lunedì 18 febbraio 2013

PISTOIA, I MOLTI LATI OSCURI DELL’OPZIONE REPOWER


Chi fu, nel 2010, a trovare e chiamare in causa la Repower? Ci sono, dietro al progetto, intermediari? E se sì, come e quanto sono compensati? Perché si parlò di riassorbimento di tutti i dipendenti ex-Radicifil e di un ampliamento delle assunzioni, mentre oggi ci troviamo di fronte a un’operazione-lavoro di appena 33 nuovi posti?

PISTOIA. Ci ricàpita fra mano, a distanza di qualche anno (il documento è, infatti, del 29/07/2010 ed è scaricabile da qui), il comunicato che segue, realizzato da Barbara Cremoncini dell’ufficio stampa Regione Toscana:

Oggi la firma dell’intesa fra istituzioni, parti sociali e Repower
EX RADICIFIL, VIA LIBERA ALLA REINDUSTRIALIZZAZIONE
Pistoia, centrale al posto della fabbrica, investimenti e posti di lavoro

di Barbara Cremoncini [*]

FIRENZE. Un protocollo d’intesa dà il via libera al processo di reindustrializzazione dell’area ex Radicifil, a Pistoia. A firmarlo sono Regione, Provincia e Comune di Pistoia, organizzazioni sindacali e Associazione degli industriali e Repower Produzione Italia spa, l’azienda che si occupa di produzione e vendita di energia elettrica e che realizzerà nell’area una centrale a gas.

È il risultato di un lavoro di squadra per attirare capitali in grado di salvaguardare la vocazione industriale dell’area e l’occupazione, dopo la chiusura di una storica azienda, la Radicifil, e la messa in cassa integrazione dei suoi operai. Un lavoro sfociato nel protocollo d’intesa di oggi che impegna i firmatari, ciascuno per le sue competenze, a collaborare per la realizzazione e la successiva gestione del nuovo impianto.
«Un lavoro di squadra – sottolinea l’assessore alle attività produttive Gianfranco Simoncini – che ha messo insieme tutti i soggetti interessati, dalle istituzioni alle organizzazioni imprenditoriali, ai sindacati e che ha saputo lavorare in una prospettiva di sviluppo, tesa a salvaguardare i posti di lavoro ma anche capace di guardare oltre, gettando le premesse per ulteriori investimenti nell’area che potranno coinvolgere l’imprenditoria locale e riassorbire altri lavoratori fra quelli espulsi dal processo produttivo per colpa della crisi».
Per il sindaco Renzo Berti «La firma del protocollo di quest’oggi è una notizia, concreta e buona per il territorio di Pistoia, che sta tutt’ora soffrendo le conseguenze di una crisi economica di dimensioni mondiali. Infatti, al di là delle rassicurazioni che a più riprese ci investono dai livelli politici nazionali, come quando si dice che l’afa estiva sta passando solo per convincerci che stiamo meglio, in realtà la crisi continua. Dunque ben vengano operazioni come quella della Repower, o come quella della Call & Call di alcuni mesi fa».
Gli fa eco la presidente della provincia di Pistoia Federica Fratoni, che sottolinea come il protocollo rappresenti «il primo passo di un percorso importante, finalizzato al recupero, sia pure ancora parziale, di un insediamento produttivo di grande valore come quello della ex Radicifil. È il risultato di una sinergia che credo debba diventare un valido esempio da seguire per risolvere anche altri casi simili».
Oltre ad impegnarsi a presentare entro sei mesi un progetto per la realizzazione della centrale a gas e a prevedere soluzioni tecnologiche in grado di garantire l’ambiente, la società Repower si impegna anche a coinvolgere le imprese e la manodopera locale, anche nella fase di costruzione dell’impianto e, in particolare, ad assumere e far impiegare i lavoratori ex Radicifil e di altre aziende che hanno cessato l’attività.
Da parte sua, la Regione mette in campo tutti gli strumenti di cui dispone per agevolare l’attrazione di insediamenti produttivi in modo da favorire la competitività della centrale.
La Provincia, cui è affidato il coordinamento del protocollo, metterà a disposizione i servizi per favorire l’incontro fra domanda e offerta di lavoro e per la riqualificazione e la formazione dei lavoratori e il Comune faciliterà le procedure e gli adempimenti urbanistici. Quanto alle parti sociali, l’impegno è quello di fare di tutto per far marciare speditamente l’attuazione del protocollo, anche attraverso il confronto e la verifica costanti.

[*] – Piazza del Duomo 10 – 50122 Firenze tel. 055/438-4714 fax 055/438-4888 – u.stampa@regione.toscana.it www.toscana-notizie.it.

Tornando indietro a questo preciso punto della storia e facendo un debito controllo e riepilogo della situazione, in tutta la vicenda Repower sono più i lati oscuri che quelli perfettamente trasparenti: a cominciare da una ripresa economica che non solo non garantisce – come prospettato – l’impiego di ampie fasce di forza-lavoro pistoiesi, ma nemmeno il completo riassorbimento delle maestranze della Radicifil, dato che le promesse attuali (e saranno credibili e sicure?) non prevedono più di 33 riassunzioni.
Inoltre nel comunicato stampa della Regione del 2010 si dava per avvenuto un “lavoro di squadra per attirare capitali”.
Sappiamo perfettamente che simili attività “attrattive” sono del tutto lecite e spesso anche utilissime. Ma, poiché si muovono interessi economici non propriamente ‘leggeri’ e poiché la questione investe un interesse comunque pubblico e, come noto, molto controverso sotto il profilo della sicurezza e della salute dei cittadini, forse sarebbe utile (se non altro in termini di trasparenza e di informazione dei cittadini) che Comune, Provincia, Regione Toscana, Industriali e altri ancora ci fornissero lumi su come abbiano funzionato tutto questo progetto, in concreto, e questo enorme sforzo per attrarre capitali:

  1. chi, in particolare, ha coinvolto proprio la Repower?
  2. È stata l’associazione industriali o altri soggetti?
  3. Oppure la Repower si è fatta viva da sola?

Crediamo che sarebbe poi assai utile essere rassicurati sul fatto che non ci sono “intermediari” di alcun genere (o comunque chiamati) oppure, se ci sono, sapere e capire chi sono, se sono previsti compensi e quanti e quali.
Non ultimo è da sottolineare nuovamente il fatto che nel luglio 2010, quando istituzioni pubbliche, sindacati, industriali e azienda svizzera sottoscrissero il “protocollo d’intesa”, si sosteneva che sarebbero stati interessati alla riassunzione non solo i lavoratori ex Radicifil, ma anche quelli di altre aziende pistoiesi in crisi: e allora vi sembra che 33 assunzioni siano sufficienti a giustificare un’operazione che non si limita alla costruzione di una centrale, ma che prevede anche – a quanto si dice e si sente – un elettrodotto interrato da Bottegone a Masiano, dove dovrebbe sorgere una centrale di smistamento-energia con tralicci ed elettrodotti aerei?
Insomma una semidevastazione del territorio.
Q/n
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[Lunedì 18 febbraio 2013 | 09:58 - © Quarrata/news]

3 commenti:

  1. salve, alcune note :
    -33 riassunzioni lo hanno detto i sindacati, non la repower. e comunque numeri esatti e definiti di quanti dovrebbero avere un posto fisso in centrale, non ne sono stati dati. il comunicato stampa dei sindacati merita di essere letto e riletto, ad una prima lettura i dati sembrano confortanti, poi se si legge bene tra le righe si vede bene che non c'è nessun impegno preciso !
    http://www.lavocedipistoia.com/public/data_upload/articoli_9473_documento_1360913477.pdf

    -repower e radici sono società che già si conoscono, si veda ad esempio centrale novel di novara le cui partecipazioni azionarie sono riconducibili a repower e radici. poi ci deve essere anche altro , perché già agli inizi del 2009 repower "ci aveva provato", facendo una proposta di insediamento per collocare una centrale simile in via del redolone, a ponte stella. si vede che pistoia è una città "amica" di repower.

    -l'elettrodotto non è un'ipotesi fumosa, se guardate la v.i.a. sul sito della regione c'è tanto di cartina esatta. l'elettrodotto viaggerebbe in parte interrato sotto il manto stradale ed in parte in mezzo ai campi. dalla ex radici attraversa l'ombrone per arrivare in via malallevo, quindi attraversa la fiorentina, va in via del crociale, di qui a destra in via lungagna per mezzo chilometro e poi prende la via dei campi per risbucare in via maggiatica, dove sarebbe prevista la stazione di smistamento, a poche decine di metri da due gruppi di case.
    http://www.regione.toscana.it/-/progetti-sottoposti-a-procedura-di-valutazione-di-impatto-ambientale

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  2. Ricapitolando:

    1)- Fra Repower e Radici esistono non solo contatti ma anche collaborazioni;

    2)- Repower, a portare una centrale su Pistoia, ci aveva già provato nel 2009.

    Due elementi interessanti per contribuire a fare luce piena sui retroscena dell'operazione.

    3)- Quanto alle cifre sui lavoratori ex Radici in teoria riassorbibili (31), in effetti il comunicato sindacale si limita a far presente una generica "volontà" dell'azienda. E se la stessa azienda, al momento di assumere in effetti i lavoratori, facesse presente che purtroppo la "volontà" c'era ma le condizioni reali non consentono quel numero di assunzioni, in quel caso chi potrebbe dire nulla?

    4)- Non sottovaluterei la sponsorizzazione data da Repower all'edizione 2012 della Festa nazionale di CGIL: a dir poco inopportuna.

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  3. a me poi fa tanto pensare che la Fratoni abbia vinto , per molti inaspettatamente, la corsa alla presidenza della provincia a maggio del 2009....poco dopo che il comune di serravalle pistoiese aveva risposto picche a repower per il suo insediamento a ponte stella...
    federica fratoni non ha mai mosso la minima critica nei confronti della centrale, ha sempre parlato di leggi, normative, di repower azienda seria, di occasione per lo sviluppo....e poi ci sono le procedure da rispettare...bla bla bla....lei stessa ha sottoscritto, ricordiamolo, il funesto protocollo di intesa nel 2010 ...in sostanza tenendo sempre la porta bene aperta...che cosa poi sia passato, attraverso quella porta, Dio solo lo sa.....

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