di LORENZO CRISTOFANI
PISTOIA. Senza eccessiva visibilità o evidenza è entrato in funzione, a Pistoia, il
nuovo ufficio per la città storica.
Si tratta di una struttura che era prevista nel piano di Cervellati, il
piano per il centro, concepito per gestire con la massima attenzione e
valorizzare quel patrimonio monumentale, urbanistico, paesaggistico, artistico
e quindi culturale in senso lato, racchiuso dalle mura medicee.
Non è un caso che molte altre città di antico regime abbiano un apposito
strumento per mantenere la specificità del loro nucleo storico.
Parafrasando
Michelucci, che verrà ricordato tra qualche mese con importanti iniziative, si
può affermare che una grande sfida di questo millennio sia il mantenimento dell’equilibrio
tra città storica e città che cresce (moderna), un equilibrio fragilissimo,
proprio per le contrapposte caratteristiche di questi due organismi, che non
deve esser rotto. In tale ottica è opportuno attuare politiche compatibili con lo
spirito e l’identità dei luoghi: questa la funzione dell’ufficio appena
costituitosi.
Dopo la doverosa premessa non è fuor luogo iniziare a dare voce e lustro ad
una delle tante e particolari tessere della nostra città storica: il quartiere
di San Marco, da piazza san Bartolomeo fino alla Brana.
In particolare si propone un sonetto dell’anarchico e poeta Virgilio
Gozzoli – un sammarchino fin troppo
sconosciuto in patria – sull’andamento sinuoso di via Porta san Marco ed una serie di immagini
dell’area degli orti monastici di San Bartolomeo.
Gli antichi orti costituiscono lo spazio verde più esteso all’interno della
seconda cerchia muraria e potrebbero impreziosire la qualità dell’abitare (e dell’offerta
turistica) di tutto il centro cittadino, se usati seguendo una programmazione
attenta e rispettosa della vocazione sociale e millenaria di quei luoghi.
È anche riportata una stampa dell’editore Alighiero Ciattini, inizi del
Novecento, appartenente alla collezione di Paolo Bresci, animatore, assieme ad
altri, del gruppo facebook Pistoia com’era,
un vero serbatoio di cartoline e foto d’epoca, da cui potrebbero scaturire,
rivolti alla città – perché no – suggerimenti e stimoli per una autentica e diffusa sensibilità circa il
suo patrimonio.
PERCHÉ È STORTO
Perché San Marco è storto un ti sa di
nemmen la storia vera la ragione.
Ma seondo ’ mi’ studi la ’agione
va ricercata ’n questo fatto ’i :
Da quanto mi fu dato d’intuì
Seguendo il corso dell’indagazione
mi risultò che prim’ er’ un rione
diritto ’ome l’altri, ma subì
la storgitura nverso ’l novecento
’uando ’n Pistoia ravvilionno ’l vino
(almeno ’osì dice Cinquecento)
E che a son di spallate nnelle mura
tra Baccalà, Titone e Tognarino
creonno l’attuale storgitura.
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[Venerdì 1 febbraio 2013 | 16:20 - © Quarrata/news]
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