Fondazione Pofferi, chi la conosce? Nessuno. Cosa dice? Che lo stato di salute dei vivaisti pistoiesi è superiore del 30% di tutti quelli italiani. Nessuno pensa che i vivaisti al 90% vivono nelle loro aziende con la propria famiglia, che interesse avrebbero ad usare prodotti tossici dove possono giocare i loro figli? Qualcuno ha mai pensato che a Pistoia non esiste un allarme ozono o polveri sottili? Con 5mila ettari di piante in crescita l'assorbimento di Co2 è mostruoso e la qualità dell'aria superiore a quella di ogni altra città. Chi gira osservando per le strade interne della periferia si sarà accorto di quanti aironi ci sono nei corsi d'acqua, ci sarebbero se fosse inquinata? In estate manca l'acqua nelle case ma i vivaisti irrigano? Non sono loro che sottraggono acqua al Comune, hanno pozzi e bacini di raccolta. Forse se l'amministrazione pubblica avesse curato i bacini idrici collinari anzichè lasciarli degradare, se avesse attinto acqua dalla montagna pistoiese anzichè andare a pomparla dal campo di volo ci sarebbero meno problemi.
    Spero di aver lasciato spunti sufficienti per poter riflettere sul vivaismo ed aiutare a comprendere che è una risorsa ben superiore a quella della Breda che contribuisce alla qualità della vita dei pistoiesi.

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