martedì 18 giugno 2013

IL PROF. PACI E LA FONDAZIONE CARIPIT, UN GRASSO CHE COLA DA OGNI PARTE MENTRE LA CITTÀ È COSTRETTA A FARE LA DIETA

di FELICE DE MATTEIS

Acquisti immobiliari e spese a larga mano – Dagli appartamenti presso la chiesa della Misericordia all’Uniser, pagata poco meno di 500 € al metroquadro, attraverso Palazzo De’ Rossi e Palazzo Sozzifanti E i contributi promessi alla Fondazione Maria Assunta in Cielo?

PISTOIA. La kermesse chiamata “Dialoghi sull’uomo” è terminata. Trecentocinquantamila euro “fumati” per rinverdire il decrepito mecenatismo di Papa/Papà/Io/Lui, Prof. Ivano Paci.
Sarebbe interessante sapere, tramite la Camera di Commercio, i benefici prodotti sul territorio: presenze negli alberghi in primis. Magari ce lo potrebbe dire anche Il Sole 24 Ore se, come sembra, è stato propagandato l’evento anche su questo quotidiano (a pagamento?). E tanto per mettere la ciliegina sulla torta, il 6 giugno si è svolta, nei locali della Fondazione Caripit, una pubblica manifestazione dal titolo che è tutto un programma “La Missione (proprio così, Missione!) della Fondazione etc. etc.”, sommo esempio di autoesaltazione dell’ego che si autoalimenta con i denari altrui.

Per onore di cronaca, questi ludi verbali si sono svolti nel Palazzo De’ Rossi che ha evidentemente la capienza per simili manifestazioni; così quella speculazione immobiliare che ha riguardato Palazzo Sozzifanti con la scusa di acquisire spazi che palazzo De’ Rossi non poteva offrire – tipo le riunioni del Consiglio dei soci – si è dimostrata l’ennesima bufala anche se Papa/Papà, nella sua rivista Società e Territorio “fa dire” che “nel novembre 2011 abbiamo firmato il contratto di acquisto di alcuni importanti spazi del Palazzo Sozzifanti […]. Per quanto vasto, il restaurato Palazzo de’ Rossi non offriva e non offre alcun spazio ad ospitare le riunioni del Consiglio Generale […]”; e ancora, udite udite, il Palazzo Sozzifanti “presenta evidenti vantaggi logistici integrati per di più dalla disponibilità di un posto macchina del tutto assente nella sede principale”.
Compreso bene? Più di due milioni e mezzo di euro per recuperare un ambiente dotato di posto macchina e con una sala capace di poter accogliere, se mai partecipassero tutti, i membri del Consiglio Generale che non superano le cento unità.
Per la plebe evidentemente basta Palazzo De’ Rossi! Il nostro rispettabilissimo mecenate, forse, non sa che Palazzo de’ Rossi e le sue innumerevoli sale sono ancora nel ricordo di quelli che un tempo erano ragazzi, che adesso hanno i capelli bianchi ma la memoria ancora in esercizio. In fondo a tutto, però, “voce dal sen fuggita” il mecenate per conto terzi ci dice che “ dopo anni durante i quali la legislazione di fatto impediva alle Fondazioni qualsiasi investimento di tipo immobiliare […], in anni recenti tale impedimento era venuto a cadere”. Traduzione: siamo una Fondazione che legalmente è anche una immobiliare. Fine della trappola, se non fosse che questa Immobiliare/Fondazione ha qualcosa di non compiutamente comprensibile.
I soldi promessi alla Fondazione Maria Assunta in Cielo (don Pancaldo e ex-Aias oggi Apr/Bardelli) sono stati già versati?
I soldi, quasi cinque milioni di euro promessi alla Misericordia di Pistoia per cementificare vicino ad una Chiesa, La Vergine, sottoposta a vincoli delle Belle Arti, sono stati già versati? Ed è possibile sapere se nel progetto presentato al Comune di Pistoia è prevista una viabilità di accesso alla futura cittadella, considerato che il terreno dal quale si dovrebbe accedere ai fabbricati risulterebbe di proprietà di terzi che non hanno, al momento, alcuna intenzione di favorire questa cementificazione selvaggia? E questi soldi buttati per acquistare una parte di questo “cemento osceno”, come da statuto, non potevano essere utilizzati per scopi di valenza sociale come il recupero immobiliare immenso presente in Pistoia che, inesorabilmente, si sta degradando e morendo?
Sono, penso, domande legittime, tanto più se si vuole accettare, seppur obtorto collo, la funzione di Fondazione/immobiliare che la creatura di Papa/Papà ha assunto.
Quello che però non è tollerabile è che l’aspetto immobiliare assuma parvenze di pura speculazione come parrebbe evincersi dall’acquisto recentemente perfezionato di Uniser, capannone, sede dell’Università, di proprietà comunale e venduto, secondo i nostri presupposti calcoli a meno di €. 500 il metro. Un buon affare per la Fondazione ed uno pessimo per il Comune. Cioè per noi.
Tanta, troppa “carne al fuoco”.
Sulla quale non abbiamo nessuna intenzione di tacere. Infatti ne riparleremo, punto per punto. Se lo metta bene in testa il Chiarissimo Prof.

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Martedì 18 giugno 2013 | 09:43 - © Quarrata/news]

Nessun commento:

Posta un commento

MODERAZIONE DEI COMMENTI

Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.