«Siate affamati e folli», questo l’invito di Steve Jobs rivolto il 12 giugno 2005 a dei giovani laureati dell’Università di Stanford.
Questo l’invito che io rivolgo ai giovani pistoiesi, studenti, disoccupati, lavoratori. Quella Pistoia in cui siete cresciuti, spesso troppo isolata, ovattata, chiusa, se dio vuole oggi non c’è più! Soprattutto rivoluzioni tecnologiche stanno cambiando il mondo.
Pensate soltanto a questo: quando io ero piccolo occorreva tutta la mattina per andare da Firenze a Roma in treno, oggi in tre ore si va e si torna: rivoluzioni!
Basta volerlo ed ecco la grande sfida del momento: vedere, pensare, sentire liberare Pistoia nel nuovo mondo.
Siate affamati di quello che volete, sentitelo come una necessità, come un qualcosa di cui non potete fare a meno. Che il vostro desiderio di cambiare il mondo sia la molla che vi fa alzare tutte le mattine, sia la vostra amata o il vostro amato a cui dedicate attenzioni e cura.
Voler cambiare il mondo significa semplicemente volersi occupare di sé e degli altri, di una realtà chiave: noi, la nostra comunità, i nostri genitori, i nostri figli, i nostri nonni.
Voi, se volete, siete chi può decidere oggi, coloro che possono assumere responsabilità. E per crescere occorre aver fame di conoscenza, della verità dei fatti, occorre dispiegare energie, durare fatica, alzarsi presto la mattina, lavorare con costanza, lasciarsi travolgere dalla passione di ciò che si sta facendo.
E quindi siate folli. Folli in un duplice senso. Da un lato solo la follia può permettervi di rompere la consuetudine, di vedere ciò che è sotto gli occhi di tutti, ma che nessuno vuol vedere. Il re è nudo: tutti lo vedono e nessuno lo dice, ma è la follia del bambino che lo dice.
Non solo, ma follia vuol dire anche capacità di sogno, capacità di vedere un modo che ancora non c’è e che sta per accadere. E se c’è il rischio che si possa volare troppo alti, sarà la fame, questo bisogno primordiale, a ricollocarvi con i piedi stabili sulla terra.
Oggi è il momento di portare in sé questa enorme contraddizione tra realtà e sogno, anche perché, a ben vedere, tutto il mondo oggi è posseduto da forti contraddizioni che dobbiamo avere la forza di conciliare e tenere assieme: l’innovazione con la tradizione, i giovani con i più anziani, il centro con le periferie, il progresso e lo sviluppo con la natura del proprio territorio, affinché nessuno sia mai escluso, ma faccia sempre parte della comunità.
Roberto Bartoli
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[Martedì 25 ottobre 2011 – © Quarrata/news 2011]
Concordo, però se le sue parole, consigliere Bartoli, non sono solo parole, temo che non riesca a farsi ascoltate all'interno del suo partito dove mi pare si continui a perseguire un vecchio modo di fare politica, sempre più lontano dai bisogni e dai desideri dei cittadini. Lei ricorda che quando era piccolo ci voleva un'intera mattinata per raggiungere Roma, io ricordo che quando facevo l'università, più di 30 anni fa, ci voleva oltre 50 minuti per andare da Pistoia a Firenze. Non è cambiato molto, eppure nei primi anni '80 si parlava di metropolitana di superficie. Le strade sono piene di buche, la città è sporca, per carità anche per colpa di alcuni residenti incivili, mancano i parcheggi e si pensa di farli sotto un monumento storico scavando dove c'era un pantano, manca un progetto per la città, anche se si editano patinati opuscoli sulle realizzazioni dell'amministrazione e addirittura si voleva assumere qualcuno per fare il rendiconto di mandato, come se il Gabinetto del Sindaco non avesse personale,anche se poi la cosa è rientrata, per le proteste dell'opposizione che qualche volta si ricorda di esistere, ecc.ecc. Ma soprattutto gli amministratori gestiscono la cosa pubblica con l'arroganza di chi si è dimenticato di essere al servizio dei cittadini e li tratta come sudditi. Poi anche come dipendente comunale avrei molto da dire sull'amministrazione del personale e dei servizi, basti pensare a come è stato gestito negli anni il sistema delle incentivazioni, per non parlare delle valutazioni dei dirigenti in totale contrasto con le normative vigenti. Continuando così si avranno sempre più dipendenti scarsamente motivati, mentre sarebbe fondamentale che ognuno di noi fosse orgoglioso del suo lavoro e della partecipazione alla gestione di un Comune veramente al servizio dei cittadini. Ma come esserlo quando non sono premiate le idee, la progettualità, la voglia di lavorare, la competenza, l'onestà, ma solo il conformismo, il servilismo, e anche peggio. Spero che prima o poi i cittadini si ricorderanno di essere i datori di lavoro di chi amministra e non dei sudditi. Solo allora il nuovo potrà vincere.
RispondiEliminaIl Prof. Roberto Bartoli mi invita a pubblicare questa risposta per la signora Maria Paola Vannucchi:
RispondiEliminaGentile Vannucchi,
soltanto poche righe per ringraziarLa dell’attenzione che mi ha concesso e per le parole di apprezzamento che ha espresso.
Come forse saprà, già in questi anni ho cercato di fare tutto il possibile dalla mia posizione umile di consigliere. Adesso, davanti all’alternativa di lasciare o raddoppiare, ho scelto di raddoppiare e farò tutto il possibile per dare il meglio di me stesso mettendoci – come si dice con un’espressione non molto elegante ma assai efficace – la faccia.
Conosco abbastanza bene i problemi del personale di Pistoia, gestito a due velocità, favorire i servi, penalizzare i liberi.
Lì c’è da compiere vere rivoluzioni.
Non mancherò di prendere presto posizioni su questi punti: sistema incentivazioni; valutazione dirigenti; “riassunzioni” di chi è andato in pensione; scatti a fine carriera.
La prego di aiutarmi a indicarmi altri problemi e possibili soluzioni. Sono qui per questo.
Grazie ancora. Distinti saluti.
Roberto Bartoli