di Luigi Scardigli
È tornato di nuovo, stanotte, il devastatore della mensa di don Siro Butelli.
Non credo che l’abbia fatto dopo aver letto l’intervista rilasciatami ieri da Lucia Ciani, una delle 80 volontarie che tengono in piedi questo meraviglioso buco d’amore e solidarietà.
Non credo nemmeno che le abbia lette, le parole di umanità e comprensione di Lucia, altrimenti, al buio, non avrebbe fatto ancora una volta irruzione nel chiaro, manifesto e riuscito tentativo di distruggere.
Lucia è convinta che i gesti sconsiderati del demolitore altro non siano che grida disperate di aiuto, che i volontari della mensa, nonostante i danni, ingenti, dolorosi e mortificanti ai quali hanno dovuto per forza di cose porre riparo, sono disposti ad ascoltare. Ancora.
«Sono fermamente convinta che nella sua voglia distruttiva – racconta Lucia Ciani, il giorno dopo l’ennesimo attentato – ci sia soprattutto una solitudine infernale che gli imponga di chiedere così scorbuticamente aiuto. Nessuno di noi, tra i volontari, è forse in grado di risolvere, definitivamente, i problemi che spingono il devastatore a colpire così subdolamente; siamo però disposti ad accoglierlo ancora, così come avveniva prima, e siamo pronti a seguirlo in un percorso di reinserimento affidato ad addetti ai lavori. Siamo qui per mettere il nostro tempo e il nostro amore a disposizione di chi ne ha bisogno; anche a quelli, anzi, soprattutto a loro, che non sanno come fare per ringraziarci».
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[Martedì 25 ottobre 2011 – © Quarrata/news 2011]
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