di FELICE DE MATTEIS
SAN
MARCELLO.
Non siamo stati teneri con la Sindaca di San Marcello e siamo ancora convinti
che non sia la persona giusta, come Sindaco, nel luogo non giusto, il Comune di
San Marcello. Troppa estemporaneità, nessuna progettualità, neppure la minima
capacità di poter spostare una cabina del Copit in quel di Gavinana.
Ci
è sempre apparsa, la Cormio, e non solo a chi scrive, come un Sindaco messo lì
dalla frana, per caso, tanto per portare un volto nuovo e non compromesso con
lo sconcio della Comunità Montana e con ciò che inevitabilmente si sarebbe
prodotto in seguito. Insomma, un Sindaco a termine in attesa che i “furbetti
del quartierino”, loro sì sommamente compromessi, potessero, all’ombra della
caritatevole Dynamo, purificarsi esteriormente e risalire in sella una volta
portato a termine il progetto Comunone/Dynamone.
La
Silvia sembra aver compreso il “giochetto” e si è giustamente ribellata.
Giustamente
perché anche la dignità ha il suo prezzo e di passare per “badante” del vecchio
che si stava riproponendo non deve proprio esserle andato giù.
Ha
usato uno strumento che fa sempre presa, quello della volontà popolare che ha
diritto di esprimersi a ragion veduta sull’ipotesi-Comunone ed ha trovato
validi sostegni sia nel Consiglio Regionale, che nella seduta del 10 giugno ha
rimandato la votazione sulla fusione a freddo dei Comuni Montani, sia sui suoi
stessi compagni di Cutigliano, che con
un documento ufficiale contestano il modo ed il metodo di questa fusione
a freddo dei comuni montani.
Li
ha messi all’angolo, la Silvia, i suoi compagni di ‘antico pelo’, pretendendo
ciò che è giusto pretendere: un voto consapevole su un referendum-ruffa che,
non necessitando di quorum, avrebbe visto coinvolte solo le truppe cammellate di
Adamo e di Valerio il Lupo.
Adesso,
però, viene il bello, perché se anche il Pdl della Montagna seguirà, come
sembra, questo percorso, “i compagnucci della parrocchietta” rischiano
seriamente di essere sommersi dalle pernacchie degli abitanti dell’Appennino
che non si dimenticano che da trenta anni e passa, questi signori che manovrano
all’ombra del Dynamone, hanno contribuito, in modo determinante, all’agonia
della Montagna in tutte le sue strutture e forme.
Forse,
senza volerlo, a Silvia è stata la “donna della provvidenza”.
Silvia,
resisti!
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[Mercoledì 12 giugno 2013 | 18:51 - © Quarrata/news]
MI pare, e lo dico indipendentemente dalle posizioni che si possono avere riguardo al Comune Unico ed al Comitato Promotore o da quello che si può pensare della classe politica che ha amministrato la Montagna per decenni, che in questo articolo si faccia l'elogio dell'incoerenza: più che l'attaccamento alla Montagna (il cui declino, senza il Comune Unico in tempi brevi, a me pare inarrestabile), si evince che sia un pregio l'attaccamento alla poltrona!
RispondiEliminaCome dice il compagno Renzi, lei vuole mettere Dracula come futuro presidente dell'AVIS /Comune Unico? O concorda con la legge regionale n.69/2007 che concede 6 mesi per comprendere le cose, altrimenti c'è il trattamento sanitario obbligatorio?
RispondiEliminaPer il momento, forse per poco, siamo ancora in Italia........