di FELICE DE MATTEIS
Acquisti immobiliari e spese a larga
mano – Dagli appartamenti presso la chiesa della Misericordia all’Uniser, pagata
poco meno di 500 € al metroquadro, attraverso Palazzo De’ Rossi e Palazzo
Sozzifanti – E i contributi promessi alla Fondazione Maria Assunta in Cielo?
PISTOIA. La kermesse chiamata “Dialoghi sull’uomo” è terminata.
Trecentocinquantamila euro “fumati” per rinverdire il decrepito mecenatismo di
Papa/Papà/Io/Lui, Prof. Ivano Paci.
Sarebbe interessante sapere, tramite la
Camera di Commercio, i benefici prodotti sul territorio: presenze negli alberghi
in primis. Magari ce lo potrebbe dire anche Il Sole 24 Ore se,
come sembra, è stato propagandato l’evento anche su questo quotidiano (a
pagamento?). E tanto per mettere la ciliegina sulla torta, il 6 giugno si è
svolta, nei locali della Fondazione Caripit, una pubblica manifestazione dal
titolo che è tutto un programma “La Missione (proprio così, Missione!) della
Fondazione etc. etc.”, sommo esempio di autoesaltazione dell’ego che si
autoalimenta con i denari altrui.
Per onore di cronaca, questi ludi
verbali si sono svolti nel Palazzo De’ Rossi che ha evidentemente la capienza
per simili manifestazioni; così quella speculazione immobiliare che ha
riguardato Palazzo Sozzifanti con la scusa di acquisire spazi che palazzo De’
Rossi non poteva offrire – tipo le riunioni del Consiglio dei soci – si è
dimostrata l’ennesima bufala anche se Papa/Papà, nella sua rivista Società e
Territorio “fa dire” che “nel novembre 2011 abbiamo firmato il contratto di
acquisto di alcuni importanti spazi del Palazzo Sozzifanti […]. Per quanto
vasto, il restaurato Palazzo de’ Rossi non offriva e non offre alcun spazio ad
ospitare le riunioni del Consiglio Generale […]”; e ancora, udite udite, il
Palazzo Sozzifanti “presenta evidenti vantaggi logistici integrati per di più
dalla disponibilità di un posto macchina del tutto assente nella sede
principale”.
Compreso bene? Più di due milioni e
mezzo di euro per recuperare un ambiente dotato di posto macchina e con una
sala capace di poter accogliere, se mai partecipassero tutti, i membri del
Consiglio Generale che non superano le cento unità.
Per la plebe evidentemente basta
Palazzo De’ Rossi! Il nostro rispettabilissimo mecenate, forse, non sa che
Palazzo de’ Rossi e le sue innumerevoli sale sono ancora nel ricordo di quelli
che un tempo erano ragazzi, che adesso hanno i capelli bianchi ma la memoria
ancora in esercizio. In fondo a tutto, però, “voce dal sen fuggita” il mecenate
per conto terzi ci dice che “ dopo anni durante i quali la legislazione di
fatto impediva alle Fondazioni qualsiasi investimento di tipo immobiliare […],
in anni recenti tale impedimento era venuto a cadere”. Traduzione: siamo una
Fondazione che legalmente è anche una immobiliare. Fine della trappola, se non
fosse che questa Immobiliare/Fondazione ha qualcosa di non compiutamente
comprensibile.
I soldi promessi alla Fondazione Maria
Assunta in Cielo (don Pancaldo e ex-Aias oggi Apr/Bardelli) sono stati già
versati?
I soldi, quasi cinque milioni di euro
promessi alla Misericordia di Pistoia per cementificare vicino ad una Chiesa, La
Vergine, sottoposta a vincoli delle Belle Arti, sono stati già versati? Ed è
possibile sapere se nel progetto presentato al Comune di Pistoia è prevista una
viabilità di accesso alla futura cittadella, considerato che il terreno dal quale
si dovrebbe accedere ai fabbricati risulterebbe di proprietà di terzi che non hanno,
al momento, alcuna intenzione di favorire questa cementificazione selvaggia? E
questi soldi buttati per acquistare una parte di questo “cemento osceno”, come
da statuto, non potevano essere utilizzati per scopi di valenza sociale come il
recupero immobiliare immenso presente in Pistoia che, inesorabilmente, si sta
degradando e morendo?
Sono, penso, domande legittime, tanto
più se si vuole accettare, seppur obtorto collo, la funzione di
Fondazione/immobiliare che la creatura di Papa/Papà ha assunto.
Quello che però non è tollerabile è che
l’aspetto immobiliare assuma parvenze di pura speculazione come parrebbe
evincersi dall’acquisto recentemente perfezionato di Uniser, capannone, sede
dell’Università, di proprietà comunale e venduto, secondo i nostri presupposti
calcoli a meno di €. 500 il metro. Un buon affare per la Fondazione ed uno
pessimo per il Comune. Cioè per noi.
Tanta, troppa “carne al fuoco”.
Sulla quale non abbiamo nessuna
intenzione di tacere. Infatti ne riparleremo, punto per punto. Se lo metta bene
in testa il Chiarissimo Prof.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Martedì 18 giugno 2013 | 09:43 - © Quarrata/news]
Nessun commento:
Posta un commento
MODERAZIONE DEI COMMENTI
Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.