sabato 8 giugno 2013

MANZINI, LA TOMBA RITROVATA – 2

CUTIGLIANO. A proposito del post Manzini, la tomba ritrovata di Marco Ferrari, il collega Mauro Banchini scrive:


Caro Marco Ferrari,
ho letto il suo pezzo su Quarrata News che ricorda – riferendo ciò che è stato detto alla San Giorgio in un incontro letterario dedicato a Gianna Manzini – la visita compiuta dalla scrittrice nel cimitero di Cutigliano alla ricerca della tomba del padre, anarchico, morto nel 1925 dopo un anno di confino a Cutigliano.
In effetti il racconto ha qualche motivo per incuriosire e per essere ricordato: la scrittrice che, mezzo secolo dopo o giù di lì, vuole visitare il luogo dove venne sepolto il padre; la tomba che non esiste più perché da tempo le ossa erano state gettate nell’ossario comune; il sindaco del tempo che, non sentendosela di dire la verità alla figlia, realizza un cippo; la scrittrice che dopo quella visita dà alle stampe il suo romanzo più rappresentativo.

Nel suo racconto, Marco, mi ha però colpito e amareggiato una sottolineatura sul sindaco Massimo Braccesi che ho trovato ingiusta. Lei, definito il gesto di Braccesi come “bugia e inganno”, dà comunque atto a quel sindaco di essersi mosso “forse a fin di bene e con un sentimento di pietas”.
Ma poi aggiunge una frase ingiusta e al limite dell’ingiuria se riferita, com’è riferita, a Massimo Braccesi. Quella azione, scrive lei, “porta con sé anche la meschinità delle azioni degli uomini politici capaci di prendersi gioco delle persone fin nei sentimenti più intimi come il ricordo dei propri cari”.
Non so, Ferrari, se lei ha conosciuto Massimo. Io non solo l’ho conosciuto, ma ho avuto la fortuna di essergli amico fino a condividere con lui momenti pubblici e momenti privati, fino a soffrire come un fratello alla sua morte, fino a rimpiangerlo ancora oggi come persona onesta, politico capace, cristiano impegnato, amministratore pulito.
Conoscendo (molto bene, mi creda) Massimo e la sua rettitudine di vita, se in quella occasione tenne quel comportamento è proprio per ciò che lei scrive nella prima parte: certo a fin di bene e certo con sentimento di pietas (umana e cristiana). Massimo Braccesi capace di giocare con i sentimenti intimi di una persona (famosa o semplice che fosse), mi creda: non è esistito, non poteva esistere.
Esisteva, invece, il Massimo Braccesi bravo amministratore della cosa pubblica: un sindaco che si fa ricordare anche oggi e che, anche in quella occasione, una occasione peraltro da contestualizzare in quel periodo storico, dimostrò capacità nel risolvere un problema.
Questo sentivo di scrivere, anche da giornalista, nel rispetto del principio cardine della mia professione: il rispetto per la verità sostanziale dei fatti. Grazie per l’attenzione.
Mauro Banchini
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[Sabato 8 giugno 2013 | 20:08 - © Quarrata/news]

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